9:38 am, 2 Novembre 25 calendario

Il tesoro che attraversa i millenni

Di: Redazione Metrotoday
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Al Grand Egyptian Museum il patrimonio di Tutankhamon e la nave del faraone Khufu: un’epopea dell’antico Egitto

L’Egitto apre un capitolo nuovo nella sua millenaria storia culturale e archeologica con l’inaugurazione del Grand Egyptian Museum (GEM) sulla piana di Giza, a pochi passi dalle piramidi. Al suo interno, per la prima volta riuniti e visibili in un’unica sede, sono il tesoro del giovane faraone Tutankhamon e, accanto a lui, la grande nave solare di Khufu — simboli di due degli imperi più affascinanti dell’antico Egitto.

Un sogno lungo decenni

La realizzazione del GEM risale a un progetto lanciato all’inizio degli anni 2000: costruire un complesso museale all’avanguardia proprio accanto alla necropoli della IV dinastia, destinato a diventare il più grande museo del mondo dedicato a una singola civiltà. Il museo nasce non solo come scrigno di reperti, ma come dispositivo strategico per il turismo, la cultura e la proiezione internazionale dell’Egitto.

Come parte del piano, è stata pianificata la ricollocazione di decine di migliaia di manufatti sparsi nei vari musei egiziani, una logistica monumentale che ha richiesto anni di restauro, imballaggio, trasporto e documentazione scientifica. In questo contesto, il trasferimento degli oggetti di Tutankhamon e della nave di Khufu ha assunto un valore simbolico e tecnico di prim’ordine.

Il tesoro di Tutankhamon: una collezione da un secolo

Tra tutti gli oggetti dell’antico Egitto, pochi hanno avuto un impatto così forte nella coscienza collettiva come il tesoro del faraone Tutankhamon, scoperto nel 1922 nella valle dei Re da Howard Carter. Composto originariamente da oltre 5.000 oggetti, la collezione comprende maschere funerarie, cofani d’oro, carrozze, armi, mobili, gioielli e abiti cerimoniali.

Nel nuovo museo, si prevede che per la prima volta la collezione sia esposta in modo coerente e completo, permettendo di leggere non solo la magnificenza funeraria del faraone, ma anche la quotidianità, la ritualità e le connessioni culturali del tempo. Tra i pezzi più emblematici: la celebre maschera d’oro, le chariot, i letti cerimoniali, le rappresentazioni simboliche della regalità e dell’aldilà.

Questo passo rappresenta una “prima assoluta”: gli oggetti non saranno più sparsi o parzialmente visibili, ma parte di un allestimento organico che offre al pubblico la visione integrata di un faraone “giovane” e della sua dimensione regale ed esoterica.

La nave di Khufu: l’oggetto più antico e straordinario

Accanto al tesoro di Tutankhamon, uno degli elementi più stupefacenti del GEM è la nave solare di Khufu (o “barca solare”), scoperta nel 1954 nei pressi della Grande Piramide. Costruita in legno di cedro del Libano, lunga oltre 40 metri, rappresenta una delle imbarcazioni antiche meglio conservate al mondo.

La funzione della barca è stata variamente interpretata: veicolo rituale per la traversata del faraone nell’aldilà, mezzo funebre o simbolo della sua unione con il dio Ra. Il fatto che oggi sia esposta in un museo moderno, accanto agli artefatti funerari di un altro faraone – seppure distante nel tempo – rende il GEM un vero hub della memoria egizia.

Il museo: architettura, numeri e obiettivi

Il GEM sorge su un pendenze appena fuori dal Cairo, a Giza, con vista diretta sulle piramidi; la struttura stessa richiama le forme piramidali, con linee moderne e trasparenze che integrano antico e contemporaneo. Il museo include spazi espositivi estesi, un “Grand Staircase” monumentale, laboratori di restauro e una sezione dedicata alla conservazione.

Le cifre parlano di oltre 100.000 artefatti esposti, spazio espositivo che supera i 200.000 metri quadri, e l’aspettativa di diventare una delle mete culturali più importanti del mondo. Il museo si inserisce anche nel più ampio piano nazionale egiziano per rilanciare il turismo, stimolare l’economia e dare visibilità internazionale.

Il retroscena logistico: spostamenti, restauri, sfide

Portare un patrimonio antico millenni in un nuovo edificio non è stato semplice: per gli oggetti di Tutankhamon è stato necessario un lavoro meticoloso di documentazione, restauro e confezionamento. Alcuni pezzi hanno richiesto interventi di conservazione prima del trasporto. Per la barca di Khufu è stata necessaria un’operazione di trasferimento complessa già avvenuta in parte negli anni precedenti.

Inoltre, il progetto ha attraversato decenni di ritardi: motivi politici, economici, infrastrutturali e tecnici hanno posticipato più volte l’apertura completa. Ma ogni ritardo è diventato occasione per migliorare standard, sicurezza, tecnologie espositive e interventi conservativi, affinché l’apertura fosse all’altezza delle attese.

Significato culturale e politico

L’apertura del GEM ha valore non solo archeologico, ma anche simbolico: l’Egitto, paese di grande ricchezza archeologica ma anche di grandi sfide economiche e sociali, investe in modo deciso sul proprio patrimonio per affermare un’identità, attrarre turismo e generare sviluppo. Il museo diventa un ponte tra passato e futuro, tra civiltà antiche e economie contemporanee.

Al tempo stesso, essere il custode di un tesoro come quello di Tutankhamon e della barca di Khufu rafforza il ruolo dell’Egitto come attore centrale nel dialogo internazionale sull’archeologia, sul patrimonio e sulla conservazione. Il GEM vuole essere un modello globale in termini di dimensioni, qualità, completezza e significato.

Per il pubblico questo significa poter vivere un’esperienza unica: entrare in uno spazio progettato per stupire, ma anche per raccontare — non soltanto per mostrare. Le gallerie del faraone, la barca solare, le architetture, i panorami verso le piramidi, tutto concorre a rendere la visita una narrazione immersiva.

È un cambiamento rispetto ai musei del passato, dove spesso i reperti sono esposti senza contesto o frammentariamente. Qui anche l’ambientazione, la sequenza espositiva e l’allestimento contribuiscono a far rivivere un mondo lontano secoli, ma ancora pieno di fascino.

Se l’apertura rappresenta un traguardo, il vero percorso è appena iniziato. Il GEM dovrà mantenere elevati standard di conservazione, attrarre un numero consistente di visitatori, e integrarsi con le comunità locali e l’economia egiziana. Ci sarà anche da gestire la manutenzione, l’aggiornamento delle tecnologie espositive e la promozione internazionale.

Ma al contempo il museo apre nuove rotte: collaborazioni scientifiche, esposizioni temporanee, focus su archeologia preventiva, turismo culturale sostenibile. Vuole diventare non solo un contenitore di reperti, ma un hub di ricerca, formazione e divulgazione, che guarda al mondo intero.

Il Grand Egyptian Museum non è solo nuova sede per gli oggetti di due dei più celebri faraoni della storia: è una dichiarazione, un investimento nel tempo, un ponte tra la meraviglia di mille anni fa e le sfide della contemporaneità. Nel susseguirsi di maschere d’oro, barche solari, statue monumentali e spazi moderni, si legge anche una storia di rilancio, di identità e di visione. Per chi visiterà, sarà un viaggio non solo attraverso l’Egitto antico, ma attraverso il significato del patrimonio, della memoria e dell’umano desiderio di lasciare tracce che durano oltre le ere.

2 Novembre 2025
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