8:56 am, 7 Ottobre 25 calendario

La guerra invisibile: quando i componenti occidentali alimentano i missili russi

Di: Redazione Metrotoday
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato con forza che i missili e i droni russi utilizzati negli attacchi contro l’Ucraina contengono componenti provenienti da aziende situate in paesi occidentali e asiatici. In un videomessaggio diffuso su Telegram, Zelensky ha dichiarato che, nel massiccio attacco della notte precedente, la Russia ha impiegato 549 mezzi d’attacco contenenti 102.785 componenti di fabbricazione estera. Tra questi, componenti provenienti da Stati Uniti, Cina, Taiwan, Regno Unito, Germania, Svizzera, Giappone, Corea del Sud e Paesi Bassi.

I numeri della denuncia

Secondo quanto riportato dal presidente ucraino, i droni impiegati nell’attacco contenevano circa 100.688 componenti esteri, mentre i missili Iskander, Kinzhal e Kalibr incorporavano rispettivamente 1.500, 192 e 405 componenti di produzione straniera. Questi numeri evidenziano una dipendenza tecnologica significativa da parte della Russia nei confronti di fornitori esterni, nonostante le sanzioni internazionali in atto.

La denuncia di Zelensky solleva interrogativi sul ruolo delle aziende occidentali e asiatiche nel conflitto russo-ucraino. Se da un lato è noto che le sanzioni internazionali mirano a limitare l’accesso della Russia a tecnologie avanzate, dall’altro emergono preoccupazioni riguardo alla possibilità che componenti prodotti in paesi terzi vengano utilizzati in sistemi d’arma destinati a scopi bellici. Questo scenario solleva questioni morali e legali sul coinvolgimento indiretto di aziende e paesi nella guerra in Ucraina.

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per le rivelazioni di Zelensky. Tuttavia, le reazioni ufficiali sono state miste. Alcuni paesi hanno promesso di intensificare gli sforzi per monitorare e controllare le esportazioni di componenti tecnologici, mentre altri hanno sottolineato la necessità di rafforzare le sanzioni contro la Russia. La questione solleva anche interrogativi sulla capacità delle attuali politiche di controllo delle esportazioni di prevenire l’uso improprio di tecnologie avanzate in conflitti armati.

Il controllo delle esportazioni di componenti tecnologici è una sfida complessa. Le aziende possono vendere prodotti a paesi terzi che, a loro volta, li rivendono o li trasferiscono a paesi sotto sanzioni. Inoltre, la rapida evoluzione tecnologica rende difficile tracciare l’origine di ogni singolo componente utilizzato in sistemi d’arma complessi. Le autorità competenti devono affrontare la difficoltà di monitorare e controllare efficacemente le catene di approvvigionamento globali.

La denuncia di Zelensky evidenzia una dimensione poco esplorata del conflitto in Ucraina: l’interconnessione delle economie globali e il ruolo delle tecnologie avanzate nei conflitti armati. Le rivelazioni sollevano interrogativi sul coinvolgimento indiretto di paesi e aziende nella guerra, mettendo in luce la necessità di rafforzare i controlli sulle esportazioni e di adottare politiche più efficaci per prevenire l’uso improprio di tecnologie in scenari bellici.

7 Ottobre 2025
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