9:57 pm, 3 Novembre 25 calendario

Una notte che spezza due famiglie: il sacrificio di un poliziotto e una corsa folle

Di: Redazione Metrotoday
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È una tragedia che scuote per lo sguardo che offre sulla fragilità della legalità, sulla precarietà quotidiana del “fare pattuglia” e sul peso che possono assumere pochi secondi di scelta irresponsabile. A Torre del Greco (Napoli), l’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato Aniello Scarpati, 47 anni, ha perso la vita mentre era in servizio. L’auto di pattuglia su cui viaggiava è stata travolta frontalmente da un Suv che invase la corsia opposta in viale Europa. Il collega di Scarpati, l’agente Ciro Cozzolino, è rimasto gravemente ferito. Il conducente del Suv, un giovane 28enne, è stato arrestato: positivo ad alcol e sostanze stupefacenti, è accusato di omicidio stradale aggravato e omissione di soccorso.

Il contesto dell’incidente

Era notte fonda. Il commissariato della Polizia di Stato di Torre del Greco aveva disposto controlli sul territorio costiero, nei tratti urbani della via Litoranea e del raccordo verso viale Europa. Scarpati, nonostante non fosse programmato per quel turno, aveva accettato di sostituire un collega impossibilitato. Secondo le prime ricostruzioni, intorno alle 2 di notte la volante stava percorrendo viale Europa quando un Suv Bmw X4, in contromano, la ha centrata in pieno. I vigili urbani e gli agenti della sezione infortunistica della Polizia stradale stanno valutando le dinamiche esatte, ma è emerso che il conducente del Suv era sotto l’effetto di alcol e cocaina. A bordo dell’auto sei persone, tra cui due minorenni: alcune sono state trasportate in ospedale per le ferite riportate nella fuga dal luogo dell’incidente.

Per Scarpati non c’è stato nulla da fare. Il collega alla guida del mezzo di servizio, Cozzolino, è stato operato d’urgenza per lesioni interne e fratture multiple e si trova in prognosi riservata. Le immagini dell’auto della polizia, accartocciata e ribaltata in un vallone laterale, raccontano l’entità dello scontro: la volante, proiettata dalla forza dell’impatto, si è ribaltata e ha terminato la marcia a margine della carreggiata. L’urto è stato devastante.

Una delle annotazioni più dolorose riguarda il fatto che Scarpati non fosse previsto in servizio quella notte. Aveva effettuato un cambio turno con un collega, per esigenze dell’ultima ora. Quella scelta, generosa e ordinaria al tempo stesso, gli è stata fatale. Nella comunità della Polizia si è subito sottolineato come quel gesto — vestire la divisa, entrare in servizio, dare il cambio — porti con sé ogni volta un rischio concreto. Il sacrificio di un agente che “ha voluto esserci”, e che nel silenzio della notte ha compiuto il suo dovere, ha dato un volto umano a una tragedia che era già drammatica di per sé.

La famiglia lascia la moglie e tre figli. Il dolore della moglie, la voce terrosa del figlio maggiore, e la forza della figlia minore che dichiara: «Papà, seguirò le tue orme», sono stati elementi che hanno amplificato la risonanza emotiva della vicenda nei media e nella città.

La figura di Scarpati e il senso del servizio

Chi conosceva Scarpati lo ricorda come una persona riservata, precisa, sempre pronta alla collaborazione. Non amava la visibilità, ma aveva cura del collettivo, del quartiere, del controllo. Nei racconti dei vicini appare “un agente presente, sorridente, in divisa con orgoglio”. Un agente di comunità, uno di quei poliziotti che più sfuggono al clamore e più spesso restano nel riparo delle strade, dei controlli, dell’ordinario.

Per questo, la morte di Scarpati è stata vissuta come lo spezzarsi di un filo di fiducia: l’agente non è stato vittima di un conflitto a fuoco o di un’azione criminale strutturata, ma di un incidente causato da un comportamento irriguardoso e letale di un automobilista ubriaco e dopato. Un incidente che, per la Polizia, è ancora più grave perché riguarda uno dei “propri”. La morte in servizio di un agente ha sempre un effetto che va oltre la cronaca: scuote la divisa, gli operativi, il sistema che garantisce la sicurezza.

La celebrazione, l’omaggio, la camera ardente allestita presso la caserma “Nino Bixio” di Napoli, hanno assunto toni solenni. Il capo della Polizia si è recato presso l’abitazione della famiglia, ha disposto onori di Stato, e l’eco dell’accaduto ha travalicato la cronaca locale, toccando anche i vertici del ministero dell’Interno. La solidarietà è stata ampia: autorità civili, sindacati di polizia, associazioni della criminalità sono state coinvolte dalle dichiarazioni di cordoglio.

Il Suv Bmw che ha travolto la volante era alla guida di un giovane 28enne di Torre del Greco, imprenditore del settore dell’usato. Dopo l’impatto è fuggito e si è costituito solo dopo circa 12 ore in ospedale, ufficialmente per curare le proprie ferite. Sottoposto a test alcolemici e tossicologici, è risultato positivo a cocaina e alcol. Il ragazzo è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato dall’uso di sostanze psicotrope e dall’omissione di soccorso. Anche gli altri occupanti del veicolo sono oggetto di indagine: la presenza di minorenni nell’auto e la fuga dal luogo dello scontro aggravano il quadro.

Le immagini della sorveglianza cittadina, le testimonianze dei passanti e dei residenti – che parlano di un Suv in contromano lanciato a velocità elevata — stanno contribuendo a ricostruire la dinamica. A bordo dell’auto, oltre al conducente, c’erano anche due sedicenni ed un tredicenne, prelevati da una festa privata e trasportati poco prima dello schianto. Il veicolo era noleggiato. L’evento, con la sua escalation, rappresenta un esempio della pericolosità del mix velocità + sostanze + fuga, in una zona in cui la strada costiera litoranea e l’arteria di raccordo verso via Europa sono già teatro di incidenti gravi.

Un territorio segnato e le sfide della sicurezza urbana

Torre del Greco, città del Vesuvio con forti legami con la storia della marineria, dell’industria dei coralli e del commercio, vive dinamiche urbane delicate: traffico intenso, veicoli ad alta velocità lungo le vie costiere, controlli sempre più difficili e viali che mutano in zone della “movida” notturna. L’incidente che ha ucciso Scarpati mette in rilievo due questioni: la sicurezza stradale e quella degli operatori di polizia nella loro funzione di presidio del territorio.

La Polizia effettua turni notturni, pattugliamenti lungo la litoranea, controlli su automobili, su sostanze, su movida. Ma nulla può isolare un’auto che arriva contromano a folle velocità e travolge la volante. La corsia invertita in viale Europa, i Suv potenti, la scarsa visibilità notturna, l’alta velocità e la possibile fuga sono circostanze ricorrenti in altre indagini locali: non un incidente isolato ma un modello che si ripete. Le autorità comunali e prefettizie si sono dette disponibili a migliorare la segnaletica, a potenziare la video‑sorveglianza, a implementare i controlli notturni.

Precedenti e riflessioni sul ruolo degli operatori di polizia

La cronaca italiana è purtroppo ricca di episodi in cui agenti della Polizia stradale o di pattuglia perdono la vita in incidenti durante il servizio. Dal normale controllo dei documenti, dall’intervento su segnalazione, dalla presenza su strada, deriva una vulnerabilità che non è sempre evidenziata. Il fatto che Scarpati abbia accettato il cambio turno, che se fosse rimasto a casa oggi sarebbe vivo, richiama la casualità del rischio e l’eroismo silenzioso della quotidianità.

Gli operatori sono esposti a veicoli potenti, manovre pericolose, fughe, investimenti. Le statistiche mostrano che gli agenti coinvolti in incidenti stradali in servizio rappresentano una percentuale non trascurabile delle vittime di polizia. Le rappresentanze sindacali sottolineano come servano maggiori tutele, segnali legislativi più forti e sistemi che impediscano “veicoli pazzi” di invadere corsie e travolgere chi è in servizio.

Le reazioni e il cordoglio della città

La notizia ha raggiunto un eco nazionale. Il Presidente della Repubblica ha inviato un telegramma ufficiale al capo della Polizia, manifestando vicinanza alla famiglia e alla divisa. Anche la Premier ha espresso il dolore e ha richiamato la necessità di pene severe per chi provoca morti in servizio per operatori della sicurezza. A Torre del Greco e nella vicina Ercolano – città di origine di Scarpati – si sono tenuti raduni spontanei: colleghi in tenuta, cittadini commossi, famiglie che hanno deposto fiori e segni di riconoscimento. La camera ardente è stata allestita martedì 4 novembre presso la caserma “Nino Bixio” e i funerali sono previsti mercoledì 5.

Ma al di fuori dei riti c’è la comunità che chiede giustizia: la figlia maggiore della vittima ha dichiarato pubblicamente che seguirà le orme del padre, che “era fiero di indossare la divisa” e che chiede che “chi ha sbagliato paghi”. È un messaggio che trascende la cronaca e che interpella il senso della responsabilità individuale e collettiva.

Verso la verità: le indagini e le misure in arrivo

L’inchiesta aperta riguarda diversi profili: le cause esatte dell’impatto, la velocità del Suv, l’uso di alcol e droghe, la fuga dal luogo dell’incidente, la presenza di minorenni a bordo del veicolo e le condizioni della corsia invasa. Gli investigatori procedono con l’acquisizione dei filmati di sorveglianza, con le analisi tossicologiche del conducente e con l’esame tecnico del veicolo di servizio.

Parallelamente, il Comune e la Prefettura devono valutare interventi infrastrutturali: miglioramento della segnaletica in viale Europa, installazione di barriere di sicurezza, potenziamento della videosorveglianza, maggiore controllo dei veicoli potenti in uscita dal territorio. Il sindacato di polizia chiede che episodi come questo non restino casi isolati, ma spingano a un intervento sistemico: “Non possiamo aspettare che un altro agente sia travolto per fare qualcosa”, è il messaggio che ha girato nei gruppi interni.

La morte di Aniello Scarpati assume anche valenza simbolica: rappresenta la vulnerabilità di chi protegge, l’impegno silenzioso del controllare “la notte”, l’azzardo che accompagna la divisa di pattuglia. La città di Torre del Greco e la provincia di Napoli hanno perso un uomo che era parte del tessuto sociale, e la perdita non è solo della famiglia, ma di un pezzo di comunità.

3 Novembre 2025 ( modificato il 4 Novembre 2025 | 10:43 )
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