Tra Brad Pitt e Angelina Jolie il turbinio del “rosé” più conteso di Francia”
Un vino, una tenuta da sogno, una coppia diventata leggenda – e ora un contenzioso miliardario che ha trasformato il loro “rifugio d’amore” in uno scenario di battaglia legale. Parliamo della tenuta francese Château Miraval, nel sud della Francia, acquistata dalla coppia di attori Brad Pitt e Angelina Jolie durante la loro relazione, e oggi epicentro di una controversia giudiziaria che riapre ferite mai veramente sanate.

Un sogno condiviso
La storia inizia nel 2008, quando Pitt e Jolie – all’epoca una coppia splendente di Hollywood – prendono in affitto la tenuta Miraval, nei pressi di Correns, in Provenza. L’appeal era irresistibile: 1000 acri, vigneti, una villa storica, una cappella privata dove avrebbero poi celebrato il loro matrimonio nel 2014. Poco dopo l’affitto, la coppia acquista formalmente la proprietà, attraverso due società separate: la società di Pitt (Mondo Bongo) e quella di Jolie (Nouvel). Negli anni successivi trasformano il luogo in un brand di successo, con il lancio del rosé “Miraval” in collaborazione con la famiglia Perrin.
Il successo è tale che “Miraval” diventa sinonimo di lifestyle di lusso, di Hollywood che si intreccia con la Provenza wine-culture.
Il distacco e la rottura
Il 2016 segna la fine del rapporto tra i due attori: la separazione viene annunciata e si apre un processo di negoziazione per la separazione personale e patrimoniale. Miraval entra presto nel campo dei contendenti principali: da simbolo di un legame, diviene “il pezzo grosso” da dividersi.
Nel corso della rottura, sorgono tensioni che riguardano non solo la custodia dei figli e l’immagine pubblica, ma anche le quote della tenuta vinicola: chi controlla le decisioni? chi può vendere? chi può intervenire?

Il colpo di scena: la vendita del 2021
È nel 2021 che si verifica l’evento esplosivo. Angelina Jolie vende la sua quota di proprietà del Château Miraval, acquisita nel 2008/2011, alla società italiana Tenute del Mondo, filiale del gruppo russo SPI Group controllato dall’oligarca Yuri Shefler.
Da qui emergono recriminazioni: Brad Pitt sostiene che l’accordo tra lui e Jolie prevedesse che nessuna delle parti potesse vendere la propria quota senza il previo consenso dell’altro. Sostiene che la vendita abbia violato tale intesa e che, pertanto, abbia subito un danno – economico e reputazionale.
L’accusa è pesante: danni per decine di milioni di dollari, danni alla reputazione del marchio Miraval, e richiesta di risarcimenti.
Le carte in tribunale: cosa svelano i documenti
Nei primi giorni di novembre 2025, nuove carte emergono dal fascicolo: Pitt chiede formalmente 35 milioni di dollari in danni, secondo quanto riportato nelle comunicazioni inviate al tribunale. Una e-mail del 2023, sottoposta dallo stesso Pitt, parla chiaro: «Mr. Pitt sta citando in giudizio Ms. Jolie per 35 milioni di dollari di danni».
Jolie risponde sostenendo che non esista un accordo scritto che preveda tale obbligo, e che l’attore stia usando la causa come strumento di pressione. Nel frattempo, la sua squadra legale invoca il privilegio cliente-avvocato per alcune comunicazioni aziendali e personali, opponendosi alle richieste di documenti da parte di Pitt.
A complicare la situazione, ci sono anche accuse che si sovrappongono: da un lato Pitt accusa Jolie di aver venduto la quota senza consultarlo; dall’altro Tenute del Mondo (l’acquirente) contro‐denuncia Pitt per aver usato la società Miraval come “cassa personale”, con accuse di spese improprie e diversion di fondi.
Perché questa lotta è anche simbolica
Il contenzioso non è solo finanziario: è l’espressione di molte tensioni contemporanee.
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La proprietà condivisa dopo una separazione: cosa significa una comproprietà tra ex partner, soprattutto quando la proprietà è un brand?
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L’immagine vs. amministrazione: Miraval era un simbolo amorevole; ora è un asset litigioso. La celebrazione della relazione diventa illustrazione di cosa succede quando il sogno diventa anche affare.
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Il potere dell’accordo preventivo: la disputa si basa essenzialmente su un’intesa tra i due attori – un’intesa mai formalizzata o comunque contestata – e sul ruolo e validità di tale intesa nelle azioni successive.
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Privacy e trasparenza: l’uso di NDA, il rifiuto di fornire documenti da parte di Jolie, l’accusa di Pitt di mancata trasparenza — tutto porta a un dibattito su come vengono gestite le comunicazioni private nel contesto di affari comuni.
Il protagonista “terzo” nella partita: Miraval come business
Il vino Miraval rosé è diventato un successo: eta lanciato nel 2013, con vendite rapide e buon posizionamento nel mercato del lusso. Ma gestire un brand vinicolo non è solo etichetta: ci sono vigneti, produzione, distribuzione, branding, mercati globali.
La presenza di Pitt ha dato visibilità, quella di Jolie glamour; oggi quell’asset è una macchina più complessa. Le accuse incrociate – da parte di Tenute del Mondo contro Pitt, e da Pitt contro Jolie – indicano che la produzione commerciale della tenuta è una delle chiavi del contenzioso: chi controlla i conti? chi decide le strategie? chi guadagna e chi assume il rischio?
Uno sguardo alla vicenda: tappe principali
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2008: Pitt e Jolie affittano la tenuta Miraval.
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2011–2012: acquistano la proprietà formalmente.
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2014: celebrano il matrimonio nella cappella privata della tenuta.
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2016: annunciano la separazione.
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2021: Jolie vende la propria quota alla società Tenute del Mondo.
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2022: Pitt avvia una causa per danni, sostenendo che la vendita viola un accordo di vendita condiviso.
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2024: Il loro divorzio viene finalizzato (dopo otto anni di negoziazioni).
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2025: nuovi documenti rivelano la richiesta di 35 milioni di dollari da parte di Pitt. La prossima udienza è fissata per il 17 dicembre.
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Nel frattempo: Jolie afferma di non essere più stata a Miraval con i figli dopo la separazione per motivi “dolorosi”.
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Ancora: Tenute del Mondo presenta contro-causa contro Pitt per circa 20-25 milioni di euro, accusandolo di aver usato la tenuta come “cassa personale”.
I rischi per tutti gli attori in gioco
Per Pitt: se la causa dovesse andare male, rischia di veder confermate le accuse di gestione impropria e danni alla tenuta, con effetti reputazionali e finanziari. Per Jolie: la causa può far emergere dettagli che preferirebbe restassero privati (comunicazioni riservate, accordi passati). Per la tenuta Miraval: l’intera vicenda può minare il valore del marchio, allontanare investitori e creare incertezza tra gli stakeholder.
E non da ultimo, viene posto in luce un principio più ampio: come separare affetti e affari quando i due sono stati intimamente intrecciati?
Il contenzioso giudiziario è tutt’altro che concluso; la prossima udienza del 17 dicembre può essere un passaggio decisivo ma non necessariamente risolutivo. Diverse opzioni restano aperte: la mediazione, la vendita della tenuta, l’acquisto da parte di una delle parti o il mantenimento della compresenza con accordi ridefiniti.
Ma un fatto appare certo: quello che una volta era un simbolo romantico ora è diventato un caso di studio su come i rapporti complessi, la proprietà condivisa, i brand di lusso e le celebrità si interfacciano in un sistema globale.
La vicenda del Château Miraval non è solo gossip da copertina: è una lezione contemporanea di affari, emozioni, diritti e rivendicazioni. Pitt e Jolie hanno vissuto un sogno nella tenuta provenzale, ma quel sogno si è trasformato in scontro. Dietro le facciate eleganti del vino di lusso, delle ville aristocratiche e dell’immagine hollywoodiana, c’è un nodo legale sentimental-commerciale che parla di co-proprietà, potere, tutela e memoria.
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