8:48 am, 23 Novembre 25 calendario

“I Simpson” dicono addio definitivo ad Alice Glick

Di: Redazione Metrotoday
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La storica organista di Springfield muore dopo 35 stagioni

Springfield / Los Angeles — Una nota stonata nella chiesa di Springfield ha segnato una svolta emotiva per i fan de “I Simpson”: nel corso dell’episodio andato in onda il 16 novembre della 37ª stagione, la ripetente organista Alice Glick è caduta priva di vita sui tasti del suo organo durante il sermone del reverendo Lovejoy. È una morte ufficiale, dichiarata “definitiva” dalla produzione: questa volta, Alice non tornerà.

Un addio che pesa: la scena e la conferma

L’episodio — intitolato “Sashes to Sashes” — si apre proprio durante la funzione nella First Church di Springfield. Il sermone procede finché un ruggito improvviso dell’organo interrompe tutto. Lovejoy, dodici secondi prima, stava evocando Mosè; poi qualcosa va storto. La camera inquadra Alice: la sua figura curva, gli occhi fissi, la lingua fuori, il corpo riverso sui tasti. Silenzio nella navata.

Tim Long, co-executive producer, non ha usato mezzi termini riguardo al destino del personaggio: “In un senso, Alice l’organista vivrà per sempre, attraverso la splendida musica che ha creato. Ma in un altro, più importante senso, sì: è morta come un chiodo.”

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Alic e Glick: 35 stagioni di storia (e musica)

Alice Glick non era una comparsa qualsiasi. La sua prima apparizione risale al 1991, nel secondo episodio della serie, “Three Men and a Comic Book”. Per oltre tre decenni, è stata l’organista silenziosa della chiesa di Springfield: una figura stabile ma discreta, che spesso passava in background, accompagnando le scene più solenni o i momenti comunitari.

Nel tempo, ha anche cambiato voce: inizialmente doppiata da Cloris Leachman, poi da Tress MacNeille, una delle voci storiche della serie.

La novità, questa volta, non sta solo nella morte, ma nella sua permanenza: in passato Alice era già “morta”, ma era poi ricomparsa. Nella stagione 22 era stata colpita da un robosigillo e dichiarata morta. Quella volta, però, gli autori avevano giocato con le apparenze: l’avevamo vista come fantasma, viva o morta a seconda delle esigenze narrativi.

Ma questa volta non ci sono “resurrezioni”: la produzione conferma che la sua morte è definitiva.

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L’eredità lasciata: musica, istruzione… e conflitti

Il suo addio ha un risvolto narrativo importante. Alice Glick lascia alla Springfield Elementary l’intero suo patrimonio, con l’esplicito desiderio che venga utilizzato per finanziare un nuovo programma musicale nella scuola.

Questo lascito scatena un acceso dibattito a Springfield. Da un lato, Lisa Simpson incarna l’entusiasmo ideale: con quei soldi si può costruire qualcosa di duraturo, per tutti. Dall’altro, Joe Quimby III, nipote del sindaco, la vede come un’occasione politica: propone di trasformare i fondi in un festival musicale di tre giorni, sulla falsariga di quelle manifestazioni pompose piene di sponsor.

È un perfetto conflitto “alla Simpson”: valori elevati e satira sociale che si mescolano, con battute, gag e una leggerezza che non nasconde però una riflessione sul valore dell’arte, sull’educazione e su come la memoria di un personaggio “minore” possa diventare motore di cambiamento.

La serie che riscrive le regole

Al di là dell’episodio, il tema sollevato da questo addio è più ampio: quanto conta la “coerenza” in un mondo come Springfield, dove la realtà è spesso fluida? A chiarire il punto è lo showrunner Matt Selman, che ha ribadito la visione meta-televisiva degli autori: gli episodi futuri, ha detto, sono “fantasie speculative”: non esiste una timeline rigorosa, le regole tradizionali “da universo cinematografico” non sono vincolanti.

In altre parole: i personaggi possono morire, tornare, scomparire, ricomparire. Ma la storia, quella che vogliono raccontare gli autori, può andare dove serve — anche oltre la coerenza classica.

L’addio ad Alice Glick ha suscitato una forte reazione tra il pubblico. Molti fan sono rimasti colpiti dalla decisione di “uccidere” un volto tanto familiare, pur essendo un personaggio di secondo piano. Le sue apparizioni, spesso discrete, rimanevano parte del tessuto di Springfield: persino la sua morte, seppure grottesca, ha una portata emotiva che ha sorpreso.

Non è passato inosservato nemmeno il modo in cui la serie ha dato peso al suo patrimonio: non solo una morte, ma una dichiarazione d’amore alla musica e all’educazione. Il gesto di Alice — lasciare tutto alla scuola — ha dato al suo addio un senso “utile”, un’eredità concreta per Springfield.

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  • Una perdita simbolica: Alice non era protagonista, ma la sua presenza costante la rendeva quasi un pilastro discreto. La sua morte segna la fine di un piccolo capitolo della storia di Springfield.

  • Spazio per nuove trame: il lascito alla scuola apre la porta a sviluppi narrativi futuri — programmi musicali, conflitti politici, rivalità scolastiche — tutti elementi che possono essere amplificati.

  • Una riflessione sul tempo: se I Simpson non sono vincolati da una timeline rigida, allora la morte di Alice è più che un evento: è una scelta che assomiglia a una pausa, a un momento di riflessione su cosa resti dopo decenni.

Un addio che risuona

La morte definitiva di Alice Glick è una di quelle scelte che sembrano semplici, ma in realtà portano con sé molte implicazioni: nostalgiche, simboliche, narrative. Dopo 35 stagioni, una figura di fondo — ma non per questo insignificante — esce di scena lasciando un’eredità di musica e memoria.

Non è solo il canto di un organo che si spegne, ma un messaggio: anche i personaggi apparentemente minori possono avere una storia che vale, un impatto, e un addio che vale la pena raccontare.

23 Novembre 2025
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