IT-Alert, nuovo sistema di allarme della Protezione civile. Ecco come funzionerà
IT-Alert, il nuovo sistema di allarme che servirà per informare i cittadini in caso di gravi emergenze imminenti o in corso, è stato presentato nella sede centrale della Protezione civile dal ministro per la Protezione civile Nello Musumeci e dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Grazie a IT-Alert, in fase di sperimentazione fino al febbraio del 2024, chiunque si troverà in una zona interessata da un’emergenza – con un telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile – potrà essere raggiunto e ricevere informazioni sulla situazione di pericolo, reale o potenziale.
Il nuovo IT-Alert e i 6 casi
Sono 6 al momento i casi in cui IT-Alert potrà essere impiegato una volta terminata la sperimentazione. Si tratta di casistiche disciplinate dalla direttiva del 7 febbraio del 2023 adottata dal ministero della Protezione civile e delle Politiche del Mare: maremoto generato da un sisma; collasso di una grande diga; attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli; incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica; incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 105/2015 e precipitazioni intense.

Va comunque sottolineato che IT-Alert avrà una funzione integrativa, e non sostitutiva, degli altri strumenti previsti per la comunicazione d’emergenza: «Si tratta di uno strumento potente che consente di diffondere con tempestività le prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo dando l’allarme a chi si trova nella zona interessata, ma non fornisce indicazioni rispetto all’esposizione individuale al rischio – viene spiegato dalla Protezione civile – per questo rimane fondamentale la diffusione di una cultura del rischio, attraverso la consapevolezza dell’importanza della prevenzione, della conoscenza delle caratteristiche del proprio territorio, dei comportamenti da adottare e delle buone pratiche di protezione civile».
Curcio
“Tutte le attività di protezione civile si basano sul comportamento del cittadino e sull’aiuto che il cittadino ci dà nel verificare se il percorso che abbiamo immaginato è quello giusto. In questa fase di test tecnologico chiediamo ai cittadini di compilare il questionario al quale si può accedere tramite il sito e dirci com’è andata l’esperienza del ricevimento del messaggio di IT-alert”, ha detto il capo del Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a margine della presentazione del sistema IT-alert. “Nel giorno del test intorno alle ore 12 manderemo un messaggio e chiederemo ai cittadini che lo ricevono di rispondere compilando un questionario”, ha chiarito.

“Il sistema è un sistema di allarme, quindi ci sta ad indicare che qualche cosa ci potrebbe mettere in condizione di pericolo durante le nostre attività – ha spiegato Curcio – Non ci dice il comportamento da seguire, perché il messaggio viene inviato a persone che in quel momento fanno cose diverse. Se c’è una pioggia intensa e io sono dentro un’abitazione al quinto piano probabilmente posso non fare nulla, se sono in macchina devo stare attento a dove vado. Allora il messaggio che possiamo dare è quello di allarme su un evento in corso, fate attenzione. Poi il comportamento deve essere frutto di quel percorso di crescita sulla sicurezza che ognuno di noi deve fare in autotutela”.
Come funzionerà
Sarà in fase di sperimentazione sino al febbraio 2024 IT-Alert. Una volta a regime, come funzionerà? Diramerà un messaggio di testo a tutti i telefoni cellulari presenti e attivi nell’area geografica a rischio. Sarà facilmente riconoscibile, perchè avrà una suoneria diversa da quella delle classiche notifiche che riceviamo ogni giorno.
In questa fase di sperimentazione è il Dipartimento della Protezione civile che provvede all’invio dei messaggi IT-Alert, ma – come prevede la direttiva del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare del 7 febbraio 2023 – tutte le componenti del Servizio nazionale di protezione civile potranno progressivamente utilizzare direttamente il sistema. Attraverso la tecnologia cell-broadcast i messaggi IT-Alert potranno essere inviati a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza.
Il cell-broadcast, tra l’altro, funzionerà anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica. Va tenuto presente – tuttavia – che la tecnologia cell-broadcast presenta diversi limiti: è infatti possibile che un messaggio indirizzato a un’area possa raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa (il cosiddetto «overshooting”) oppure che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato. Inoltre, i dispositivi non ricevono i messaggi se sono spenti o privi di campo e potrebbero non suonare se la suoneria è impostata in modalità silenziosa. In alcuni casi l’utilizzo di una vecchia versione del sistema operativo potrebbe comportare problemi nella ricezione dei messaggi IT-Alert. «Nei mesi passati» – viene spiegato dalla Protezione civile – è stata realizzata l’infrastruttura tecnologica, che consente la connessione, ridondata su due nodi, tra le CBE (cell broadcast entity) e i CBC (cell broadcast centre) degli operatori di telefonia. Un grande sforzo è sul fronte della sicurezza dei sistemi e dei processi che saranno ulteriormente controllati e verificati nei prossimi test. Serviranno anche investimenti consistenti per perfezionare le capacità tecnologiche disponibili. Il servizio è conforme allo standard internazionale Common Alerting Protoco/ (CAP) per garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali e internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avis pubblici». Va ricordato che IT-Alert avrà una funzione integrativa, e non sostitutiva, degli altri strumenti previsti per la comunicazione d’emergenza.
Il messaggio che sarà inviato da It-Alert, il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale che si trova in fase di sperimentazione e che servirà – una volta divenuto pienamente operativo – ad informare i cittadini in caso di gravi emergenze imminenti o in corso, sarà sia in italiano che in inglese. Sarà un allarme, senza indicazioni precise su cosa fare.

Il ministro Nello Musumeci ha fatto l’esempio dell’allarme «bianco», utilizzato durante la guerra, quando, al suonare dell’allarme, i cittadini si dirigevano verso i rifugi. «Poi si scopriva che nessuna bomba stava cadendo – ha detto – perchè era un allarme bianco. Ad esempio stava passando un ricognitore o l’aereo era destinato ad altra località. Ma intanto l’allarme metteva nelle condizioni di mettersi al sicuro».
“Sarebbe complicato dare un messaggio di comportamento su un numero così importante di persone soggette ad un certo evento – ha ribadito il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio – qualcuno potrebbe trovarsi per strada, ad esempio, altri in casa. Ci saranno alcune situazioni in cui magari si potrà anche dare un messaggio univoco, immagino almeno. A fronte di un evento con dispersione radiologica, ad esempio. Tuttavia, a fronte di piogge intense, ci sarà chi si trova in collina, o ancora a ridosso di un fiume, o al piano terra di un’abitazione. Sarebbe complicato dare un messaggio comportamentale».
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