đ Ed Yardeni e lâanno in cui potrebbero cambiare le regole del gioco
Con la pubblicazione di una nuova analisi Yardeni Research, cresce lâipotesi che il 2026 possa essere un anno raro per lâeconomia e per la borsa: profitti aziendali in crescita, forte produttivitĂ , domanda dei consumatori resiliente â e stavolta gli analisti non taglierebbero le stime come avviene nella maggior parte degli anni. Ma lo scenario ottimista convive con rischi di inflazione, frenate dei consumi e vulnerabilitĂ geopolitiche, che rendono il 2026 un banco di prova per la stabilitĂ finanziaria globale.
đ Alla fine del 2025 S&P 500 ha segnato un aumento pluriennale, grazie a una ripresa robusta di utili, investimenti in tecnologia e fiducia dei mercati. In questo contesto, Yardeni Research ha emesso un allarme â ma anche una previsione ottimista: il 2026 potrebbe diventare uno di quegli anni ârariâ in cui, contrariamente alla norma, le previsioni degli analisti non verranno tagliate nel corso dellâanno.
Storicamente, infatti, le stime sugli utili e sui ricavi delle societĂ quotate tendono a essere sforbiciate non appena lâanno procede â riflettendo le delusioni su consumi, costi, incertezze economiche. Negli ultimi 30 anni solo otto volte câera stato un scenario differente. Ma per il 2026, secondo Yardeni, la curva di revisione potrebbe voltare pagina.
Parte di questa fiducia nasce da dati concreti e recenti: giĂ da metĂ 2025 molte societĂ del paniere S&P 500 hanno rivisto al rialzo le stime su ricavi e utili. In alcuni settori come tecnologia, salute e comunicazione, i margini sono migliorati, e le previsioni di fatturato per il 2026 risultano in media +2,6%â+6,4%; per gli utili, la revisione negativa annunciata a luglio del 2025 (-4,1%) è stata quasi completamente assorbita: oggi la flessione stimata è di appena il 0,6%.
Secondo Yardeni, la ârivoluzione BRAINâ â cioè il diffusissimo impatto di innovazioni come intelligenza artificiale, robotica, biotecnologie e nanotecnologia â ha aumentato la produttivitĂ del lavoro e delle imprese, dando un impulso nuovo al ciclo economico.
In concreto, lâeconomia USA â che resta il motore dellâeconomia globale â secondo Yardeni potrebbe generare un Pil reale in crescita del 3,0% nel 2026, con un aumento della produttivitĂ del 2,5% e un miglioramento generale dei margini aziendali. Gli utili per azione dellâS&P 500 potrebbero salire dagli attuali circa 268 dollari a 310 dollari.
Lo scenario di base è di una continuazione del ciclo positivo: un 2026 che â in gergo finanziario â sarebbe un âaltro anno dei Ruggenti Anni Ventiâ: crescita, utili, domanda, investimenti.Â
I driver della potenziale rinascita economica
ProduttivitĂ spinta dallâinnovazione
La chiave di volta sta nella forte accelerazione tecnologica: secondo Yardeni, lâadozione massiccia delle tecnologie cosiddette BRAIN (biotech, robotica, AI, nanotecnologie) comporta un salto in produttivitĂ , traducendosi in maggiore output con meno input. Questo potrebbe consentire â nonostante venti inflazionistici e tensioni sul costo del lavoro â utili aziendali in crescita e margini piĂš robusti.
Rivalutazione delle stime aziendali
Diversamente da quanto accade di solito, le stime per il 2026 non sono calate ma si sono rafforzate in molti settori: non solo tecnologia, ma anche sanitĂ , servizi, utilities e comunicazione. Questo segnale di fiducia da parte degli analisti rende plausibile un anno stabile o addirittura in rialzo.
Domanda dei consumatori ancora solida
Nonostante pressioni inflazionistiche e tensioni sul potere dâacquisto, la spesa dei consumatori â soprattutto negli Stati Uniti â ha mostrato resilienza. Un buon avvio della stagione di acquisti natalizi conferma che, almeno per il momento, la domanda resta sostenuta. Questo contribuisce a dare fiducia alle aziende nel mantenere utili e vendite elevate.
Guadagni e mercati azionari: la corsa continua
Nel linguaggio di Wall Street, utili in crescita + aspettative positive = rialzo azionario. Alcune previsioni collocano lâS&P 500 tra 7.700 e 8.000 punti entro fine 2026, facendo del prossimo anno un potenziale âbull marketâ prolungato.
Le ombre sul â2026 perfettoâ
Ma non è tutto rose e fiori. I fattori di rischio restano, e non sono marginali.
Rischio inflazione e tassi
La forte crescita, la domanda sostenuta e lâaumento dei costi â anche energetici, delle materie prime e del lavoro â potrebbero spingere lâinflazione ancora in alto. In questo scenario, la politica monetaria delle banche centrali (in primis la Federal Reserve) potrebbe tornare aggressiva sui tassi: un freno per i consumi, per i margini aziendali e per il mercato azionario. Alcuni analisti avvertono che potremmo entrare in una fase di âstagflazione leggeraâ, con crescita debole e inflazione persistente.
FragilitĂ del consumo e disuguaglianze
Il sostegno dei consumatori non è garantito: se salari reali, debiti delle famiglie o condizioni macroeconomiche peggiorassero, la domanda rischia di indebolirsi. In un sistema dove la crescita è trainata dai consumi, questo rappresenta un pericolo concreto.
Rischi globali: geopolitica, tensioni commerciali e incertezze internazionali
Il contesto globale resta instabile: guerre, tensioni-commerciali, disallineamenti nella catena dellâenergia o dei trasporti, politics incerte â tutti elementi che possono intaccare fiducia, investimenti e flussi di capitale. In uno scenario integrato come quello attuale, basta un âsasso nello stagnoâ per generare onde lunghe.
Concentrazione del mercato e vulnerabilitĂ di alcuni titoli
Un altro rischio â giĂ sottolineato da altri analisti â è la forte concentrazione dellâindice S&P 500 in poche megaâsocietĂ (le cosiddette âbig techâ). Se quelle societĂ vacillano, lâintero mercato può risentirne pesantemente. Alcuni esperti, fra cui lo stesso Yardeni in recenti note, suggeriscono di diversificare settorialmente: privilegiare financials, industriali e sanitĂ rispetto al tech.Â
PerchĂŠ âraroâ significa imprevedibile
Chi ricorda i mercati finanziari sa che gli anni cosĂŹ âperfettiâ â con crescita, utili, mercato rialzista, assenza di correzioni significative â non sono la norma. Soprattutto negli ultimi due decenni, volatilitĂ , crisi, correzioni e âwinter marketsâ sono stati frequenti. Il fatto che, secondo Yardeni, il 2026 potrebbe essere uno di questi anni atipici â destina quindi unâattenzione particolare.
Le previsioni di lungo termine di Yardeni parlano addirittura di un S&P 500 a 10.000 punti entro il 2029 â ma lâesperienza insegna che ogni proiezione va presa con cautela. Nel passato, molte âbollaâ e ârialzi strutturaliâ si sono trasformati in scossoni quando lâeuforia ha incontrato la realtĂ .Â
Cosa significa per investitori, imprese e cittadini
-
Investitori: per chi è sul mercato resta unâoccasione â potenzialmente lunga â di guadagni; ma la chiave sarĂ diversificazione e prudenza: pesare i rischi inflazionistici, la dipendenza da pochi titoli e la volatilitĂ globale.
-
Imprese: per le aziende, soprattutto quelle al passo con le tecnologie BRAIN, potrebbe essere un periodo favorevole per investimenti, espansione e innovazione. Ma devono guardare anche a rischi di instabilitĂ macroeconomica, costi e domanda.
-
Cittadini e consumatori: unâeconomia robusta può sostenere occupazione e redditi â ma solo se la crescita si traduce in lavoro reale, non solo in profitti azionari. Inflazione e disuguaglianze restano zone dâombra.
I âRuggenti Anni Venti IIâ
Il 2026 si profila come un anno potenzialmente storico â un banco di prova per la tenuta della ripresa globale. Se le condizioni sopra descritte si manterranno â produttivitĂ , consumi, utili, stabilitĂ finanziaria â potremmo entrare in una fase di crescita prolungata, con il mercato azionario protagonista.
© RIPRODUZIONE RISERVATA









