10:54 am, 17 Novembre 25 calendario

Garlasco: la consulenza del RIS cambia le carte in tavola

Di: Redazione Metrotoday
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Dopo 18 anni, il delitto di Garlasco torna a essere al centro dell’attenzione giudiziaria. Secondo indiscrezioni rilanciate da TgCom24, la nuova perizia depositata dal RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Cagliari, basata su un’analisi con Bloodstain Pattern Analysis (BPA), potrebbe riscrivere la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta il 13 agosto 2007.

Nuove tracce, nuova scena del crimine

La consulenza tecnica redatta dai carabinieri del RIS di Cagliari, guidati dal tenente colonnello Andrea Berti, si estende su oltre 300 pagine secondo quanto riferito dai media.  Secondo tale relazione, la colata di sangue alla base della scala che conduce al seminterrato della casa di via Pascoli, rilevata in fotografie scattate dai consulenti della difesa di Alberto Stasi, non è un semplice reperto secondario: per i tecnici, quella scala potrebbe non essere solo il luogo dove il corpo è stato trovato, ma il palco stesso del delitto. Questo rovesciamento di prospettiva è potenzialmente rivoluzionario: se confermata, cambierebbe radicalmente le ipotesi investigativa e processuale, che finora consideravano il salone della villetta come teatro principale dell’aggressione.

Un solo assalitore e un’impronta misteriosa

Un’altra delle rivelazioni più clamorose riguarda il numero di persone coinvolte: non emergerebbe più la presenza di un secondo aggressore, come formulate alcune teorie nel corso degli anni. La consulenza del RIS esclude, per ora, che siano state coinvolte più persone nell’azione criminale.

Al tempo stesso, però, viene citata un’impronta finora mai esaminata in modo approfondito: sarebbe stata rilevata su una chiazza di sangue alla base della scala e non è attribuibile con certezza né alla vittima né a una persona già nota al fascicolo. Questa traccia rafforza l’idea che la scena del crimine non sia stata compresa pienamente negli accertamenti originari.

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Tecnologie contemporanee al servizio della verità

Per redigere la perizia, i carabinieri del RIS sardi hanno portato in loco attrezzature moderne, fra cui scanner laser, droni, e modelli 3D per ricostruire con precisione topografica la villetta così com’era al momento del delitto. Questo approccio avanzato consente di sovrapporre le foto d’epoca, le mappe delle tracce ematiche e una ricostruzione virtuale dell’abitazione, al fine di ricontestualizzare le macchie di sangue e valutare ipotesi difficili da giustificare con metodi più tradizionali.

Per contestualizzare le novità, occorre tornare alle tappe salienti del caso. Nel 2015, la Corte di Cassazione confermò la condanna a 16 anni per Alberto Stasi, ormai divenuta definitiva. La sua condanna si basò su un impianto indiziario complesso: impronte, tracce di DNA e ricostruzioni medico-legali portarono i giudici a una condanna che tuttavia non convinse tutti.

Stasi, in tutti questi anni, ha sempre proclamato la propria innocenza. Ha presentato ricorsi, fra cui uno straordinario per “errore di fatto”, sostenendo che alcuni testimoni non furono riascoltati nei gradi successivi di giudizio. Nel 2021 la Cassazione respinse una richiesta di revisione, perché considerò che i nuovi elementi non fossero sufficienti a ribaltare la sentenza.

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Il caso di Garlasco non è un unicum nell’ambito dei “cold case” riaperti negli ultimi anni: secondo l’Unità Delitti Insoluti della Polizia di Stato, sono oltre 300 le indagini su casi irrisolti analizzati, con più di **60 riaperti con esito positivo grazie alla scienza forense moderna.  La perizia del RIS di Cagliari si inserisce proprio in questa tendenza, riflettendo come la tecnologia investigativa stia cambiando il volto della giustizia in casi giudicati definitivi.

Tensioni processuali

Nonostante i rumors, non mancano le voci critiche: secondo alcune fonti, la consulenza depositata non fornisce indicazioni definitive riguardo al numero di persone presenti sulla scena, e la Procura di Pavia – che ha ricevuto il documento – dovrà confrontarla con altre perizie, incluso il lavoro della dottoressa Cristina Cattaneo, già incaricata di un riesame medico-legale.

Al tempo stesso, è palpabile la tensione mediatica: la riapertura formale del caso, la perizia segreta e le indiscrezioni su un’impronta sconosciuta alimentano il dibattito sulla giustizia italiana, soprattutto quando si parla di casi mediatici come questo. Il Prof. Davide Nalin, in un saggio su Ratio Iuris, ha definito il processo Garlasco come “un processo mediatico al quadrato”: la rilevanza pubblica ha spesso condizionato l’opinione e la narrazione, secondo l’autore.

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Ora la palla passa alla Procura di Pavia. Sarà questa a valutare la consulenza del RIS alla luce di tutte le altre perizie e relazioni emesse negli anni. Se le conclusioni della BPA saranno ritenute solide, potrebbe avviare una nuova fase investigativa, potenzialmente accompagnata da nuove iscrizioni di indagati oppure da ulteriori approfondimenti su parti del processo già dato per chiuso.

17 Novembre 2025
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