đ L’Unione Europea apre unâindagine su Meta Platforms
Nuovo capitolo nella guerra di Bruxelles al potere delle Big Tech
đ Bruxelles â LâUnione Europea ha deciso di avviare una indagine antitrust formale su Meta Platforms, la societĂ che controlla WhatsApp, Facebook e Instagram, per valutare se le sue nuove politiche sullâintelligenza artificiale violino le regole di concorrenza. Lâattenzione è puntata in particolare sullâintegrazione del sistema âMeta AIâ allâinterno di WhatsApp, e sulle modalitĂ con cui lâazienda â secondo Bruxelles â starebbe escludendo concorrent i dal mercato dellâIA applicata alla messaggistica.
La vicenda prende le mosse da una serie di modifiche attuate da Meta nel 2025: a marzo lâazienda ha introdotto in Europa la sua assistenza intelligente âMeta AIâ in WhatsApp, pensata per suggerire testi, aiutare nella scrittura dei messaggi e offrire funzionalitĂ da chatbot. In autunno, però, lâazienda ha aggiornato i termini di servizio della piattaforma: da ottobre 2025 â e con piena efficacia per tutti gli utenti dal 15 gennaio 2026 â i fornitori terzi di servizi di IA (come chatbot esterni) non potranno piĂš usare lâAPI Business di WhatsApp se la loro offerta si basa primariamente su AI.
đ Secondo la Commissione europea, questa politica potrebbe costituire un abuso di posizione dominante: impedendo a concorrenti di offrire i loro servizi tramite WhatsApp, Meta creerebbe un vantaggio ingiustificato a favore del proprio assistente IA.
Lâindagine â di carattere antitrust tradizionale, non regolata dal âDigital Markets Actâ â mette al centro la protezione del mercato dellâIA e lâequitĂ competitiva, elementi che lâEuropa considera fondamentali per garantire innovazione, pluralitĂ e tutela dei consumatori.
Unâindagine parallela giĂ in corso
Quella lanciata oggi da Bruxelles non è la prima inchiesta contro Meta sul tema dellâintelligenza artificiale applicata a WhatsApp. GiĂ a luglio 2025, lâAutoritĂ Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) aveva aperto unâistruttoria nei confronti di Meta, sostenendo che lâazienda avrebbe âpre-installatoâ il suo servizio IA nellâapp senza che gli utenti lâavessero richiesto, imponendo in pratica il suo chatbot come default.
La preoccupazione dellâAGCM riguarda il âlock-inâ: una situazione in cui, una volta abituati a utilizzare Meta AI, gli utenti risultano meno inclini o addirittura impossibilitati a migrare verso soluzioni alternative. Lâindagine italiana, dunque, guarda da vicino la dimensione della tutela del consumatore e della libertĂ di scelta.
Rischi per concorrenza e innovazione
La decisione di Bruxelles riflette una crescente consapevolezza delle sfide poste dallâIA generativa e dagli ecosistemi digitali dominati da poche grandi aziende. LâUE teme che la preclusione di accesso a WhatsApp per provider di IA esterni possa creare un mercato chiuso, privo di concorrenza effettiva, dove solo Meta detiene gli strumenti per offrire soluzioni intelligenti integrate.
Secondo la commissaria europea per la concorrenza, la tutela del mercato e degli utenti passa anche dal garantire che altre startup e imprese europee possano proporre i loro chatbot, senza barriere artificiali. Questo principio è oggi considerato cruciale non solo per la pluralitĂ tecnologica, ma anche per la sovranitĂ digitale europea: un mercato dellâIA dinamico, competitivo e non monopolistico.
In caso di accertamento negativo, Meta rischierebbe sanzioni economiche â fino al 10% del fatturato globale â e lâobbligo di rivedere le sue politiche sulla distribuzione dellâIA su WhatsApp.
Meta difende la propria posizione
Meta â per voce di un portavoce di WhatsApp â ha definito le accuse di Bruxelles âinfondatiâ. Lâazienda sostiene che lâintegrazione dellâIA serve a offrire agli utenti unâassistenza rapida in un ambiente che giĂ conoscono, e che il mercato dellâIA resta competitivo, con molte alternative disponibili fuori dallâecosistema di WhatsApp (tramite motori di ricerca, store, servizi web, ecc.).
Inoltre, WhatsApp afferma che lâutilizzo dei chatbot di terze parti rappresenta un notevole carico sui suoi sistemi, e che la modifica dei termini era necessaria per garantire stabilitĂ e sicurezza del servizio.
Le ripercussioni per utenti, startup e mercati
Per gli utenti
Gli utenti rischiano di trovare su WhatsApp unâunica opzione IA disponibile â quella di Meta â limitando la loro libertĂ di scegliere. In prospettiva, ciò potrebbe ridurre la varietĂ di strumenti a disposizione, rendendo piĂš difficile trovare soluzioni specifiche (per lingua, privacy, funzionalitĂ ) offerte da provider specializzati.
Per le startup e i fornitori di IA
Per molte aziende che puntavano a integrare i loro chatbot su WhatsApp (ad esempio per customer service, assistenza clienti, automazione, generazione di contenuti) la nuova politica di Meta rischia di tagliare fuori un canale fondamentale, con conseguenze economiche e operative rilevanti. LâEuropa â con lâindagine â sembra voler impedire che un singolo fornitore monopolista soffochi la concorrenza nei primi stadi di un mercato che secondo analisti è in piena crescita.
Per il mercato tecnologico europeo
La decisione di Bruxelles arriva in un momento cruciale per lâecosistema tecnologico europeo: con la diffusione dellâIA generativa e la crescita di startup in questo settore, garantire lâaccesso a piattaforme ad alto traffico e una competizione leale è considerato uno dei pilastri per evitare il dominio esclusivo dei giganti del web. Se lâindagine porterĂ ad un intervento regolamentare, potrebbe diventare un precedente significativo nel modo in cui IA e piattaforme social interagiranno in futuro.
La repressione dellâera Big Tech
Non è la prima volta che lâUnione Europea prende di mira una grande compagnia tecnologica per presunto abuso di posizione dominante. I precedenti con Google, Amazon e altre hanno riguardato il dominio nel mercato della pubblicitĂ online, la posizione privilegiata nei motori di ricerca e nelle piattaforme di e-commerce, oltre alla gestione degli algoritmi di visualizzazione dei contenuti.
Con lâavvento dellâIA generativa, però, emerge un problema nuovo: non piĂš solo consumo di pubblicitĂ o visibilitĂ dei contenuti, ma infrastruttura stessa del pensiero digitale â unââIA asservitaâ alle piattaforme dominate da pochi attori. In questo senso, la mossa dellâUE rappresenta un cambio di passo: dalla regolamentazione dei mercati digitali alla regolazione della nuova economia dellâintelligenza.
Tra tutela della concorrenza e futuro dellâIA
Lâavvio dellâindagine dellâUnione Europea su Meta per lâuso dellâIA su WhatsApp è un segnale forte: il digitale non è piĂš solo questione di app e utenti, ma di struttura del mercato, di potere delle piattaforme, e di libertĂ di scelta. La posta in gioco non è solo economica â riguarda il modello di fruizione dellâIA, la forma della concorrenza, lâequilibrio tra innovazione e pluralismo.
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