2:32 pm, 25 Novembre 25 calendario

Piano di pace USA–Ucraina 2025, pressioni e avvertimenti dalla Casa Bianca

Di: Redazione Metrotoday
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Washington / Kiev / Ginevra — La proposta di pace elaborata dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina, strutturata in un piano iniziale di 28 punti, entra oggi in una fase di svolta diplomatica, ma anche di profonda tensione. Sullo sfondo, l’ammonimento della Casa Bianca: «Non possiamo fornire armi all’Ucraina per sempre».

Il piano elaborato dalla presidenza Trump nel novembre 2025 include una serie di clausole molto robuste, tra le quali cedere alla Russia territori contesi, imporre limiti drastici all’esercito ucraino e vincolare Kiev a una neutralità permanente.

In particolare:

  • La proposta esige che l’esercito ucraino resti limitato a 600.000 unità in tempo di pace.

  • Kiev dovrebbe rinunciare all’adesione alla NATO, sancendo tale divieto anche nella Costituzione.

  • Verrebbe stabilito un accordo di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa; in cambio, gli Stati Uniti offrirebbero garanzie di sicurezza, ma con condizioni precise, come clausole che annullano le protezioni se l’Ucraina attaccasse territorio russo.

  • Il progetto include inoltre un massiccio piano di ricostruzione dell’Ucraina, da finanziare anche con gli asset russi congelati dopo l’invasione. 

  • Il reattore nucleare di Zaporizhzhia verrebbe posto sotto il controllo dell’AIEA, e l’energia prodotta condivisa tra Russia e Ucraina.

  • Si prevede anche la convocazione di elezioni ucraine entro 100 giorni dall’accordo.

In sostanza, l’architettura della proposta suona per molti come fortemente orientata verso una vittoria diplomatica de facto per la Russia, pur offrendo a Kiev alcune compensazioni simboliche o economiche.

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Pressioni diplomatiche a Ginevra

Nei giorni scorsi, una delegazione statunitense guidata dal Segretario di Stato Marco Rubio, insieme a funzionari ucraini, europei e canadesi, ha avviato colloqui a Ginevra per discutere il piano.

Rubio ha dichiarato che i colloqui sono stati «probabilmente i più produttivi finora», ma ha anche ammesso che il documento è ancora in divenire: «È un testo vivo, lo modifichiamo man mano con i contributi». 

Anche il governo ucraino ha partecipato attivamente. Secondo un comunicato congiunto, Usa e Kiev hanno elaborato un “framework di pace raffinato” dopo le discussioni, ma molti dettagli restano ancora al vaglio.

L’avvertimento della Casa Bianca: armi sì, ma non per sempre

Il nodo più controverso, tuttavia, non è solo il contenuto del piano ma anche la pressione Usa su Kiev. In un discorso ufficiale, un portavoce della Casa Bianca ha messo in chiaro che il sostegno militare americano – in termini di armi e intelligence – non potrà durare indefinitamente. 

Fonti citate dall’AGI riferiscono che Washington sta usando la minaccia di tagliare ulteriori forniture come leva: un modo per convincere Kiev ad accettare un accordo che, altrimenti, sarebbe troppo gravoso

La proposta statunitense ha suscitato immediate reazioni da molti alleati europei. Francia, Germania e Regno Unito (l’E3) hanno espresso forti riserve: temono che il piano consegni a Mosca un premio ingiustificato e metta a rischio la sicurezza futura dell’Europa.

Alcuni parlamentari americani, democratici e repubblicani, hanno dichiarato che il piano – così come delineato – sembra più una lista di desideri di Mosca che un vero accordo di pace. 

Sul fronte ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha ringraziato gli Stati Uniti per l’impegno ma si è detto “cauto”: l’accettazione del piano, ha affermato, non può avvenire a scapito della dignità e della sovranità nazionale.

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I punti deboli del piano

I critici evidenziano diversi rischi legati al piano:

Rottura con il principio delle frontiere inviolabili. Concedere territori alla Russia in nome della “pace” sembra retrocedere su principi fondamentali di diritto internazionale.

Garanzie di sicurezza condizionate. Le promesse di protezione Usa non sarebbero automatiche: se l’Ucraina dovesse reagire, potrebbe perdere le garanzie.

Limitazione delle forze armate. Il tetto di 600.000 soldati è visto come un indebolimento strutturale che renderebbe l’Ucraina vulnerabile in futuro.

Dipendenza dagli Stati Uniti. Se il sostegno militare terminasse (come suggerito dalla Casa Bianca), Kiev potrebbe trovarsi in grave difficoltà, soprattutto se ha ceduto parte del territorio.

Dubbio sulle tempistiche e sull’attuazione. La pressione sul piano politico statunitense sembra dettata da scadenze rapide (si parla di una scadenza autunnale imposta da Trump), il che riduce lo spazio per un negoziato equilibrato.

Alla luce delle recenti dichiarazioni e delle tensioni diplomatiche, si possono delineare alcuni possibili scenari:

  • Accettazione del piano con riserve: Kiev potrebbe firmare un accordo emendato, sperando in garanzie reali e in un impegno concreto di ricostruzione, ma a costo di compromessi territoriali.

  • Rifiuto o rinvio: L’Ucraina potrebbe respingere la proposta nella sua forma attuale, cercando di negoziare con gli europei un’alternativa più favorevole.

  • Taglio dell’assistenza americana: Se la Casa Bianca mantiene l’avvertimento, la sospensione delle armi potrebbe ripercuotersi drasticamente sul fronte ucraino.

  • Mediazione europea: I partner Ue potrebbero proporre una controproposta più equilibrata, forzando Washington a rivedere alcuni punti centrali.

  • Continuità del conflitto: Se le trattative falliscono o se l’accordo è percepito come troppo svantaggioso, la guerra potrebbe continuare con una recrudescenza degli attacchi.

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Il piano statunitense di pace per l’Ucraina — con i suoi 28 punti originari e le successive revisioni — rappresenta al contempo un’apertura diplomatica e una minaccia strategica. Le garanzie di sicurezza, le concessioni territoriali e il taglio dell’assistenza militare sono leve potenti, ma anche pericolose.

La dichiarazione della Casa Bianca — «non possiamo fornire armi all’Ucraina per sempre» — emerge come un monito severo: l’America sembra essere pronta a fare un passo indietro se Kiev non accetta la proposta. Resta però da vedere se la diplomazia europea riuscirà a mediare un accordo più giusto e sostenibile, o se l’Ucraina verrà spinta in una posizione di scelta tra compromesso e resistenza.

La posta in gioco non è solo il futuro di Kiev, ma la stabilità europea, l’equilibrio transatlantico e il concetto stesso di pace duratura.

25 Novembre 2025
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