4:44 pm, 5 Dicembre 25 calendario

🌐 Blitz sui shisha bar e nuove mosse di controllo: 14 denunce, sequestri

Di: Redazione Metrotoday
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Scatta la vigilanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

📌  Operazione su scala nazionale di Carabinieri NAS e ADM in 73 shisha bar: risultati 14 denunce, sequestro di 22 kg di tabacco e 17 kg di melassa. Il blitz rilancia l’attenzione sulla normativa del “patentino speciale”. Ma non è la prima volta: già negli ultimi anni analoghi controlli avevano portato a sequestri massicci e sanzioni. Un segnale forte al settore, tra regole da rispettare, mercato grigio e salute pubblica.

Una rete di controlli su scala nazionale

Nella mattinata del 5 dicembre 2025, i carabinieri del NAS, assieme a personale dell’ADM, hanno effettuato controlli simultanei in 73 shisha bar su tutto il territorio nazionale. Il bilancio: 14 titolari denunciati, e sequestri per 22 chilogrammi di tabacco, 17 chilogrammi di melassa per narghilè, 44 narghilè, e numerosi bocchini.

Le accuse sono diverse, ma tutte ruotano intorno a una violazione centrale: l’assenza del cosiddetto “patentino speciale”, obbligatorio per vendere (e consentire il consumo in loco) melassa e tabacchi per pipa ad acqua.

Secondo la normativa oggi in vigore, stabilita dall’Circolare ADM n. 28/2022, a partire dal 1° gennaio 2023 i pubblici esercizi che vogliono offrire narghilè devono ottenere questo patentino e rispettare precisi requisiti — ventilazione, iscrizione dei prodotti in tabelle ufficiali, contrassegni di legittimazione, divieto di vendita per asporto, e consumazione esclusiva in loco.

Per chi non si adegua, le sanzioni sono pesanti: multa amministrativa da 5.000 a 10.000 euro; in caso di vendita di quantità superiori a 5 chili, può scattare la sanzione penale. Nel caso delle melasse senza contrassegno, si applica una sanzione di 5 euro per grammo (minimo 5.000 euro), fino a un massimo di 75.000 euro per 15 chili, con possibile aggravante penale oltre quella soglia.

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Un fenomeno in evoluzione – I numeri degli anni precedenti

Il blitz di dicembre 2025 non è un episodio isolato. Già nel dicembre 2024 un’azione simile aveva coinvolto oltre 100 shisha bar: cinque titolari furono denunciati e furono sequestrati oltre 68 kg di melassa per narghilè, tutta priva di contrassegno e dunque fuori dai canali legali.

Negli scorsi mesi, nella città di Torino, i NAS avevano posto sotto sequestro circa 1,230 kg di melassa priva di autorizzazione, con due titolari segnalati all’autorità amministrativa.

Un’altra recente segnalazione riguardava esercizi nella provincia di Bolzano e Trento: anche in quei casi emergevano violazioni della normativa, con vendita e consumo senza “patentino speciale”.

Tutto ciò evidenzia come il fenomeno “shisha bar” — dopo una fase di rapidissima crescita, anche alimentata dalla domanda giovanile — si stia confrontando con un regime regolatorio che punta alla messa in sicurezza e alla legalità.

Norme alla base della stretta: quali regole per i shisha bar

La normativa attuale — come definita dalla Circolare ADM 28/2022 — impone che:

  • solo pubblici esercizi giĂ  titolari di licenza per somministrazione di cibi e bevande possano richiedere il “patentino speciale”.

  • l’istanza per ottenere il patentino deve essere presentata per via telematica, mediante l’apposita piattaforma dell’ADM. Il rilascio, in caso di requisiti soddisfatti, deve avvenire entro 130 giorni. Il titolo ha validitĂ  biennale. 

  • i locali devono essere strutturati in modo da garantire ventilazione adeguata, con aria di ricambio filtrata, come previsto dalle norme sugli ambienti per fumatori. 

  • la vendita è consentita solo per consumo sul posto: la vendita per asporto di melassa o tabacco da narghilè (o di residui di consumo) non è ammessa. 

In assenza di tali requisiti, l’ADM – su segnalazione o dopo controlli – può intervenire con sequestri e denuncie.


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Salute, illegalitĂ  e contrabbando

PerchĂŠ le autoritĂ  hanno deciso di intensificare i controlli? Le motivazioni sono molteplici e intrecciano questioni sanitarie, economiche e di ordine pubblico.

  • FiscalitĂ  e contrabbando: la melassa e i tabacchi per pipa ad acqua sono soggetti ad accise e devono essere tracciati. Prodotti senza contrassegno implicano elusione fiscale e concorrenza sleale rispetto alle tabaccherie autorizzate.

  • Regole igienico-sanitarie e sicurezza dei locali: i locali devono rispettare requisiti ben precisi (ventilazione, idoneitĂ  strutturale, controllo degli accessi) per garantire salute e sicurezza di consumatori e staff.

  • Tutela dei minori e del consumo consapevole: il consumo di narghilè non è anonimo e regolamentarlo aiuta a monitorare potenziali abusi, uso da parte di minorenni o consumo incontrollato.

  • Regolamentazione di un mercato in crescita: la popolaritĂ  crescente dei shisha bar negli ultimi anni richiede un inquadramento normativo stabile per evitare deriva e illegalitĂ .


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Un comparto sotto osservazione

Fonti del settore dei pubblici esercizi (ma anche associazioni di categoria) segnalano come la regolamentazione — seppur necessaria — rappresenti un onere burocratico e organizzativo non banale, soprattutto per i piccoli locali. Ottenere il “patentino speciale” richiede un iter complesso: planimetrie, perizia tecnica, impianto di ventilazione adeguato, autorizzazioni già previste per somministrazione di cibi e bevande. 

Tuttavia, molti accolgono la stretta come un segnale positivo: le regole aiutano a fare chiarezza, a distinguere esercizi regolari da quelli abusivi, e a garantire maggiore trasparenza sul mercato del tabacco e della melassa.

Per le autorità, la strategia è chiara: da un lato colpire l’illegalità e il contrabbando, dall’altro disciplinare un fenomeno in crescita, garantendo sicurezza e rispetto delle regole.

Meno tolleranza e piĂš consapevolezza

L’operazione  rappresenta un ulteriore passo della rigida azione di controllo su un settore che negli ultimi anni è cresciuto rapidamente, a volte al di fuori di ogni regola. Le cifre dell’intervento — 14 denunce, decine di chili di tabacco e melassa sequestrati — parlano chiaro: non è più tollerata la vendita irregolare.

Ma la sfida resta: da un lato molti locali dovranno adeguarsi o chiudere, dall’altro l’equilibrio tra domanda di intrattenimento giovanile e tutela della salute pubblica non è semplice. Perché un narghilè può essere per alcuni un momento sociale, per altri un rischio — soprattutto se la filiera resta al buio.

5 Dicembre 2025
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