5:57 pm, 25 Agosto 25 calendario

Il mito Meyers Manx rinasce sotto steroidi: il LFG, tra Porsche e dune buggy

Di: Redazione Metrotoday
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Monterey Car Week 2025 ha segnato l’avvento di una nuova icona nel mondo dell’automobilismo d’avventura: il Meyers Manx LFG, nato dalla collaborazione tra il leggendario marchio californiano e gli specialisti britannici di Tuthill Porsche. Non è soltanto un tributo al passato, ma una reinterpretazione senza compromessi del dune buggy, spinta ai limiti massimi di evoluzione tecnologica e audacia stilistica.

Un design audace e funzionale

Il LFG è una scultura su ruote: la carrozzeria è realizzata interamente in fibra di carbonio, leggera ma resistente, firmata dal celebre designer Freeman Thomas, autore anche dell’Audi TT e della Beetle moderna.

Il telaio nasconde un’armatura tubolare con struttura anti-ribaltamento integrata: un’abitudine moderna per una creatura che richiama l’estetica primordiale del deserto.

Cuore meccanico: un flat-six da sogno

Piuttosto che accontentarsi di semplici atmosfere cinefile, il LFG monta un reale motore da rally: una unità flat-six da 4.0 litri, derivata dai motori Tuthill per 911 modificate, capace di salire fino a 11.000 rpm. L’accoppiamento è affidato a un cambio sequenziale a sei rapporti, evocando la guida intensa e diretta tipica della competizione

Tecnologia da competizione

Sotto la carrozzeria, il LFG cela un sistema di trasmissione evoluto: la trazione integrale con differenziali Torsen anteriore, centrale e posteriore assicura grip assoluto su sabbia, roccia o sterrato insidioso.

L’assetto è reso ultra-personalizzabile da sospensioni con doppio ammortizzatore regolabile su cinque livelli e stop idraulici capaci di assorbire ogni asperità con estrema precisione. I freni sportivi a quattro pistoncini garantiscono decelerazioni da vera off-road, affiancati da pneumatici BF Goodrich All-Terrain pronti a mordere ogni fondo .

Comfort moderno in un guscio wild

Non ci si aspetterebbe comfort in un veicolo così primitivo, e invece… Il LFG offre un abitacolo climatizzato con aria condizionata, navigazione GPS, Apple CarPlay (e Android Auto su alcune versioni) e interni sportivi di supporto. Il vano è staccabile in meno di due minuti, permettendo di godersi l’esperienza aperta del dune buggy all’aria aperta. Un bel passo avanti rispetto allo spirito spartano degli anni ’60.

Un progetto esclusivo, pensato per vivere l’avventura

La produzione sarà limitata a 100 esemplari, ognuno unico e già ricercatissimo

Le consegne inizieranno nel 2027, in concomitanza con il 50° anniversario della storica vittoria del Meyers Manx nella prima Mexican 1000 (oggi Baja 1000). I fortunati proprietari saranno invitati a partecipare a tour esclusivi, a partire dal LFG Baja Tour, disegnato sulle orme degli originali eroi del deserto

Background e valorizzazione della storia

La Manx originale, nata nel 1964 da Bruce Meyers, era un kit leggero basato sul telaio Volkswagen che ha rivoluzionato il mondo del buggy, vincendo già nel 1967 la Mexican 1000

La sua eredità, perduta a causa di vicissitudini finanziarie, è rinata nei primi anni 2000 con attenzioni al lifestyle e agli appassionati, tra modelli elettrici come la Manx 2.0 EV e versioni reinterpretate come il Resorter.

Con il LFG si va invece oltre: si fonde il DNA originario dell’avventura su sabbia con la tecnica estrema e la potenza no limits, riconsegnando al brand una dimensione quasi mitica.

Un bolide “da copertina” (e da sogno)

La stampa internazionale ha accolto il LFG con entusiasmo. Road & Track lo definisce un “high-performance off-road dune buggy” capace di suonare come una 911 in race-tune e di aspirare a gare come la Baja 1000

Gear Patrol esalta benissimo la sua estetica “Cyberpunk” e l’abitacolo pensato per viaggi lunghi, con scarico in Inconel e serbatoio esteso per esplorazioni senza limiti

The Autopian lo descrive come una “ri-Olè dell’off-road”, un inno giocoso e sfrenato alla guida pura

Il Meyers Manx LFG non è solo un’auto retrofuturistica: è un manifesto, un emblema di libertà estesa all’estremo. Unisce la leggerezza e l’anima beach-buggy messicana di un tempo alla sofisticazione tecnica del motorsport moderno. Un progetto avventuroso, pensato per essere guidato, vissuto, sfidato su terreni impensabili, dove il confine tra rally e arte del deserto si annulla.

Una promessa: le dune non sono mai sembrate così vicine, così possibili, così irripetibili.

25 Agosto 2025 ( modificato il 23 Agosto 2025 | 18:05 )
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