đ Il viaggio in Libano del Pontefice è un messaggio forte
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TogglePapa Leone XIV è atterrato a Beirut, iniziando una tappa cruciale del suo primo viaggio apostolico allâestero â Turchia e Libano â dopo la sua elezione a maggio.
Durante il volo da Istanbul a Beirut, rispondendo ai giornalisti, il Papa ha riaffermato con nettezza la posizione della Santa Sede sul conflitto israelo-palestinese: secondo lui, la creazione di uno Stato palestinese accanto a uno Stato israeliano resta lâunica soluzione giusta e duratura. âSappiamo che in questo momento Israele non accetta questa soluzione, ma la consideriamo lâunicaâ. Le sue parole risuonano come un appello di giustizia e di speranza, in un momento di forte tensione in Medio Oriente: una richiesta non solo diplomatica, ma anche morale, che invita a costruire una pace rispettosa dei diritti di tutti.
âDue Popoli, Due Statiâ e lâItalia â e lâEuropa â non possono ignorarlo
Da decenni, la possibilitĂ di una pace duratura fra israeliani e palestinesi è legata allâidea â sancita in decine di risoluzioni internazionali â di uno âStato di Palestinaâ che conviva pacificamente con lo Stato di Israele. Lo sforzo diplomatico è spesso naufragato: il rifiuto israeliano, le divisioni interne palestinesi, le violenze ricorrenti e le ingerenze regionali hanno impedito una soluzione definitiva.
Negli ultimi mesi, la guerra a Gaza e lo scontro fra Israele e milizie legate al Libano ha acutizzato le tensioni. Il rischio di diffusione del conflitto, di una radicalizzazione delle posizioni e di un ulteriore peggioramento della crisi umanitaria è alto. In questo quadro, lâappello del Papa rientra â per la Santa Sede â nellâimpegno per i diritti umani, per il rispetto delle leggi internazionali, per la protezione dei civili.
Per lâEuropa, e in particolare per lâItalia â Paese geograficamente e culturalmente vicino al Mediterraneo â la prospettiva di una soluzione negoziata non è solo un ideale, ma una questione concreta di stabilitĂ , flussi migratori, dialogo interreligioso e cooperazione internazionale.
Il punto di vista del Libano
Nel Libano attraversato da crisi economica, divisioni politiche, presenza di comunitĂ cristiane, musulmane e druse, lâarrivo del Papa è vissuto con grande speranza. Secondo Paul Abdel Sater, arcivescovo maronita di Beirut, la visita ÂŤnon porterĂ soluzioni immediate, ma un segno di speranza per continuare la nostra missioneÂť.Â
Per molti cristiani libanesi â una comunitĂ storica, ma in calo da decenni a causa di guerra, emigrazioni, instabilitĂ â la presenza del Pontefice assume un significato simbolico: rafforzare la loro identitĂ , la loro fiducia nella possibilitĂ di convivenza pacifica.
Tuttavia, le difficoltĂ restano: la situazione economica, la crisi politica, la presenza di milizie armate e le tensioni regionali sono problemi strutturali che non possono essere sanati solo con un messaggio religioso.
La diplomazia internazionale e il dialogo interreligioso
La voce del Vaticano, con la sua autorevolezza spirituale e morale, può rappresentare uno stimolo â ma non basta da sola. Occorre:
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lâimpegno attivo degli Stati e della comunitĂ internazionale per garantire negoziati concreti;
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il supporto umanitario immediato, con protezione dei civili, accesso agli aiuti, diritti fondamentali;
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il dialogo interreligioso e interculturale, per costruire una convivenza stabile, lontana dallâodio e dallâintolleranza;
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unâazione politica lungimirante, che consideri il futuro delle cittĂ , delle popolazioni, dei rifugiati.
In questo senso, la visita del Papa in Libano â e il suo richiamo alla âsoluzione a due Statiâ â rappresenta una scintilla: un momento di speranza che potrebbe riaccendere la volontĂ di pace.
Un appello alla coscienza globale
Il messaggio di Papa Leone XIV arriva in un momento drammatico: guerre che si intrecciano, comunitĂ in fuga, famiglie spezzate, terre contese. Ma arriva anche come monito e invito: a non rassegnarsi, a non accettare la guerra come destino inevitabile.
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