12:16 pm, 26 Novembre 25 
Chip cerebrale e il piccione diviene “bio‑drone” vigilante
Di: Redazione Metrotoday
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ToggleL’azienda neuro‑tecnologica russa Neiry ha annunciato di aver completato i primi test: uno stormo di piccioni dotati di “interfacce neurali” è stato rilasciato da un laboratorio a Mosca, è volato liberamente e — secondo la compagnia — è rientrato “in autonomia”. Alcuni di questi uccelli resterebbero nei pressi della capitale, altri sarebbero destinati a missioni a lunga distanza, potenzialmente su migliaia di chilometri.
Come funziona la tecnologia “biodrone”
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Gli uccelli vengono sottoposti a un intervento chirurgico stereotassico: elettrodi sono impiantati in precise aree del cervello, collegati a un micro‑stimolatore, GPS e unità di controllo montate su un “backpack” applicato alla schiena dell’animale. Il tutto è alimentato da pannelli solari.
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Il sistema consente di inviare comandi al volatile: stimoli cerebrali che — almeno secondo Neiry — determinerebbero l’orientamento del volo. Non servirebbe addestramento comportamentale, sostiene l’azienda: l’uccello diventerebbe automaticamente “controllabile” dopo l’impianto.
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I “biodroni” sono equipaggiati con telecamere e moduli di registrazione, in grado di svolgere operazioni di sorveglianza su infrastrutture critiche — come reti elettriche, impianti gas, installazioni industriali — oltre a ispezioni ambientali, monitoraggio territoriale, operazioni di ricerca e soccorso, secondo la società.
Neiry sostiene che il costo di un biodrone sia comparabile a quello di un drone convenzionale, ma con “prestazioni nettamente superiori” in termini di autonomia e portata. La compagnia afferma inoltre che la sopravvivenza degli uccelli dopo l’impianto è garantita — ma non sono ancora chiare le metriche di valutazione, né le verifiche indipendenti.

Reazioni, perplessità, implicazioni
La notizia ha provocato scalpore dentro e fuori i confini russi, e solleva più di un allarme:
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Etica e diritti degli animali: usare esseri viventi come “macchine” artefatte — modificando cervelli e forzando voli e sorveglianza — apre una questione fondamentale sul rispetto della vita e della dignità degli animali. Alcuni esperti del settore già avvertono che la linea che separa tecnologia e biologia si sta rapidamente assottigliando.
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Sicurezza, sorveglianza e privacy: se questi “biodroni” fossero davvero impiegati su vasta scala, potrebbero tracciare, registrare, monitorare aree sensibili — magari eludendo radar e sistemi anti‑drone tradizionali grazie all’aspetto naturale e “silenzioso” di un volatile. La diffusione di realtà di questo tipo rischia di rendere le città e le infrastrutture vulnerabili a sorveglianza clandestina e controlli invisibili.
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Precedenti storici e implicazioni geopolitiche: non è la prima volta che si tenta di usare uccelli per spionaggio o ricognizione. Nel secolo scorso, piccioni venivano impiegati per trasmissione di messaggi in guerra. Ora si torna a un’idea simile, ma con strumenti tecnologici avanzati. Alcuni analisti sottolineano come il progetto di Neiry — se confermato e sviluppato — potrebbe essere esportato anche all’estero, con rischi di proliferazione.
Tra scienza, propaganda e realtà
C’è chi accoglie l’annuncio con una certa dose di scetticismo. È difficile — data la natura del progetto — distinguere al momento tra verità, sovrastime aziendali e potenziale disinformazione. Non si sa infatti quali siano le condizioni reali degli uccelli dopo l’impianto, né quante missioni abbiano realmente effettuato, né quanta autonomia mantengano lontano dai laboratori.
Inoltre, non è stato diffuso un report indipendente che certifichi i risultati dichiarati da Neiry: le promesse di “100% di sopravvivenza” e di totale controllo del volo restano per adesso sulle parole degli sviluppatori.
Eppure, se anche solo una parte dell’esperimento risultasse autentica, le implicazioni sarebbero enormi. Non più solo droni meccanici, ma esseri viventi modificati: una frontiera inquietante, in cui biologia e tecnologia s’intrecciano con finalità di sorveglianza.
Una storia che interessa il mondo intero
In un periodo di tensioni internazionali, crisi energetiche, guerre tecnologiche e crescente uso di droni — militari, civili, informativi — la novità russa suona come un possibile “game changer”.
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Le infrastrutture critiche diventano più vulnerabili rispetto a potenziali sofisticate forme di controllo invisibile.
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La bio‑sorveglianza potrebbe generare un nuovo mercato — legale o clandestino — per tecnologie ibride, al confine tra scienza, guerra e intelligence.
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I diritti animali e i valori etici di società democratiche verrebbero messi in discussione ….
In un mondo dove la sorveglianza digitale è già pervasiva, l’idea di uccelli‑spia chip‑dotati sembra uscita da un romanzo di fantascienza distopica. Un segnale — forse — di quanto la corsa alla tecnologia e al controllo stia superando l’immaginabile, trasformando perfino la natura in strumento di potere.
26 Novembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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