12:57 pm, 30 Novembre 25 calendario

🌐 Il viaggio in Libano del Pontefice è un messaggio forte

Di: Redazione Metrotoday
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Papa Leone XIV è atterrato a Beirut, iniziando una tappa cruciale del suo primo viaggio apostolico all’estero — Turchia e Libano — dopo la sua elezione a maggio.

Durante il volo da Istanbul a Beirut, rispondendo ai giornalisti, il Papa ha riaffermato con nettezza la posizione della Santa Sede sul conflitto israelo-palestinese: secondo lui, la creazione di uno Stato palestinese accanto a uno Stato israeliano resta l’unica soluzione giusta e duratura. “Sappiamo che in questo momento Israele non accetta questa soluzione, ma la consideriamo l’unica”. Le sue parole risuonano come un appello di giustizia e di speranza, in un momento di forte tensione in Medio Oriente: una richiesta non solo diplomatica, ma anche morale, che invita a costruire una pace rispettosa dei diritti di tutti.

“Due Popoli, Due Stati” e l’Italia – e l’Europa – non possono ignorarlo

Da decenni, la possibilità di una pace duratura fra israeliani e palestinesi è legata all’idea — sancita in decine di risoluzioni internazionali — di uno “Stato di Palestina” che conviva pacificamente con lo Stato di Israele. Lo sforzo diplomatico è spesso naufragato: il rifiuto israeliano, le divisioni interne palestinesi, le violenze ricorrenti e le ingerenze regionali hanno impedito una soluzione definitiva.

Negli ultimi mesi, la guerra a Gaza e lo scontro fra Israele e milizie legate al Libano ha acutizzato le tensioni. Il rischio di diffusione del conflitto, di una radicalizzazione delle posizioni e di un ulteriore peggioramento della crisi umanitaria è alto. In questo quadro, l’appello del Papa rientra — per la Santa Sede — nell’impegno per i diritti umani, per il rispetto delle leggi internazionali, per la protezione dei civili.

Per l’Europa, e in particolare per l’Italia — Paese geograficamente e culturalmente vicino al Mediterraneo — la prospettiva di una soluzione negoziata non è solo un ideale, ma una questione concreta di stabilità, flussi migratori, dialogo interreligioso e cooperazione internazionale.

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Il punto di vista del Libano

Nel Libano attraversato da crisi economica, divisioni politiche, presenza di comunità cristiane, musulmane e druse, l’arrivo del Papa è vissuto con grande speranza. Secondo Paul Abdel Sater, arcivescovo maronita di Beirut, la visita «non porterà soluzioni immediate, ma un segno di speranza per continuare la nostra missione». 

Per molti cristiani libanesi — una comunità storica, ma in calo da decenni a causa di guerra, emigrazioni, instabilità — la presenza del Pontefice assume un significato simbolico: rafforzare la loro identità, la loro fiducia nella possibilità di convivenza pacifica.

Tuttavia, le difficoltĂ  restano: la situazione economica, la crisi politica, la presenza di milizie armate e le tensioni regionali sono problemi strutturali che non possono essere sanati solo con un messaggio religioso.

La diplomazia internazionale e il dialogo interreligioso

La voce del Vaticano, con la sua autorevolezza spirituale e morale, può rappresentare uno stimolo — ma non basta da sola. Occorre:

  • l’impegno attivo degli Stati e della comunitĂ  internazionale per garantire negoziati concreti;

  • il supporto umanitario immediato, con protezione dei civili, accesso agli aiuti, diritti fondamentali;

  • il dialogo interreligioso e interculturale, per costruire una convivenza stabile, lontana dall’odio e dall’intolleranza;

  • un’azione politica lungimirante, che consideri il futuro delle cittĂ , delle popolazioni, dei rifugiati.

In questo senso, la visita del Papa in Libano — e il suo richiamo alla “soluzione a due Stati” — rappresenta una scintilla: un momento di speranza che potrebbe riaccendere la volontà di pace.

Un appello alla coscienza globale

Il messaggio di Papa Leone XIV arriva in un momento drammatico: guerre che si intrecciano, comunitĂ  in fuga, famiglie spezzate, terre contese. Ma arriva anche come monito e invito: a non rassegnarsi, a non accettare la guerra come destino inevitabile.

30 Novembre 2025
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