Siracusa, scimpanzé salvato dai Carabinieri
Le indagini e il sequestro
L’operazione è scattata grazie ai Carabinieri CITES, l’unità specializzata nella tutela delle specie selvatiche minacciate. Durante un controllo nell’abitazione di un uomo di origine maltese, ma residente in Italia, è emersa la presenza dello scimpanzé senza alcuna autorizzazione. Secondo quanto accertato dai militari, l’animale è stato introdotto nel territorio italiano illegalmente – l’uomo ha dichiarato di averlo acquistato a Malta, probabilmente su un mercato clandestino.
I veterinari intervenuti dall’ASP di Siracusa hanno verificato che le condizioni di detenzione erano “incompatibili con la natura” del primate. La catena lunga due metri non solo gli impediva libertà di movimento, ma provocava comportamenti stereotipati e danni fisici: la ferita all’inguine è un segnale evidente di sofferenza protratta.
L’uomo è stato denunciato per maltrattamento di animali e detenzione illecita di specie protetta.
Dopo il sequestro, lo scimpanzé è stato prima trasferito all’ospedale veterinario dell’Università di Messina, per le prime cure. Successivamente, con il supporto operativo del raggruppamento Carabinieri CITES di Roma, l’animale è giunto al Bioparco di Roma, struttura autorizzata per ospitare specie come la sua.
Qui, secondo le autorità, verrà attivato un percorso di recupero con un’equipe di etologi ed esperti che valuteranno la possibilità di inserirlo in un gruppo sociale di altri scimpanzé, fondamentale per il suo benessere comportamentale.
Implicazioni legali e morali
Il caso di Siracusa non è solo una questione di reato: mette in luce un fenomeno ancora attuale, pur essendo regolamentato dalla Convenzione CITES, che mira a contrastare il commercio illegale di specie selvatiche. Lo scimpanzé, oltre ad essere a rischio estinzione, è considerato anche pericoloso per la salute e l’incolumità pubblica se detenuto senza adeguate condizioni.
Tra le questioni più gravi emerse:
Traffico clandestino: l’acquisto da Malta suggerisce l’esistenza di reti illegali che commerciano primati, un business inumano e pericoloso.
Benessere animale: tenere uno scimpanzé legato per ore o giorni è incompatibile con la sua natura sociale e cognitiva. Le lesioni fisiche e i comportamenti stereotipati testimoniano un trauma serio.
Rischio sanitario: scimpanzé e altri primati sono potenziali vettori di zoonosi, quindi la loro detenzione abusiva rappresenta anche una minaccia per la sanità pubblica.
Responsabilità delle istituzioni: il sequestro dimostra l’importanza del controllo e della cooperazione tra forze dell’ordine, enti sanitari e parchi autorizzati per garantire la tutela di queste specie.
Questo episodio richiama una riflessione urgente:
-
Educazione e sensibilizzazione: molti detentori abusivi possono non essere consapevoli della complessità biologica e psicologica di questi animali. È necessario investire in campagne di informazione.
-
Rafforzamento delle leggi: anche se la normativa esiste, le reti clandestine si muovono su più fronti. Servono pene efficaci e una cooperazione internazionale sempre più stretta.
-
Ruolo dei centri di recupero: strutture come il Bioparco di Roma non solo ospitano gli animali sequestrati, ma possono offrirgli una seconda vita, anche se il reinserimento in natura non è sempre possibile.
-
Etica della detenzione: la detenzione privata di specie selvatiche pone questioni etiche profonde, che dovrebbero spingere legislatori e società a ripensare il rapporto uomo-animale.
La storia dello scimpanzé salvato a Siracusa dai Carabinieri CITES è un monito potente: la biodiversità non è un gioco, né un collezionismo esotico. Dietro ogni esemplare sequestrato, c’è una vita da salvare, un trauma da curare, e una comunità biologica che merita rispetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA








