12:45 am, 17 Novembre 25 calendario

Zelensky a Parigi chiede uno “scudo” per difendere i cieli

Di: Redazione Metrotoday
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Mentre l’Ucraina affronta una nuova ondata di attacchi russi via missili e droni, il presidente Volodymyr Zelensky è volato a Parigi per incontrare Emmanuel Macron e siglare un accordo “storico” sulla difesa aerea. Il paradigma del conflitto sembra cambiare: non più solo supporto militare classico, ma un patto strutturale di protezione dei cieli ucraini in risposta ai ripetuti raid russi, compreso il bombardamento di una base dove l’Ucraina stava schierando i suoi jet F‑16.

Negli ultimi giorni, Mosca ha intensificato i raid aerei contro l’Ucraina, utilizzando una combinazione letale di missili da crociera, bombe plananti e sciami di droni. Secondo il presidente Zelensky, si tratta di bombardamenti volti non solo a danneggiare infrastrutture, ma a terrorizzare la popolazione civile.

In particolare, è tornato sotto i riflettori un attacco a una base aerea ucraina, segnalata come sito dove potrebbero essere operativi – o in arrivo – F‑16 donati o in addestramento. La percezione ucraina è che Mosca stia reagendo in rappresaglia contro l’incremento delle capacità aeree di Kiev.

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Il vertice a Parigi: un’intesa cruciale

A Parigi, Zelensky ha incontrato Macron in un momento cruciale. La sua visita non è solo simbolica: egli ha annunciato che verrà firmato un accordo per “rafforzare l’aviazione da combattimento, la difesa aerea e altre capacità di difesa”. Non sono ancora tutti i dettagli noti, ma il presidente ucraino ha parlato di un’intesa «significativa» e «storica».

Tra gli elementi al centro dell’accordo ci sono nuovi sistemi di difesa radar, missili Terra-aria Aster da parte francese, e potenzialmente anche jet da combattimento. La Francia ha già annunciato la fornitura di ulteriori missili Aster 30, utili per i sistemi di difesa SAMP/T, e addestramento per piloti ucraini su aerei Mirage.

Zelensky chiede “uno scudo europeo”

La richiesta di Zelensky va oltre il semplice rinforzo militare: è un appello a costruire un sistema di difesa aerea europeo condiviso. In passato ha già chiesto che l’Europa metta in campo un “ombrello antiaereo” multilivello per proteggere l’Ucraina dai raid russi.

Secondo Kiev, le tecnologie esistono già, ma servono decisioni politiche, investimenti e volontà da parte degli alleati. Questa visione si inscrive in un quadro strategico più ampio: non solo difendersi oggi, ma costruire una difesa europea integrata che possa poi sostenere l’Ucraina anche dopo il conflitto.

Il ruolo degli F‑16 e il pericolo delle basi aeree

Gli F‑16 sono diventati un simbolo della speranza ucraina di rafforzare il proprio spazio aereo. Zelensky aveva più volte evidenziato l’importanza di avere questi caccia per contrastare i bombardamenti russi e difendere i cieli.  Tuttavia, l’arrivo e l’operatività di questi jet sono difficili: le basi ucraine restano sotto la minaccia continua dei raid russi.

Per questo, l’Ucraina ha preso in considerazione di conservare alcuni aerei presso basi sicure all’estero per proteggerli da attacchi. Questa strategia riflette la vulnerabilità delle proprie infrastrutture aeree, soprattutto quando il nemico mira proprio a questi punti critici per colpire la capacità di difendersi.

Le accuse di rappresaglia

Da parte ucraina, il recente attacco russo contro la base aviazione viene letto come una rappresaglia per l’avanzamento dei jet occidentali e delle forze ucraine. Secondo molti analisti, l’escalation testimonia la paura russa di vedere Kiev ottenere uno spazio aereo sempre più autonomo e protetto.

Inoltre, Mosca sembra investire sempre di più su attacchi a lunga gittata, combinando droni, bombe plananti e missili: una strategia che obbliga l’Ucraina a chiedere più strumenti di difesa attiva, non solo per colpire ma per respingere le minacce.

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Le critiche e i rischi del piano di difesa

L’idea di un sistema di difesa europea condivisa e multilivello è ambiziosa, ma non priva di ostacoli:

Tempi e costi: la costruzione di una rete difensiva integrata richiede investimenti ingenti e tempi di realizzazione non brevi.

Cooperazione tra paesi: mettere insieme nazioni con forze armate e priorità differenti non è semplice. Non tutti gli Stati europei hanno gli stessi mezzi né la stessa volontà politica.

Minacce ibride: Mosca non usa solo missili convenzionali, ma anche sistemi irregolari come sciami di droni, bombe plananti guidate, che possono eludere alcuni sistemi. Zelensky ha sottolineato che l’Europa deve pensare a un’architettura difensiva flessibile.

Sovranità tecnologica: alcuni paesi potrebbero preferire sistemi nazionali o europei, piuttosto che dipendere esclusivamente da armi straniere.

Le precedenti tensioni

La questione degli F‑16 non è nuova. Nemmeno un mese dopo i primi arrivi, uno degli aerei si è schiantato, uccidendo il pilota Oleksii “Moonfish” Mes, figura simbolica nella battaglia diplomatica di Kiev per ottenere i jet occidentali. Questo incidente portò Zelensky a sostituire il comandante dell’aeronautica.

Secondo il ministero della Difesa russo, alcuni F‑16 ucraini sarebbero stati abbattuti nella regione di Sumy. Questi episodi alimentano la narrativa russa di contenimento, ma rinnovano anche l’urgenza ucraina di difese più robuste e protette.

Se il vertice di Parigi sarà coronato dal successo, l’intesa potrebbe segnare una svolta strategica:

  • Rafforzamento diretto delle capacità ucraine: con missili Aster, caccia Mirage o altri velivoli, e radar avanzati, Kiev aumenterebbe in modo concreto la sua resistenza ai raid aerei.

  • Costruzione di un paradigma europeo: un impegno condiviso da parte di Francia e altri Paesi per una difesa contro le minacce aeree russe potrebbe segnare il passaggio da aiuti episodici a una protezione sistematica.

  • Pressione su Mosca: un’Ucraina più difesa rende meno efficaci gli attacchi a tappeto e aumenta il costo strategico per chi lancia missili e droni.

Un nuovo capitolo nella difesa ucraina

L’arrivo di Zelensky a Parigi non è un semplice segnale diplomatico: è la manifestazione di un’esigenza strategica sempre più pressante per l’Ucraina. Le costanti incursioni aeree russe, il rischio su basi aeree strategiche e la possibilità di impiego di jet occidentali rendono l’“ombrello antiaereo” europeo non più un progetto astratto, ma una necessità vitale.

17 Novembre 2025
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