1:11 pm, 28 Novembre 25 calendario

🌐 Bologna celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità

Di: Redazione Metrotoday
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Cultura accessibile come impegno quotidiano

Il 3 dicembre torna la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita dall’ONU nel 1981 per ricordare alle società di tutto il mondo che l’inclusione non è un traguardo acquisito, ma un compito quotidiano. Bologna, città che da anni investe su accessibilità, welfare culturale e partecipazione attiva, rinnova il suo impegno con un programma diffuso che coinvolge musei e luoghi della cultura del capoluogo e della vasta area metropolitana. Un calendario che quest’anno non si limita alla data simbolica, ma si estende dal 29 novembre al 14 dicembre 2025, con 31 attività pensate per accogliere pubblici con esigenze sensoriali, motorie e cognitive differenti.

Si tratta del secondo anno consecutivo in cui le istituzioni culturali del territorio scelgono una progettualità condivisa: un percorso che segna il consolidarsi di un modello di rete che molte altre città italiane stanno osservando con interesse, riconoscendo in Bologna un laboratorio avanzato nel campo dell’accessibilità museale.

Un impegno che parte da lontano

L’attenzione di Bologna al tema dell’inclusione culturale non nasce oggi. Per oltre un decennio, le realtà museali comunali – dal Museo Archeologico al MAMbo, passando per il Museo Civico Medievale, la Biblioteca Sala Borsa e le collezioni universitarie – hanno sviluppato percorsi dedicati ai visitatori con disabilità visiva, uditiva, intellettiva e fisica.

Già negli anni Duemila erano stati sperimentati, in alcuni musei, percorsi tattili e materiali multimediali semplificati. Successivamente, grazie a progetti europei e collaborazioni con associazioni del territorio, sono stati introdotti video in Lingua dei Segni Italiana, audioguide inclusive, laboratori con facilitatori culturali e iniziative specifiche per persone con disturbi dello spettro autistico.

L’esperienza maturata ha consentito di arrivare a un approccio sistemico, in cui l’accessibilità non è più pensata come un evento straordinario, ma come una dimensione strutturale del servizio culturale.

Un territorio che si muove insieme

La programmazione 2025 coinvolge 17 realtà culturali in 11 comuni della Città metropolitana: Anzola dell’Emilia, Baricella, Bentivoglio, Bologna, Dozza, Galliera, Imola, Pianoro, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena e Sant’Agata Bolognese. Una partecipazione così ampia non solo rende evidente la maturità del territorio, ma segnala la volontà politica e gestionale di accorciare le distanze fra centro e periferia.

I musei metropolitani non sono semplici luoghi di esposizione, ma presidi sociali: ambienti in cui si coltivano relazioni, si costruiscono competenze, si combatte l’isolamento. Non sorprende che molti comuni abbiano aderito con entusiasmo, integrando attività già sperimentate negli ultimi anni con nuove proposte calibrate sulle specifiche caratteristiche delle loro comunità.

Attività per attraversare la cultura con tutti i sensi

Il programma 2025 è ricco e variegato. Prevede:

  • visite guidate tattili in musei archeologici e collezioni storico-artistiche;

  • visite guidate in LIS (Lingua Italiana dei Segni) condotte da mediatori sordi o bilingui;

  • concerti pensati per un pubblico eterogeneo, con elementi visivi e ritmici studiati per la fruizione multisensoriale;

  • laboratori creativi per bambini, famiglie e adulti;

  • letture accessibili con libri tattili, ad alta leggibilità e strumenti compensativi;

  • attività di espressione motoria, spesso integrate con il patrimonio museale;

  • degustazioni inclusive, dove gusto, olfatto e narrazione culturale si intrecciano.

Tra gli appuntamenti più attesi, le visite tattili alle collezioni del Museo Civico d’Arte Industriale e del Museo della Musica, i percorsi per non vedenti presso I Portici del Palazzo Poggi e le attività inclusive delle biblioteche metropolitane, che negli ultimi anni hanno rafforzato i loro servizi di lettura facilitata.

Non mancano iniziative nei musei dedicati alla scienza e alla storia del lavoro: percorsi pensati per rendere comprensibili concetti complessi attraverso oggetti, suoni e linguaggi alternativi. Alcune attività prevedono la presenza di educatori museali con formazione specifica sulle neurodivergenze e sul sostegno alle fragilità cognitive.

Accessibilità come asse portante della sostenibilità sociale

Il tema dell’accessibilità culturale è oggi parte integrante delle politiche di sostenibilità sociale. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità parla chiaramente della cultura come diritto, non come bene accessorio. E questo diritto passa attraverso l’abbattimento di barriere non solo fisiche, ma anche comunicative, sensoriali, economiche e relazionali.

In questo senso, Bologna interpreta la Giornata internazionale come un’opportunità per ribadire che l’inclusione non è un concetto astratto, ma un processo che richiede investimento, progettazione, ascolto e formazione. Le attività organizzate non sono solo strumenti di accessibilità, ma vere e proprie pratiche di cittadinanza culturale.

Un percorso che va oltre la celebrazione annuale

La scelta di estendere il programma su oltre due settimane vuole sottolineare un messaggio preciso: la disabilità non è un tema da ricordare un solo giorno all’anno. Molte iniziative nate lo scorso anno sono diventate appuntamenti periodici, andando a costruire un calendario inclusivo stabile, fatto di percorsi replicabili, professionalità specifiche e protocolli condivisi.

Molti musei hanno avviato percorsi di co-progettazione con le associazioni delle persone con disabilità, coinvolgendo direttamente utenti e famiglie nella definizione delle attività. Questo approccio non solo garantisce maggiore efficacia, ma modifica la percezione stessa dei musei: da luoghi di visita a luoghi di partecipazione.

L’accessibilità museale non riguarda solo le attività programmate. Anche gli elementi più “invisibili” svolgono un ruolo fondamentale: la segnaletica chiara, le mappe tattili, la presenza di rampe e ascensori adeguati, la disponibilità di sedute diffuse, l’utilizzo di un linguaggio semplice e comprensibile, la possibilità di prenotare supporti dedicati.

In diversi musei sono state introdotte “stanze del silenzio”, ambienti pensati per chi ha bisogno di ridurre stimoli sensoriali, soprattutto bambini e adulti con disturbi dello spettro autistico. Altri hanno predisposto percorsi a bassa affluenza, per evitare sovrastimolazione o affaticamento.

Cultura come cura e strumento di relazione

Le attività previste nel 2025 includono anche pratiche di welfare culturale: incontri che intrecciano movimento, creatività, ascolto musicale e condivisione. Sempre più ricerche, negli ultimi anni, hanno evidenziato il valore terapeutico e preventivo della partecipazione culturale, soprattutto per persone con fragilità fisiche o cognitive. Bologna ha saputo mettere in rete musei, Asl, associazioni e università, dando vita a sperimentazioni che oggi sono considerate modello nazionale.

L’obiettivo dichiarato delle istituzioni bolognesi è trasformare l’accessibilità in un principio guida e non in un insieme di interventi sporadici. Il traguardo è culturale prima ancora che tecnico: l’idea che la diversità dei corpi, delle percezioni e delle modalità di fruizione non sia un ostacolo, ma un’opportunità per ripensare il modo stesso di intendere la cultura.

La Giornata internazionale delle persone con disabilità diventa quindi un’occasione per ribadire un impegno collettivo: rendere ogni museo un luogo aperto, accogliente, comprensibile, abitabile da tutti.


28 Novembre 2025
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