7:32 am, 3 Novembre 25 calendario

Verso tempi più rapidi per lo sfratto

Di: Redazione Metrotoday
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In preparazione il nuovo decreto legge sull’emergenza abitativa

Un decreto legge in arrivo scuote il dibattito sulle politiche abitative in Italia: il Governo ha annunciato misure urgenti per sbloccare le procedure di sfratto, accelerare l’esecuzione e mettere fine a quello che viene definito uno “stallo” nelle liberazioni degli immobili. L’obiettivo dichiarato è duplice: sostenere i locatori, che lamentano anni di immobilità, e liberare un mercato degli affitti diventato ingessato; ma il provvedimento apre anche scenari complessi sul fronte della tutela del diritto all’abitare, del contrasto alla morosità e della protezione dei soggetti deboli.

Le linee guida del provvedimento

Secondo quanto reso noto, il nuovo decreto legge (in corso di definizione) prevede una serie di novità procedurali per lo sfratto degli inquilini morosi o degli occupanti abusivi: tempi certi per l’esecuzione, limiti alla dilazione, poteri rafforzati per l’Autorità a cui sarà attribuito il compito di monitorare e sbloccare le procedure. In sintesi: si mira a ridurre drasticamente i rinvii, i tempi morti e le rinvii causati da opposizioni legali o ritardi amministrativi.

Si segnala che il provvedimento si inserisce in un contesto già parzialmente modificato: lo scorso anno era stata introdotta la normativa che in caso di occupazione abusiva permetteva accesso più rapido al provvedimento di sgombero. Oggi l’accento si sposta in particolare sulla morosità da locazione e sui tempi degli sfratti residenziali.

L’Italia convive con una tensione abitativa strutturale: migliaia di richieste di sfratto, numeri consistenti di esecuzioni, ma anche un elevato numero di immobili sfitti e un mercato degli affitti poco fluido. È emerso che nel 2024 sono stati richiesti oltre 80.000 provvedimenti di sfratto, mentre le esecuzioni sono rimaste al di sotto delle 25.000; secondo alcune stime, in media ogni giorno si aprono decine di procedure e la morosità da locazione resta la principale causa.

In molte città, i proprietari lamentano che l’iter per liberare l’immobile è troppo lungo: lettera di intimazione, opposizione, decreto convalida, termine di pagamento, provvedimento esecutivo, fissazione della data di rilascio — l’intero processo può durare anni. Questo lungo “blocco” contribuisce ad alimentare la sfiducia nel mercato degli affitti e a complicare la gestione delle locazioni.

Dal testo anticipato e dalle dichiarazioni governative emergono alcune misure:

Riduzione dei tempi per la convalida dell’intimazione di sfratto: si parla di termini semplificati per il giudice o per l’ufficiale giudiziario quando ricorrono determinate condizioni (morosità prolungata, contratto cessato, occupazione abusiva).

Limitazione dei termini di sospensione: l’istanza di “termine di grazia” da parte dell’inquilino moroso sarà ammessa con condizioni più stringenti; ad esempio, dovrà comprovare la disponibilità immediata a saldare o un piano concreto.

Rafforzamento dell’Autorità di controllo e monitoraggio: un organismo ad hoc potrà intervenire per sbloccare gli sfratti bloccati, coordinare le prefetture, aiutare la ricollocazione delle famiglie vulnerabili e gestire i fondi a sostegno delle emergenze abitative.

Previsione di stanziamenti per il “fondo salva‑sfratti”: risorse che dovranno essere messe a disposizione per evitare che la perdita dell’alloggio degeneri in povertà abitativa o fine vita senza casa.

Morosità crescente: molte famiglie in affitto si trovano in difficoltà a causa dell’incremento dei canoni, dell’inflazione, della precarietà del lavoro. La legge consente da tempo lo sfratto per morosità, ma la prassi è rallentata da opposizioni, accordi e iter giudiziari.

Occupazioni abusive: un fenomeno che riguarda sia gli immobili pubblici sia quelli privati. Il legislatore ha introdotto misure penali per contrastare l’occupazione illegale, ma il problema rimane forte in diverse aree urbane.

Immobili vuoti: il paradosso italiano vede milioni di case inutilizzate e, contemporaneamente, migliaia di sfratti eseguiti ogni anno. La domanda abitativa, soprattutto per fasce più deboli, rimane insoddisfatta.

Ritardi procedurali: la lentezza delle procedure di sfratto è un tema centrale. A causa di opposizioni, riassegnazioni, assenza di alternative abitative per gli sgomberati, molti proprietari rinunciano, preferendo non affittare.

Il nuovo decreto legge sull’emergenza abitativa segna una svolta: vuole invertire la logica dello stallo negli sfratti, offrendo tempi certi e procedure più snelle. Ma la casa non è solo un bene economico: è un diritto, un elemento essenziale del tessuto sociale. E nelle città dove cresce la morosità, l’occupazione abusiva, le case vuote e la domanda insoddisfatta, la riforma diventa un banco di prova per le politiche abitative italiane.

Il vero test non sarà l’annuncio, ma l’attuazione: se i tempi si ridurranno davvero e le famiglie saranno tutelate, la misura potrà definire una nuova stagione.

3 Novembre 2025 ( modificato il 2 Novembre 2025 | 20:44 )
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