Forum Space&Blue: l’Italia rilancia la sua leadership tra cielo e mare
Nel cuore del ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è tenuta la terza edizione del Forum Space&Blue Economy, un appuntamento ormai centrale per definire la strategia nazionale che connetta le filiere spaziale e marittima. Con un chiaro messaggio al mondo, l’Italia si propone non solo come polo tecnologico avanzato, ma come modello di cooperazione europea e mediterranea, capace di unire oceano e orbita in una visione comune di sviluppo sostenibile e sovranità tecnologica.
Una visione strategica per due economie sinergiche
L’incontro, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha confermato come la cosiddetta “Blue Economy” e la “Space Economy” non siano compartimenti separati, ma due facce di una stessa medaglia strategica per l’Italia. Il Ministro Adolfo Urso ha ribadito che il governo considera queste filiere essenziali per la transizione climatica e per un modello di sviluppo resiliente: «L’Italia è leader mondiale nelle tecnologie satellitari e nei sistemi di osservazione della Terra – ha dichiarato – e per questo abbiamo fatto la scelta coraggiosa di candidarci per ospitare presso di noi un hub europeo per lo sviluppo digitale».
Per Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, la spinta innovativa passa anche attraverso una normativa avanzata: «Siamo gli unici ad aver legiferato per lo spazio e la dimensione subacquea – ha affermato – e chiediamo a Bruxelles un confronto su questa normativa. Pensiamo a un’Agenzia dedicata, che applichi le nostre regole a tecnologie che fino a oggi erano dominio quasi esclusivo della Marina Militare, ma che con l’innovazione possono diventare un’opportunità di ricerca e sviluppo».
Sul tema legislativo è intervenuta anche la senatrice Simona Petrucci, presidente dell’Intergruppo Parlamentare per l’Economia del Mare: ha ricordato il percorso veloce con cui è stata approvata la legge sulle autorità subacquee, segno, a suo dire, di una visione lungimirante del Parlamento su ciò che può nascere dall’interazione tra mare e spazio.

Un punto di svolta: task force, bandi e tavolo permanente
Tra gli annunci più rilevanti del Forum figura la task force “Space and Blue” varata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), pensata per stimolare progetti congiunti e forme di collaborazione cross-industry. L’ASI ha inoltre annunciato il lancio del primo bando dedicato alle tecnologie integrate spazio-mare, con l’obiettivo di favorire prototipazione, applicazioni dual use e sinergie tra aziende del settore subacqueo, navale e spaziale.
Parallelamente, è nata una piattaforma permanente di lavoro presso il Ministero delle Imprese, destinata a mettere in rete imprese, centri di ricerca e istituzioni per sviluppare piani concreti di innovazione. A coordinare l’impegno ci sarà un tavolo su cui saranno chiamati a sedere rappresentanti dell’industria, delle università, dei cluster tecnologici e delle istituzioni marittime e spaziali.
Un ecosistema che cresce
Durante il Forum sono stati presentati anche dati significativi. Secondo l’Osservatorio Integrato Space&Blue, le imprese italiane che operano nei settori spaziale e marittimo generano un valore aggiunto combinato di oltre 7 miliardi di euro, pari al 2,5% del totale manifatturiero nazionale. Un dato in forte espansione: tra il 2015 e il 2023, questa cifra è cresciuta dell’82,4%.
Non è solo un fenomeno locale: l’economia spaziale globale è in rapida ascesa, mentre anche il contributo italiano alla Blue Economy è considerevole. Secondo fonti di Unioncamere e OsserMare, il settore marittimo concorre in modo rilevante al PIL nazionale, con un milione di addetti e centinaia di migliaia di imprese.

Tecnologia e formazione: il motore della filiera
Nel corso dell’evento sono emerse tecnologie chiave per lo sviluppo della filiera Space&Blue: intelligenza artificiale, digital twin, realtà aumentata, tecnologie quantistiche, robotica subacquea, edge computing, high performance computing e telerilevamento satellitare. Questi strumenti, uniti alla collaborazione tra enti e imprese, sono considerati la leva per rafforzare la sovranità tecnologica nazionale.
A supportare questa spinta è anche un progetto formativo: la LUISS Business School lancerà il primo Master “Space&Blue”, orientato alla formazione di competenze manageriali, tecnologiche e strategiche utili per operare nei due domini in sinergia. A parlarne è stata Roberta Busatto, direttrice di Economia dello Spazio, Economia del Mare & Space&Blue Magazine, che ha rivendicato il valore della piattaforma Space&Blue non solo come visione, ma come “realtà concreta, in grado di generare valore per l’intero Paese”.
Fondamentale per la strategia italiana è anche la mobilitazione degli attori territoriali. Il sistema camerale, attraverso Assonautica Italiana (Unioncamere), l’OsserMare e il Centro Studi Tagliacarne, ha annunciato la nascita di un Osservatorio Integrato Space&Blue Economy, prima base dati nazionale per mappare l’interazione tra spazio e mare. Questo strumento sarà utile per orientare politiche industriali, investimenti e ricerca.
In parallelo, il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea ha confermato il proprio ruolo strategico nel dominio underwater: lo sviluppo di robotica subacquea, sistemi di sorveglianza e sicurezza marittima sono, secondo i suoi responsabili, elementi chiave per trasformare la Blue Economy in un asset competitivo.
Non sono parole vuote: la leadership dell’Italia nel quadro Space&Blue è stata riconosciuta anche da Josef Aschbacher, direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), intervenuto per chiudere i lavori. Aschbacher ha espresso il suo apprezzamento per “l’eccellente tradizione italiana” nei settori marittimo e spaziale, sottolineando come questa visione integrata possa contribuire a costruire un consenso europeo attorno alla filiera duale.

Un modello per il Mediterraneo e oltre
Se l’Italia riuscirà a consolidare la filiera Space&Blue così come la disegna oggi il Forum, potrebbe diventare un modello strategico per il Mediterraneo e per l’Europa. In un mondo dove le frontiere non sono più solo terrestri, la capacità di integrare tecnologia spaziale, navigazione marittima, robotica subacquea e osservazione satellitare può fare la differenza in termini di sovranità, resilienza e competitività globale.
La terza edizione del Forum Space&Blue fotografa un momento cruciale per l’Italia: non più solo nazione con capacità elevate nel mare o nello spazio, ma piattaforma unificata che vuole guidare un futuro tecnologico integrato. L’annuncio della task force, dei bandi e del tavolo permanente è più che simbolico: è la messa in campo di strumenti concreti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA








