8:41 am, 8 Novembre 25 calendario

La Fiera di San Martino e i «cornuti» diventano protagonisti della festa

Di: Redazione Metrotoday
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Ogni anno in Romagna, tra il 7 e l’11 novembre, la cittadina di Santarcangelo di Romagna si trasforma: le vie del centro, le piazze, i portici si animano, i profumi dell’autunno si mescolano ai suoni delle bancarelle, e su tutto campeggia un simbolo goliardico che richiama la tradizione contadina, l’ironia popolare e la festa collettiva — le corna. È la Fiera di San Martino, nota anche come “Fiera dei Becchi” o “dei Cornuti”.

Origini e significato di una tradizione poco convenzionale

L’11 novembre è la festa liturgica di San Martino di Tours, ma da secoli in Emilia‑Romagna e in particolare a Santarcangelo di Romagna quell’appuntamento ha assunto anche un volto popolare. In origine segnava la fine dell’anno agricolo: si rinnovavano i contratti, si vendevano i bovini, si assaggiava il vino novello. La presenza massiccia di capi di bestiame, bovini con le corna, e l’allegria contadina contribuirono all’adozione delle “corna” come simbolo goliardico.

Con il tempo, la parola “becch” (dialettale per “cornuto”, la persona tradita) ha preso piede nel linguaggio popolare, e la festa ha assunto un tono spassoso: appendere un paio di corna sopra l’Arco di Papa Clemente XIV (in Piazza Ganganelli) e farle oscillare al passaggio del “malcapitato” è diventato rito irriverente e divertente. Tradizionalmente, se passando sotto l’arco le corna si muovono, si dice che il partner sia “cornuto”.

L’evento collega due mondi: da una parte la valorizzazione della tradizione contadina e del buon cibo autunnale (vino nuovo, piadina, castagne), dall’altra la festa burlesca del “cornuto”, che ha finito per diventare richiamo turistico ed elemento identitario della comunità.

Il programma e le attività della Fiera

La Fiera di San Martino a Santarcangelo è oggi un evento che unisce gastronomia, artigianato, folklore, musica e tradizioni. I momenti salienti della manifestazione includono:

  • L’inaugurazione del sabato mattina sotto l’Arco Ganganelli, quando viene “appesa” la grande corna simbolica e si dà il via ufficiale alla Fiera.

  • Il Villaggio dei Cornuti, allestito in piazzale Francolini: struttura coperta che ospita musica, balli, stand gastronomici, food truck e gadget a tema (“corna indossabili”, t‑shirt dedicata).

  • Il Palio della Piada: una gara tra amatori e professionisti per fare la migliore piadina, vera “regina” della festa romagnola.

  • Mercatini di artigianato, bancarelle di prodotti tipici (vino novello, piadine, castagne, formaggi), e la “Campionaria” con stand commerciali.

  • L’esposizione di bestiame, macchine agricole e stand legati all’agricoltura contadina, richiamo delle radici storiche dell’evento.

  • Spettacoli di cantastorie nella tradizionale Sagra Nazionale dei Cantastorie, che dà voce alla cultura dialettale e popolare romagnola.

Il rinnovamento dell’edizione 2025 prevede una maggiore estensione della festa verso la via Emilia, una maggiore copertura gastronomica, e l’ampliamento del Villaggio dei Cornuti come polo di intrattenimento e riferimento per famiglie e turisti.

Dietro le corna

L’utilizzo delle corna nella festa non è mero scherzo fine a sé stesso: esso conserva tracce del passato contadino, delle fiere d’autunno in cui si scambiava bestiame, si festeggiava il vino nuovo e si rinnovavano i rapporti sociali e contrattuali. Nel dialetto romagnolo, “fare San Martino” significava chiudere la stagione dei lavori estivi e prepararsi all’inverno.

La “corna” sono diventate simbolo di trasgressione giocosa rispetto alla quotidianità: la leggenda vuole che, mentre i contadini erano lontani alle fiere, le mogli approfittassero della loro assenza — da qui il sarcasmo popolare verso i “becchi”. Nel presente, la tradizione è meno severa e più festiva: passare sotto l’arco, ridere, vestirsi con le corna, fare selfie, è diventato rito turistico e divertimento collettivo.

Negli anni la Fiera si è trasformata in un richiamo turistico: la combinazione di tradizione, enogastronomia e ironia ha creato un format attrattivo. Attraverso la promozione locale, l’ampliamento degli stand, la comunicazione digitale, la città ha registrato un aumento dei visitatori nel weekend di metà novembre. Il Villaggio dei Cornuti è un elemento chiave per attrarre famiglie e giovani, con musica, gadget e food truck.

  • Oltre 400 espositori partecipano ogni anno alla Fiera, distribuiti tra prodotti tipici, mercatini etnici, stand commerciali e artigianato creativo.

  • Il Palio della Piada vede la partecipazione di centinaia di concorrenti, e rappresenta un segno distintivo dell’evento.

  • Il Villaggio dei Cornuti 2025 prevede migliaia di gadget a tema, birrerie, musica e area food intensificata negli orari serali — segno della crescente diversificazione della festa.

  • La tradizione delle corna pendenti sotto l’Arco Ganganelli risale a decenni: oltre al significato goliardico, il gesto coinvolge la comunità e i visitatori in un rituale quasi comunitario.

La Festa vista dai protagonisti

Per un abitante di Santarcangelo, la Fiera è più di un evento: è «il momento dell’anno dove la città si trasforma, le persone tornano al centro, le tradizioni riemergono e anche le famiglie ritornano al borgo». Per un visitatore, è occasione per degustare la piadina, scoprire la Romagna autentica e partecipare a un rito popolare unico. Per le associazioni giovanili è momento per progettare eventi, musica e intrattenimento in una cornice tradizionale.

La “Fiera dei Cornuti” non è solo festa e folklore: riflette il rapporto tra popolo e tradizione, tra sacro e profano, tra serietà agricola e gioco ironico. In un’epoca in cui le identità locali si interrogano sul futuro, l’evento dimostra che la cultura popolare può essere rivitalizzata attraverso il dialogo con il presente: gadget, social media, musica e food contemporaneo convivono con la piadina, il vino novello e il dialetto romagnolo.

A Santarcangelo di Romagna, la Fiera di San Martino è qualcosa di più di una semplice sagra autunnale: è un’esperienza collettiva, un rito che unisce storia agricola, identità locale, ironia popolare e gusto romagnolo. Le corna che ondeggiano sotto l’arco, la piadina che si assaggia, la musica che accompagna le vie illuminate dell’autunno: tutto concorre a raccontare che la tradizione non è statica, ma vive se viene reinterpretata.

8 Novembre 2025 ( modificato il 10 Novembre 2025 | 10:52 )
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