Nel cuore pulsante del quartiere di CityLife, a Piazza Burri, si inaugura domani la prima tappa della campagna nazionale denominata Prevenzione è Salute: un progetto che punta a trasformare le piazze italiane in luoghi di promozione della salute e di screening gratuito, con l’obiettivo di avvicinare la popolazione ai controlli, promuovere stili di vita sani e costruire una nuova cultura della prevenzione.
Organizzata da Summeet e Inrete, con il patrocinio delle più importanti società scientifiche italiane (tra cui AMD, FADOI, SIGO, SIC) e con il sostegno di associazioni di pazienti come LILT, Europa Donna Italia e Fondazione Italiana per il Cuore, l’iniziativa prende il via domani, all’interno di un ambito urbano, visibile e aperto a tutti — dalle 9 alle 18 — con più stand informativi e un ambulatorio mobile attrezzato per esami e consulenze gratuite.
Il contesto e la posta in gioco
Nel panorama della sanità pubblica italiana, le campagne di screening e la prevenzione rappresentano un cardine per ridurre mortalità e disabilità dovute a malattie cardiovascolari, cardiometaboliche e oncologiche. Secondo l’ Istituto Superiore di Sanità, l’obiettivo specifico dei programmi di screening è promuovere l’adesione e l’estensione alle regioni dove l’offerta è ancora carente.
L’iniziativa “Prevenzione è Salute” si inserisce in questa logica, ma con un formato nuovo: uscire dagli ambulatori tradizionali per incontrare i cittadini ovunque — in piazza, nelle città, nella quotidianità. Come si evidenzia «non si tratta solo di offrire esami clinici, ma di costruire una vera e propria cultura della prevenzione nelle piazze, nei quartieri, nelle comunità».
Milano: prima tappa
Le giornate milanesi offrono un programma piuttosto articolato: per l’area cardiovascolare e cardiometabolica sono disponibili raccolta anamnesi, misurazione della pressione arteriosa, indice di massa corporea (BMI), circonferenza addominale, test del rischio diabete di tipo 2, screening metabolico (colesterolo, trigliceridi, glicemia), auscultazione, indice caviglia-braccio, test del cammino di 6 minuti. Per la salute femminile, invece, sono messi a disposizione misurazione della pressione, colloqui informativi con specialisti (sulla fertilità, riserva ovarica, social freezing, autopalpazione), screening senologici e ginecologici e strumenti di approfondimento come il “Calendario Donna”.
Più di un semplice “open day”, dunque: una giornata che cerca di coinvolgere la cittadinanza attivamente, offrendo accesso diretto senza barriere — o almeno con l’intento di ridurle.

I tre pilastri della campagna
La campagna poggia su tre direttive fondamentali: sensibilizzazione, educazione e screening.
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Sensibilizzazione: rendere visibile il tema della prevenzione, farlo entrare nelle discussioni quotidiane, abbattere il tabù della visita, del controllo, della “paura” di verificare.
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Educazione: non basta fare uno screening, serve saper interpretare i dati, modificare le abitudini — dieta, attività fisica, fumo, controlli regolari — e dare strumenti pratici alle persone.
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Screening e consulenze gratuite: l’offerta di servizi senza costi al cittadino diventa leva concreta per favorire l’adesione. Inoltre, i dati raccolti in forma anonima contribuiranno a un monitoraggio epidemiologico nazionale.
Qualcosa in più: la dimensione partecipativa
Oltre ai tre pilastri, la campagna ha anche un valore strategico: raccogliere, in modalità anonima e sicura, i dati di quanto avviene nelle tappe, per restituire alle istituzioni una fotografia aggiornata dello stato della prevenzione nel Paese. Un approccio che unisce la dimensione individuale (ognuno che si sottopone a un controllo) con quella collettiva (un sistema che rileva, monitora, orienta).
Un’altra caratteristica importante: il coinvolgimento diretto delle associazioni di pazienti e delle realtà del terzo settore. Questo elemento favorisce la corresponsabilità, rendendo il cittadino non solo “ospite” della prevenzione, ma attore consapevole del proprio percorso di salute.
L’Italia — come molti Paesi ad alto reddito — si trova a fare i conti con due megatrend: l’invecchiamento della popolazione e la diffusione di patologie cronico-degenerative come malattie cardiovascolari, diabete, obesità e tumori. Agire in fase precoce può non solo salvare vite ma anche tagliare costi e migliorare gli esiti sanitari.
Nel contesto attuale, dove l’accesso alle prestazioni non è sempre uniforme in tutte le regioni e dove spesso si registrano ritardi nelle diagnosi, iniziative che portano i controlli “in piazza” rappresentano un modello innovativo. Uno dei punti evidenziati è che «agire precocemente significa salvare vite, ridurre le disuguaglianze e garantire sostenibilità al sistema».
La campagna si concentra su quattro aree principali:
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patologie cardiovascolari;
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cardiometaboliche (obesità, diabete, dislipidemie);
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ginecologiche;
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senologiche.
Questo mix riflette una visione ampia della prevenzione: non solo tumori, non solo cuore, ma l’intero spettro della salute dell’adulto. Un esempio: le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la prima causa di morte in Italia; al tempo stesso, la prevenzione senologica (tumore al seno) resta tra le priorità per la salute femminile. L’iniziativa intende rispondere a entrambe le esigenze.
L’effetto “piazza” e l’accessibilità
Uno degli elementi più innovativi è la scelta della piazza come luogo della prevenzione. Questo modello — far arrivare l’ambulatorio mobile, gli specialisti, le misurazioni direttamente in un contesto urbano aperto — abbassa le barriere: la distanza fisica, l’idea che “ci vado solo se ho sintomi”, l’accesso limitato. La risposta sociale alla tappa milanese è stata significativa, segno che “la piazza” funziona.
In questo senso, la scelta di Piazza Burri a CityLife è simbolica: un quartiere centrale, facilmente accessibile, visibile e frequentato. Dare vita a uno spazio di salute in un contesto urbano “normale” – non ospedaliero, non periferico – contribuisce a normalizzare il concetto di prevenzione.
Se c’è un messaggio che emerge da questa campagna è: la salute non va data per scontata. Non si tratta solo di curare, ma di prevenire, di agire oggi per non avere problemi domani. E questo messaggio è tanto più forte quando passa per luoghi familiari, quotidiani, dove i cittadini si riconoscono. “La prevenzione è prevenire prima che l’evento accada”, come sottolineato dagli operatori impegnati nella giornata.

La tappa milanese della campagna “Prevenzione è Salute” rappresenta un’occasione di rilievo. Una piazza, un ambulatorio mobile, specialisti e cittadini: una formula che rompe i limiti della tradizionale offerta sanitaria statica. Se l’adesione sarà ampia, se i cittadini parteciperanno, se i dati saranno utilizzati — l’iniziativa potrebbe diventare un modello replicabile, capace di restituire protagonismo al cittadino e sostanza alla prevenzione.

La sfida resta grande: far diventare la prevenzione non solo un’opportunità, ma un’abitudine condivisa, una componente ordinaria della vita quotidiana. E far sì che, ogni volta che qualcuno entra in uno stand, misura la pressione, fa un colloquio, scopre un risultato – sia questo un punto di svolta.










