5:31 pm, 17 Novembre 25 calendario

Addio alle leggendarie gemelle Kessler e il mistero sulla loro morte

Di: Redazione Metrotoday
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Alice ed Ellen, icone dello spettacolo

Grünwald (Monaco di Baviera) — Una notizia ha scosso il mondo del varietà e dello spettacolo: le gemelle Kessler, Alice ed Ellen, sono state trovate morte nella loro casa di Grünwald, sobborgo esclusivo vicino a Monaco di Baviera. Avevano 89 anni, e le circostanze del loro decesso restano avvolte nel mistero. Le autorità bavarese, secondo i media, stanno indagando: secondo il tabloid Bild, potrebbe trattarsi di un suicidio assistito, pratica legale in Germania in certe condizioni.

Una vita intrecciata in scena e nella morte

Alice e Ellen Kessler, nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, hanno vissuto una vita speculare, sempre insieme. Dai primi passi nella danza classica all’Opera di Lipsia, fino alla fuga dalla DDR nel 1952 e al trasferimento nella Germania dell’Ovest, le gemelle hanno costruito una carriera internazionale come ballerine, cantanti e attrici.

Il loro nome è intimamente legato all’Italia, dove, negli anni ’60, sono diventate famose partecipando ai programmi televisivi della RAI: su tutti, Studio Uno, dove conquistarono il pubblico con la loro eleganza, le loro mossette sincronizzate e… le gambe lunghe, che gli italiani ribattezzarono “le gambe della nazione”.

Nel tempo le Kessler sono diventate un simbolo della cultura pop europea: hanno ballato con grandi artisti, partecipato a spettacoli in vari Paesi, calpestato palchi del­l’America televisiva e posato per copertine di riviste.  La loro lunga vita, però, le ha viste anche prendere decisioni importanti: nel 2024, in un’intervista a Bild, Ellen dichiarò che volevano essere sepolte insieme, in un’unica urna, accanto alle ceneri della mamma Elsa e del loro cane Yello. 


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Secondo le agenzie di stampa tedesche e internazionali, i corpi delle due sono stati rinvenuti oggi nella loro abitazione di Grünwald. I media riferiscono che vivevano in una villa bifamiliare, con ingressi separati, ma confinanti; solo un muro scorrevole le divideva.

La polizia criminale bavarese è intervenuta sul posto, ma dalle prime ricostruzioni non emerge la presenza di un terzo coinvolto. Le forze dell’ordine hanno escluso immediatamente segni di violenza o di reato esterno: gli agenti, giunti nella proprietà, avrebbero semplicemente constatato il decesso. D’altra parte,  il quotidiano Bild – spesso presente sul caso – sostiene che Alice e Ellen abbiano scelto un suicidio assistito, decisione volontaria, in linea con la legge tedesca che lo permette “a determinate condizioni”.

L’ipotesi del suicidio assistito, rilanciata da Bild, è quella che ha acceso il dibattito. In Germania, infatti, l’aiuto al suicidio è consentito in modo ristretto: la persona interessata deve agire “in modo autonomo e di propria spontanea volontà”, autosomministrando il farmaco letale, essere maggiorenne e avere capacità giuridica. In questo scenario, l’accompagnamento da parte di un medico è ammesso, a patto che chi assiste non compia l’atto letale (cosa che configurerebbe eutanasia attiva, vietata).

Secondo le fonti, non ci sono ancora conferme ufficiali su come le gemelle abbiano concretamente ottenuto il supporto, se è stato coinvolto un medico o quale sostanza sia stata usata, né se esistano lettere o video testamentari. Gli inquirenti valutano attentamente ogni possibilità: dalle condizioni di salute delle due donne allo scenario legale, fino al testamento che, nel 2024, le Kessler avevano modificato con precisione.

Il testamento e una promessa di eterna unione

Nel 2024, le Kessler modificarono il proprio testamento, come riportato da Bild, distribuendo il loro patrimonio non a un solo ente, ma a più beneficiari: tra questi, Unicef, “Ärzte ohne Grenzen” (Medici Senza Frontiere), la missione per i ciechi CBM e altre realtà umanitarie. Sentivano il bisogno di un’eredità condivisa e giusta.

In quella stessa occasione, rivelarono un ultimo desiderio: volevano essere sepolte insieme, come erano vissute, in un’urna congiunta, accanto alla loro madre e al cane Yello. Questo legame, profondo e dichiarato, ha oggi costituito un elemento cruciale nelle ricostruzioni della stampa: molte testate, infatti, interpretano la loro morte simultanea come una decisione consapevole, pensata fino all’ultimo.

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Le gemelle Kessler non erano semplici intrattenitrici: hanno attraversato decenni di cultura europea e internazionale, lasciando un’impronta indelebile. La loro carriera è iniziata con la danza classica, grazie alla formazione nell’Opera di Lipsia, e si è evoluta rapidamente, con performance leggere, sincronizzate, affascinanti. In gioventù, parteciparono al teatro Palladium di Düsseldorf, prima di trasferirsi a Parigi, dove il celebre Lido le lanciò su una dimensione più glamour e internazionale.

In Italia divennero icone: la televisione degli anni ’60 le accolse come stelle. Non solo danzavano, ma cantavano – con canzoni come “Da-Da-Umpa” e “La notte è piccola per noi” – e recitavano, guadagnandosi un posto nel cuore del pubblico grazie al mix di eleganza, brio e un pizzico di audacia. Negli Stati Uniti fecero alcune apparizioni televisive memorabili e calcarono anche il grande schermo. La fama delle Kessler varcò i confini, e con essa la leggenda: non solo come performer, ma come due figure inseparabili, che facevano della simmetria, del sincronismo e dell’intesa una cifra artistica.

Il legame con Roma e la cultura pop

In Italia, le gemelle Kessler sono rimaste nel tempo come simboli di un’epoca d’oro del varietà: la loro presenza su Rai, in trasmissioni storiche, ha contribuito a definire un’immagine di femminilità elegante e sorridente, legata però a una modernità precisa. Il pubblico italiano le amava non solo per il loro talento, ma per quel tratto straniero (tedesco) che dava un tocco internazionale al panorama televisivo di quegli anni.

Molti italiani ricordano ancora oggi i loro passi di danza, i costumi scintillanti, il sorriso identico, parlando delle “gambe della nazione” come di un marchio indelebile della memoria popolare. Il loro contributo non è solo nostalgico: ha fatto parte della nascita del grande spettacolo televisivo italiano, in anni in cui la TV rappresentava un ponte tra la tradizione e il futuro.

Non hanno solo condiviso il palco, ma anche le scelte personali più intime: il loro testamento, le donazioni filantropiche e, forse, anche la decisione di lasciare il mondo insieme. Le cronache riportano che avessero più volte espresso il desiderio di non separarsi neanche nella morte.

Etica, legge, libertà

La notizia della possibile morte per suicidio assistito delle Kessler riapre un dibattito delicato, non solo in Germania ma anche altrove, sull’autodeterminazione, sull’etica della morte assistita, sulla legislazione vigente.

Il fatto che si tratti di due sorelle gemelle, unite da anni di carriera e vita privata, rende la vicenda ancora più complessa: non solo un addio individuale, ma un gesto condiviso. Se confermato, il loro suicidio assistito simboleggia un’ultima grande performance — non su un palcoscenico, ma nella scelta consapevole di chiudere insieme la propria storia umana.

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Con la loro scomparsa, il mondo dello spettacolo – in Germania, in Italia e oltre – perde due figure emblematiche, capaci di incarnare la leggerezza e la forza, la bellezza e la perseveranza. Le gemelle Kessler non erano solo artiste: erano un simbolo vivente di devozione reciproca, di disciplina, di professionalità.

17 Novembre 2025
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