4:33 pm, 19 Ottobre 25 calendario

Da Dahmer a Charles Manson: il Serial Killer Museum di Torino tra storia, spettacolo e polemiche

Di: Redazione Metrotoday
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Nel cuore pulsante di Torino, precisamente in via Arcivescovado 9, ha aperto le sue porte il Serial Killer Museum, una nuova attrazione che promette di immergere i visitatori nelle storie più oscure della criminologia internazionale. Situato all’interno della Galleria Tirrena, il museo si propone come un viaggio sensoriale e narrativo attraverso le menti dei più noti serial killer della storia.

Un viaggio nell’orrore

Il percorso espositivo si sviluppa in un ambiente suggestivo, dove le ricostruzioni in cera dei criminali più famosi – tra cui Jeffrey Dahmer, Charles Manson, Ed Gein, Ted Bundy e John Wayne Gacy – accolgono i visitatori. Ogni sala è arricchita da effetti sonori, luci e immagini che ricreano l’atmosfera dei crimini commessi, offrendo un’esperienza immersiva unica nel suo genere. L’audioguida, disponibile in italiano, inglese e spagnolo, guida i visitatori attraverso le storie di questi individui, cercando di comprendere le motivazioni e le psicologie che li hanno spinti a compiere atti così efferati.

A differenza di altri musei del crimine, il Serial Killer Museum di Torino adotta un approccio narrativo che si ispira ai podcast true crime. La voce narrante accompagna il pubblico in un racconto che mescola fatti storici, analisi psicologiche e ricostruzioni dettagliate, cercando di offrire una comprensione più profonda dei fenomeni criminali. Questo stile narrativo mira a coinvolgere emotivamente il visitatore, stimolando riflessioni sulla natura del male e sulle dinamiche sociali che possono portare a tali comportamenti.

Un omaggio a Cesare Lombroso

L’inaugurazione del museo non è casuale: Torino è la città natale di Cesare Lombroso, il padre della criminologia moderna. Lombroso, nel XIX secolo, teorizzò che il crimine fosse una caratteristica innata in alcune persone, identificabile attraverso tratti fisici. Sebbene le sue teorie siano oggi superate e criticate, il suo impatto sulla criminologia è stato significativo. Il museo rende omaggio alla sua figura, inserendo nel percorso espositivo una sezione dedicata alla sua vita e alle sue teorie, offrendo così una prospettiva storica sullo studio del crimine.

L’apertura del museo ha suscitato diverse reazioni. Da un lato, c’è chi apprezza l’iniziativa come un’opportunità per approfondire la conoscenza dei fenomeni criminali e delle psicologie devianti. Dall’altro, c’è chi critica l’idea di trasformare in spettacolo le storie di violenza e sofferenza, temendo che si possa cadere nel sensazionalismo e nel voyeurismo. Alcuni esperti di criminologia sottolineano l’importanza di trattare questi temi con rispetto e rigore scientifico, evitando di alimentare una cultura morbosa intorno al crimine.

Torino, città con una lunga tradizione nel campo della criminologia, ospita già il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, che conserva una vasta collezione di reperti legati allo studio del crimine. L’apertura del Serial Killer Museum aggiunge un ulteriore tassello a questo panorama, offrendo una visione più contemporanea e internazionale del fenomeno. La città, quindi, si conferma come un centro di riferimento per gli studi sul crimine e sulla devianza.

Il Serial Killer Museum di Torino rappresenta un esperimento culturale audace, che cerca di coniugare storia, criminologia e intrattenimento. Se da un lato offre un’opportunità per riflettere sulle dinamiche del crimine e sulle sue manifestazioni più estreme, dall’altro solleva interrogativi etici e morali sulla rappresentazione della violenza.

19 Ottobre 2025 ( modificato il 18 Ottobre 2025 | 16:39 )
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