5:30 pm, 16 Maggio 25 calendario

Omicidio di Fregene: le richieste sui social della nuora

Di: Luigia Cornacchia
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Nei giorni precedenti all’omicidio di Stefania Camboni, la nuora Giada Crescenzi aveva lanciato numerosi appelli sui social, cercando con urgenza una nuova sistemazione. In diversi gruppi Facebook, la giovane aveva descritto una situazione domestica al limite: «Dormiamo anche per terra, aiutateci», scriveva. Viveva infatti insieme al compagno – figlio della vittima – nella stessa villetta di Fregene, ma in porzioni distinte. Dai suoi messaggi emergeva un forte disagio: «La situazione in casa è critica, dobbiamo andarcene».

In un post pubblicato pochi giorni prima del delitto, Crescenzi scriveva: «Riprovo a chiedere aiuto… Io, il mio compagno e due gattine cerchiamo un monolocale, bilocale o qualsiasi tipo di sistemazione. Basta che ci sia una cucina e un bagno, anche se dobbiamo dormire per terra. L’importante è trovare un posto dove poter vivere». Sottolineava inoltre l’esigenza di restare nei pressi dell’aeroporto, per motivi lavorativi. Un grido d’allarme che oggi, alla luce dei fatti, assume contorni ancora più inquietanti.

L’arresto di Giada Crescenzi e le incongruenze nel suo racconto

post omicidio giada crescenzi

Giada Crescenzi è stata fermata con l’accusa di omicidio dai carabinieri del Nucleo investigativo di Ostia. Secondo quanto riferito, al momento della morte della suocera si trovava all’interno dell’abitazione, ma avrebbe dichiarato di essere profondamente addormentata. Una versione che non ha convinto gli inquirenti, anche perché la villetta non mostrava segni di effrazione.

Il corpo di Stefania Camboni è stato trovato senza vita, colpito da almeno quindici coltellate mentre dormiva. Il cadavere era coperto con alcuni cuscini, un dettaglio che suggerisce un gesto compiuto da qualcuno molto vicino alla vittima, forse per cancellare l’orrore appena commesso. Al momento Crescenzi è detenuta nel carcere di Civitavecchia, in attesa degli sviluppi delle indagini.

L’omicidio della Camboni punta al contesto familiare

L’omicidio di Stefania Camboni ha scosso gli inquirenti per la sua violenza e l’efferatezza con cui è stato compiuto. Gli investigatori non hanno mai avuto dubbi sul fatto che l’assassino conoscesse bene la vittima. Fin da subito, le attenzioni si sono concentrate sul nucleo familiare più stretto. Il figlio e la sua compagna sono stati ascoltati a lungo, fino a quando – nella notte – è scattato il fermo per Crescenzi.

A trovare il corpo e a lanciare l’allarme è stato proprio il figlio della donna, intorno alle 7 del mattino. Poco dopo, all’esterno della villetta è stata rinvenuta l’auto di Stefania Camboni finita contro una recinzione e, nelle vicinanze, il portafoglio. Un tentativo, secondo gli inquirenti, di simulare un furto o una rapina finita male. Ma questa pista è stata subito scartata. Gli elementi raccolti finora parlano piuttosto di un tragico epilogo maturato in un contesto familiare estremamente teso.

Numerosi agenti di polizia in queste ore stanno cercando l’arma del delitto, battendo a tappeto l’intera area adiacente l’abitazione.

16 Maggio 2025 ( modificato il 17 Maggio 2025 | 14:01 )
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