10:42 am, 25 Novembre 25 calendario

🌐 La monogamia non è un limite ma una «promessa d’infinito»

Di: Redazione Metrotoday
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Città del Vaticano — Il Vaticano torna a ribadire con decisione i cardini della dottrina matrimoniale tradizionale: monogamia, unità, sessualità coniugale. Con la pubblicazione della nota dottrinale “Una Caro – In Praise of Monogamy” (letteralmente “Una sola carne – Elogio della monogamia”), il Dicastero per la Dottrina della Fede — con l’approvazione di Papa Leo XIV — delinea una visione del matrimonio come vincolo esclusivo, stabile e profondamente legato al significato spirituale della coppia.

Redatta con contributi teologici, biblici, filosofici e perfino poetici, la nota si articola in sette capitoli più una conclusione. Il testo richiama figure spirituali e letterarie — da sant’Agostino a poeti come Walt Whitman o Pablo Neruda — per spiegare il valore della monogamia come scelta radicale di appartenenza reciproca, non come mera opposizione alla poligamia.

Secondo il documento, l’unione matrimoniale non è un contratto negoziabile o somministrabile a più persone, ma un “legame unico ed esclusivo”, fondato sul consenso libero di un uomo e di una donna, e teso a un “appartenersi” totale.

Sessualità coniugale: non solo per procreare

Uno degli aspetti più rilevanti e – in alcuni contesti – più innovativi della nota riguarda la funzione della sessualità nella coppia. Il testo afferma che il rapporto sessuale tra sposi non deve essere visto solo come mezzo per avere figli, ma come espressione profonda di unità e comunione spirituale. Secondo il Vaticano, l’intimità fisica contribuisce a consolidare l’unione, a coltivare l’appartenenza e a rafforzare il vincolo coniugale: la sessualità diventa così un dono, parte integrante di quella “carità coniugale” che unisce più intimamente i coniugi.

La nota chiarisce che la monogamia non va ridotta a semplice rifiuto della poligamia o del “polyamore” (relazioni con più partner). Piuttosto, essa è presentata come un modello relazionale a sé, fondato su una reciprocità che non può essere condivisa con altri.

Il documento risponde anche a pratiche culturali che persistono in alcune aree del mondo. Va detto, infatti, che la stesura della nota appare, in parte, come risposta a richieste provenienti da vescovi di Paesi africani dove la poligamia ha ancora radici culturali.

Un punto chiave del testo è l’idea che il matrimonio autentico non sia un possesso: «Il matrimonio non è proprietà», scrive il Dicastero. L’amore coniugale, secondo la nota, richiede «delicata cura» e un’attenzione che rispetti la libertà di ciascuno.

Il documento mette in guardia contro relazioni basate su desideri disordinati, oppressione psicologica o abusi, affermando che un amore sano è proprio quello che non necessita di controllare o utilizzare l’altro per soddisfare bisogni personali.

Un’unione che attraversa il tempo

Per il Vaticano, il matrimonio cristiano ha un’importanza che supera il piano materiale ed entra in dimensione spirituale. La nota afferma che tale unione è simbolo della relazione tra Cristo e la Chiesa: un vincolo sacro, che si fonda nella grazia e nella reciprocità.

Inoltre, la spiritualità matrimoniale è alimentata dalla preghiera e dalla vita sacramentale: in tale prospettiva, la coppia è chiamata a sostenersi reciprocamente nella crescita interiore, a coltivare una “amicizia coniugale” fatta di comprensione, pazienza e dedizione. 

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Cultura individualista e relazioni “liquide”

La nota riflette anche sulle trasformazioni sociali attuali: in un’epoca dominata da individualismo, consumismo e rapporti sempre più fluidi, il Vaticano risponde con un richiamo forte a un modello di matrimonio stabile. Il documento mette in guardia contro la “trivializzazione del tradimento” e la diffusione del “polyamory” nel mondo occidentale, che proporrebbe relazioni multiple come se fossero equivalenti a un’unica unione vera.

Le reazioni alla nota sono già arrivate: da parte cattolica, molti accolgono il testo come una riaffermazione salda della dottrina matrimoniale tradizionale, particolarmente importante in un mondo in rapido mutamento.

Per altri, il documento può rappresentare una sfida pastorale: come dialogare con chi vive relazioni “non convenzionali”? In particolare nei contesti dove la poligamia è culturalmente radicata, la nota potrebbe essere vista come una frattura tra la dottrina ufficiale e la vita quotidiana dei fedeli.

È inoltre probabile che il testo influisca su alcuni dibattiti sociali e politici, soprattutto in Paesi dove la questione del matrimonio, dell’identità familiare e dei diritti civili è al centro del confronto pubblico.

Un’interpretazione più completa del matrimonio

Con “Una Caro”, il Vaticano non solo riafferma valori tradizionali, ma prova a ricostruire una visione integrale del matrimonio: non solo come luogo della procreazione, ma come spazio di dono reciproco, amore, crescita spirituale e responsabilità.

La monogamia, secondo il Dicastero per la Dottrina della Fede, non è una rinuncia, ma una promessa — un «patto d’infinito» — che unisce due persone in una relazione esclusiva e profonda, capace di durare e di portare frutti ben oltre la sfera biologica.

La sfida futura per la Chiesa sarà rendere tangibile questo ideale: non solo nelle undici pagine di un documento, ma nella pastoralità concreta, nell’accompagnamento delle coppie, nelle comunità cristiane. Perché, come dice la nota, il matrimonio è «un’unione che non può essere condivisa con altri» — e forse proprio per questo diventa un segno potente in un’epoca sempre più disgregata.

25 Novembre 2025 ( modificato il 28 Novembre 2025 | 9:14 )
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