10:26 am, 15 Novembre 25 calendario

Qual è il Paese d’Europa che si lava di più

Di: Redazione Metrotoday
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Dietro la questione quotidiana una lente su abitudini, ambiente e consumo

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In un’epoca in cui le abitudini domestiche raccontano la società tanto quanto i grandi indicatori economici, uno studio recente sull’uso della lavatrice ha acceso i riflettori sulla frequenza del “lavaggio domestico” nei paesi europei. Secondo questa analisi, l’Italia emerge come uno dei paesi in cui le famiglie effettuano più carichi di lavanderia alla settimana. Un dato che, al di là dell’apparente banalità, apre una riflessione più ampia su stile di vita, consumi, ambiente e cultura della casa.

Lavare più spesso: un trend che si misura

Il report “Consumer Research for ECAP” evidenzia che le famiglie italiane eseguono in media circa 5,9 lavaggi alla settimana, rispetto a una media europea intorno ai 4,0 in alcuni paesi‑benchmark. Ecap Analogamente, un sondaggio commissionato da AISÉ ha rilevato che nel complesso europeo le famiglie fanno circa 3,2 lavaggi a settimana, con notable differenze tra Nord e Sud Europa. I Prefer 30
Questi numeri fanno dell’Italia un caso interessante: perché lava più spesso non solo rispetto alla media europea, ma con una frequenza che pare riflettere combinazioni di abitudini peculiari, infrastrutture domestiche, modelli di consumo e fattori culturali.

https://www.marketdataforecast.com/images/europe-laundry-detergents-market.webp

Cosa significa “lavare di più”

Potremmo immaginare un rituale quotidiano: abiti da lavoro, da palestra, tute dei bambini, tessuti delicati, cambi frequenti. Lavare di più non implica solo una maggiore “igiene” percepita, ma anche una realtà fatta di molteplici lavatrici, piccoli carichi, lavaggi rapidi, tessuti tecnici che richiedono attenzioni.
Un altro studio, condotto nel 2024, segnala che il 50 % delle famiglie europee effettua cinque o più cicli di lavaggio a settimana. euronews
Non si tratta solo di “lavare di più”, ma anche di “lavare in modo diverso”: temperature ridotte, cicli brevi, carichi guidati dall’immediato piuttosto che dall’accumulo settimanale. Lo stesso report AISÉ 2020 segnala che la temperatura media dell’acqua nel lavaggio in Europa è attorno ai 42 °C, ma varia significativamente tra i paesi: più alta nei Paesi nordici/Eastern, più bassa nel Sud. HA Factory

Dietro il primato italiano

Quali sono i fattori che possono spiegare perché le famiglie italiane lavano più spesso:

  • Stile di vita attivo e multitessuto: in molti nuclei familiari italiani vi sono spesso abiti da lavoro, sportivi, bambini, cambi frequenti, che generano carichi più piccoli e più frequenti.

  • Clima mediterraneo e ventilazione limitata: i cambi stagione e le condizioni climatiche (umidità, ventilazione interna) possono spingere a lavaggi più frequenti per evitare odori o accumuli.

  • Abitudini culturali e igieniche: l’idea di vestire “pulito sempre” può essere più radicata, e questo porta a una minore tolleranza verso indumenti poco usati o “rinviati”.

  • Famiglie numerose o generazionali: in alcune situazioni abitative italiane, coesistono più generazioni e più esigenze di cambio indumento, con più lavatrici attive.

  • Effetto infrastrutture domestiche: l’alta diffusione della lavatrice, combinata con lavaggi più piccoli e cicli rapidi disponibili nei modelli moderni, consente più turni nella stessa settimana.

https://www.eea.europa.eu/en/circularity/sectoral-modules/product-lifespans/evolution-in-the-average-number-of-washing-cycles-per-washing-machine-in-eu-intensity-of-use/%40%40images/preview_image-3748-ab4244bc6fc4beb16cd9bf72191f3121.png

Le conseguenze ambientali

Lavare di più può avere effetti pratici positivi (igiene, freschezza) ma anche criticità dal punto di vista ambientale. Lavaggi frequenti significano consumo maggiore di acqua, energia elettrica, detersivi e microplastiche. Il report del 2024 ne fa un elemento centrale: “anche se le macchine sono più efficienti, laviamo più spesso che mai”.
Interessante notare che un’indagine di AISÉ del 2020 mirava anche a identificare aree di miglioramento nei comportamenti di pulizia dei tessuti, segnalando differenze tra paesi. 
Tra le azioni suggerite: ridurre la frequenza dei lavaggi quando non necessari, utilizzare acqua a temperatura più bassa, caricare la lavatrice a pieno carico, scegliere cicli eco.
In Italia, il “fatto di lavare spesso” può aumentare il carico ambientale domestico: ma può anche rappresentare un’occasione per sensibilizzare verso pratiche di lavanderia più sostenibili.

Se l’Italia mostra una frequenza elevata, altri paesi europei sono molto più “parsimoniosi” nel lavaggio domestico. Per esempio, lo studio ECAP indica che in Germania mediamente si fanno circa 4 lavaggi a settimana. 
Le differenze possono dipendere da fattori quali: clima più freddo che limita l’uso di abiti esterni; minore frequenza di cambi nell’arredamento domestico; uso maggiore di carichi completi; magari una cultura del “usato più volte” prima del lavaggio.
In contesti dove i costi dell’acqua o dell’elettricità sono più elevati o dove c’è attenzione ambientale, le famiglie tendono ad ottimizzare di più.
Tuttavia, la frequenza del lavaggio non è solo questione economica o ambientale, ma anche culturale e sociale: ciò che si considera “pulito” cambia da paese a paese, e con esso la soglia della “necessità di lavare”.

Temperature, lavaggi eco e sostenibilità

Un altro filone rilevante riguarda non tanto la quantità di lavaggi, quanto il modo in cui vengono fatti. La ricerca “The Truth About Laundry” dell’Electrolux evidenzia che sempre più famiglie europee scelgono cicli a 30 °C o meno. 
Questo cambiamento è guidato da: sensibilità ambientale, aumento dei costi energetici, disponibilità di lavatrici più performanti a bassa temperatura.
In Italia, pur lavando più spesso, la temperatura media tende a collocarsi intorno ai 40‑42 °C, segnalando margini di miglioramento per la sostenibilità.
Inoltre, il numero crescente di ‘lavaggi rapidi’ o ‘lavaggi “a necessità”’ (non più solo il sovraccarico settimanale) va di pari passo con la diffusione della moda fast‑fashion, tessuti tecnici e cambi frequenti. Il risultato è un profilo di lavanderia “più frequente, più energivoro” se non accompagnato da pratiche efficienti.

La frequenza elevata di lavaggi in Italia può essere interpretata anche come spia di modelli di consumo che vanno oltre la pura igiene.

  • Cambio rapido dei vestiti: la moda, la sensibilità verso l’aspetto, la presenza di indumenti “mono‑uso” possono generare più lavaggi.
  • Casi di abbigliamento sportivo o tecnico: tessuti che “trattengono” odori o sudore richiedono lavaggi più frequenti.

  • Piccoli carichi e lavaggi ‘in corsa’: la pressione della vita moderna porta spesso a lavare “quando serve” piuttosto che accumulare.

  • Parte della cultura dell’igiene personale italiana: la frequentazione di ambienti interni‑umidi, abiti esterni spesso usati, cucina aperta, piccoli spazi — tutti elementi che favoriscono la sensazione che “occorre lavare più spesso”.

https://www.europarl.europa.eu/resources/library/images/20250910PHT30261/20250910PHT30261-cl.png

Implicazioni per il consumatore

Per le famiglie italiane (e non solo) emergono alcune linee guida utili:

  1. Porre attenzione alla modalità, non solo alla frequenza: lavaggio a temperatura più bassa, pieno carico, ciclo eco possono ridurre impatto pur mantenendo pulizia.

  2. Valutare se ogni cambio di tessuto richieda immediata lavanderia: tessuti esterni che non sono macchiati o sudati profondamente possono magari essere arieggiati piuttosto che lavati subito.

  3. Conoscere la lavatrice e i cicli: i modelli moderni permettono lavaggi più efficienti; usare quelli adatti al tipo di tessuto riduce sprechi.

  4. Essere consapevoli dell’impatto ambientale: acqua, energia, detersivi e microplastiche derivanti dal lavaggio sono elementi da considerare — e la frequenza elevata amplifica queste componenti.

  5. Diffondere una cultura diversa del “pulito”: non sempre lavare più significa essere più puliti; a volte significa semplicemente un’abitudine o una percezione culturale che può essere modulata.

Non si tratta di approvare o condannare — ma di comprendere. Perché se è vero che lavare spesso può farci sentire meglio e più in ordine, è anche vero che farlo in modo “automatico” può avere costi invisibili per l’ambiente e la società.

15 Novembre 2025 ( modificato il 14 Novembre 2025 | 20:33 )
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