8:53 am, 9 Novembre 25 calendario

Mimmo, il delfino diventato celebrità della laguna di Venezia

Di: Redazione Metrotoday
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Un delfino solitario, agile e curioso, ha trasformato i canali e le acque del bacino di Piazza San Marco in un palcoscenico: il suo nome è Mimmo, soprannome affettuoso – e un po’ ironico – affibbiato dai veneziani a questo esemplare di Tursiope ( Tursiops truncatus ), che da mesi frequenta la laguna cittadina. Ma se la sua presenza suscita soggezione e tenerezza, dietro l’apparente “favola urbana” si nascondono interrogativi seri: sulla convivenza tra fauna selvatica e traffico acqueo, sulla sicurezza dell’animale e sull’equilibrio fragile degli ecosistemi lagunari.

Un “posto insolito” per un delfino: dal mare aperto alla laguna

Mimmo è stato avvistato per la prima volta il 23 giugno 2025 da un taxi‑acqueo del porto. Da allora, lo si vede nuotare regolarmente nel bacino di San Marco, spesso accanto a vaporetti, motoscafi e imbarcazioni turistiche. Il Museo di Storia Naturale di Venezia ha confermato che il cetaceo sembra in buone condizioni fisiche: “non è intrappolato”, dicono gli esperti, ma “ha scelto di restare. Questo però costituisce una sorpresa, poiché la specie è notoriamente gregaria, vive in branchi e preferisce acque aperte, non intensamente trafficate. La laguna, che corretta dal punto di vista ecologico è già complessa, risulta quanto mai inusuale come habitat stabile per un delfino giovane e solo.

Dietro la scelta di restare nella laguna veneziana, gli studiosi indicano una combinazione di fattori:

  • Cibo abbondante: nel bacino di San Marco e nei canali adiacenti si concentra un banco di aguglie e muggini che l’animale pare sfruttare appieno. Una risorsa alimentare attraente, che riduce l’esigenza di uscire al mare aperto.

  • Accesso facile dal mare: le bocche della laguna permettono al delfino l’ingresso e l’uscita; non sembra costretto né imprigionato, ma “volontariamente” presente.

  • Comportamento “urbano”: Mimmo si avvicina alle imbarcazioni, salta vicino alle gondole, appare curioso – una condizione rara che richiama l’attenzione dei turisti.

  • Possibile separazione temporanea: qualche analisi ipotizza che, essendo giovane e magari separatosi dal gruppo, abbia deciso di esplorare habitat alternativi. La laguna gli offre stimoli nuovi e forse meno competizione.

Tra stupore e selfie

La presenza di Mimmo ha innescato una reazione virale: video, foto e storie sui social hanno fatto il giro del mondo. “Tutti pazzi per Mimmo” è diventato il sintetico titolo di molti articoli. Le imbarcazioni turistiche hanno cominciato a includerlo nelle escursioni, i passanti si fermano a scrutare il pelo d’acqua, i fotografi scattano immagini dall’arco di briccole. Eppure, lo stesso entusiasmo richiama attenzioni critiche: i comportamenti umani possono mettere in pericolo l’animale. Gli esperti lanciano appelli a:

  • mantenere una distanza minima di almeno 50 metri – autorità e taxi‑acquei stanno inviando segnali al traffico lagunare;

  • evitare di offrirgli cibo o lanciare oggetti nell’acqua, per non alterare il comportamento selvatico;

  • non organizzare tour esclusivamente “per Mimmo”, per evitare che il delfino diventi intrattenimento, non animale libero.
    Le autorità competenti stanno valutando persino scenari di allontanamento controllato dal centro lagunare, qualora la situazione diventi troppo pericolosa.

Un ecosistema fragile: la laguna di Venezia come palco e trappola

La Laguna di Venezia è un ambiente unico, ricco di biodiversità ma fragile. I delfini sono sporadici ospiti: la presenza costante e prolungata di un esemplare in una zona tanto trafficata rivela come i percorsi naturali siano ormai interconnessi alle dinamiche urbane. Ecco il paradosso: la laguna offre protezione e cibo, ma anche rumore subacqueo, traffico di eliche, stress acustico e possibili collisioni. Lo specchio d’acqua costituisce così un “ambiente di compromesso” tra natura e città.

  • Simbolo di convivenza uomo‑natura: Mimmo incarna la tensione tra vivere insieme e disturbare. Un delfino tra gondole è simbolo di meraviglia, ma anche di responsabilità.

  • Testimone degli effetti della pressione antropica: traffico acqueo, rumore, turismo massificato: una laguna non più remota, ma sotto gli occhi del mondo.

  • Allarme ecologico silenzioso: se un delfino cerca rifugio nella laguna anziché stare in mare aperto, è segnale di cambiamenti, adattamenti o rischi.

  • Educazione e turismo responsabile: la gestione dell’evento richiede equilibrio: attrarre visitatori senza trasformare l’animale in “star”, tutelare senza rinunciare all’esperienza.

Non è la prima volta che la laguna registra visitatori delfini: durante la pandemia, quando il traffico nautico era quasi azzerato, alcuni cetacei furono osservati in canali veneziani più liberi dal rumore. Tuttavia, il caso di Mimmo è diverso: permanenza prolungata, interazione frequente con l’uomo, scelta apparente del luogo. In altre parti del Mediterraneo esemplari solitari di tursiope sono stati segnalati seguendo banchi di pesce o fuggendo da gruppi; in Italia, le registrazioni di delfini in contesti urbani sono rare. Questo rende il caso veneziano ancora più rilevante.

Il futuro dell’animale è incerto: due le opzioni principali:

Ritorno al mare: con l’abbassarsi delle temperature e lo spostamento dei banchi di pesce verso l’Adriatico aperto, Mimmo potrebbe decidere di uscire spontaneamente dalla laguna.

Rimanenza prolungata e rischio: se l’animale continuerà a sfruttare la laguna, diventerà più vulnerabile: a collisioni, a disturbi acustici, al comportamento umano indebita­mente aumentato. Le autorità potrebbero dover intervenire.
Nel frattempo, il “vademecum” per i natanti è stato definito: avvistato Mimmo, rallentare, non tagliargli la rotta, non lanciare cibo o oggetti; in generale: trattarlo da selvatico, non da mascotte.

Una notte in bacino, un salto tra gondole

Immaginate una notte veneziana: le luci riflesse sull’acqua, il silenzio rotto da un colpo di remo, un delfino che salta accanto a una gondola, l’acquazzone lontano, l’eco dell’elicottero che sorvola. Mimmo non è soltanto delfino che gioca: è specchio di una città acquatica che deve imparare a stare accanto al selvatico senza scavalcarlo. Quando salta tra le barche­ turistiche, sembra dire: “Sono qui, osservo, gioco, ma non sono un souvenir”. Come molti abitanti lagunari lo ripetono, “Lasciatelo in pace, se è qui è per sua scelta”.

In fondo, la laguna non è un parco divertimenti per delfini curiosi: è la casa di molti esseri e la scena di molti equilibri.

9 Novembre 2025 ( modificato il 10 Novembre 2025 | 10:35 )
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