9:59 am, 27 Novembre 25 calendario

🌐  Caso Poggi, una perizia che cambia tutto e il Dna sulle unghie

Di: Redazione Metrotoday
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Si amplia la mappa del dubbio

Una nuova perizia genetica riaccende con forza il giallo di Chiara Poggi — la 26enne uccisa la notte fra il 12 e il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco (Pavia). Le tracce biologiche rilevate sotto le sue unghie, secondo la consulenza dell’esperta nominata dal tribunale, risultano «pienamente compatibili» con la linea paterna di Andrea Sempio, amico d’infanzia del fratello di Chiara. 

La scoperta — anticipata in queste ore — per molti potrebbe riscrivere le carte del caso: finora, l’unico condannato per l’omicidio era Alberto Stasi, condanna divenuta definitiva nel 2017. Ora, dopo quasi vent’anni, emerge un nuovo potenziale protagonista della tragedia: non più un fidanzato geloso, ma un amico di famiglia, presente all’epoca nella stessa cerchia di frequentazioni della vittima.

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🌐  Il punto: che cosa dicono le nuove analisi

L’analisi — condotta dalla genetista del gabinetto di polizia scientifica designata dal gip di Pavia per l’incidente probatorio — riguarda due frammenti prelevati da unghie di Chiara, rispettivamente identificate come “mdx5” e “msx1”. Su queste tracce è emerso un aplotipo Y compatibile con quello della linea paterna di Andrea Sempio.

Tecnicamente, l’aplotipo Y è un marcatore genetico trasmesso per via paterna — non individualizzante come un profilo completo, ma da considerarsi comunque molto raro e attribuibile a un ristretto gruppo di soggetti imparentati in linea maschile.

La perizia contesta inoltre le precedenti conclusioni: anni fa, un altro esperto, Francesco De Stefano, aveva ritenuto le tracce “non consolidabili”, insufficienti a fornire un profilo genetico riconoscibile. Oggi, quelle analisi risultano fragili — campioni non omogenei, profili parziali e un numero limitato di marcatori.

In sintesi: secondo la nuova perizia, la compatibilità con Sempio è «scientificamente significativa»; ma resta da decidere — in sede di comparazione definitiva e di dibattimento — come e quando quel Dna è finito sotto le unghie di Chiara. Contatto diretto al momento del delitto? O trasferimento indiretto tramite un oggetto toccato da Sempio in altri momenti, durante le sue frequenti visite in casa Poggi?

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🌐  Dal 2007 a oggi: la parabola di un caso “riciclato”

Quando, la mattina del 13 agosto 2007, venne ritrovato il corpo senza vita di Chiara nella villetta di via Pascoli, per più di un decennio l’attenzione si concentrò su Alberto Stasi, fidanzato della giovane: condanna, appelli, conferme — e definitiva chiusura del caso con la sua condanna definitiva nel 2017.

Già allora circolarono voci su frequenti visitatori della casa, tra cui Sempio, amico del fratello di Chiara. Ma tali piste rimasero marginali: non furono ritenute affidabili. La perizia genetica del 2007, eseguita dai carabinieri del RIS, non riconobbe in modo certo alcun profilo decisivo.

Passarono gli anni. Nel 2023 la difesa di Stasi chiese un nuovo esame del materiale biologico — su impulso della Procura di Pavia — e nel marzo 2025 Sempio, riemergendo dal passato, fu sottoposto a nuovo prelievo del Dna.

La consulenza della Procura, depositata il 5 febbraio 2025, rilevò la presenza sotto le unghie di Chiara di ben cinque differenti aplotipi Y; uno di questi risultava “perfettamente sovrapponibile” a quello di Sempio.

Mesi di attesa, sospetti, polemiche. Alcuni periti difensivi e della parte civile (famiglia Poggi) sottolineavano ancora la natura problematica delle tracce — degradate, parziali, non sufficienti a stabilire alcuna certezza. 

E invece oggi, la perizia nominata dal tribunale restituisce una “piena concordanza” — un’interpretazione che, se confermata, spinge nella direzione di un coinvolgimento diretto o indiretto di Sempio.

🌐  Le implicazioni — giudiziarie, morali, sociali

Se in fondo a questa nuova stagione investigativa si dovesse accertare un ruolo di Sempio nel delitto — anche solo come partecipante o tramite un’interazione con la vittima — si aprirebbe un drammatico scenario di revisione.

Per l’unica condanna finora definitiva (quella di Stasi), verrebbero meno molte certezze: il profilo dell’assassino non sarebbe più solo quello del fidanzato geloso, ma potrebbe includere un amico, un conoscente — qualcuno di fidato, parte di quel cerchio di amicizie che frequentava la casa Poggi.

Per la famiglia di Chiara — per anni costretta a convivere con una verità processuale che oggi appare fragilissima — sarebbe l’ennesimo colpo. Non solo perché l’ultima parola sarebbe ancora lontana, ma perché la certezza di una condanna resta sospesa, come un macigno sul passato.

Per la giustizia e la società, questo caso diventa un monito: la scienza, quando è inconcludente, non può essere usata come prova di un castello accusatorio. Ma quando nuove tecniche, nuovi strumenti, riaprono la scena incandescente di un delitto, la verità — o una sua versione più vicina — merita di essere riconsiderata, senza pregiudizi.

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🌐  Il calendario dei prossimi passi

Il deposito formale della perizia definitiva è atteso nei primi giorni di dicembre. Poi, il 18 dicembre, le parti si confronteranno in udienza davanti al tribunale di Pavia — per decidere se le tracce genetiche potranno essere ammesse come elemento probatorio valido.

Quel giorno molti quesiti chiave dovranno trovare una risposta:

  • Come è finito il Dna sotto le unghie di Chiara? Solo tramite un contatto diretto durante il delitto — o per via indiretta, magari su un oggetto maneggiato in momenti precedenti?

  • Chi — quel giorno — frequentava la casa? Quante persone potrebbero essere coinvolte?

  • Quanto pesa questa nuova evidenza rispetto a tutto il resto del materiale raccolto nel 2007, nelle perizie successive e nelle sentenze definitive?

Se il tribunale validerà la prova, le conseguenze legali e simboliche potrebbero essere profonde. Se invece la riterrà insufficiente o dubbia, resterà aperto un capitolo oscuro: e per Chiara la giustizia continuerà a sembrare un traguardo lontano.

🌐  Un caso che ha riscritto — e forse riscriverà — la memoria di un paese

Il delitto di Garlasco è diventato negli anni un luogo simbolico della giustizia italiana: processi lenti, perizie contrastanti, sospetti, accuse, una condanna definitiva.

Oggi, con questa nuova perizia, quella narrazione potrebbe cambiare ancora. Non solo per le ombre che si fanno più nette sul coinvolgimento di un altro uomo, ma per la fiducia stessa nelle procedure: quella che, dopo 18 anni, la verità non è mai data per acquisita, e che il sacrificio di una vita e di una famiglia non può essere archiviato con superficialità.

27 Novembre 2025
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