12:36 pm, 2 Novembre 25 calendario

Il consenso diventa obbligatorio per fare sesso

Di: Camilla Locoratolo
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La Francia fa un salto culturale

Con un voto che segna una svolta epocale nella legislazione francese in materia di violenza sessuale, l’Assemblée nationale ha approvato nei giorni scorsi una legge che inserisce esplicitamente la nozione di consenso libero, informato e revocabile nel reato di stupro e violenza sessuale.

Questo significa che in futuro in Francia sarà considerato reato qualsiasi atto sessuale compiuto senza il pieno accordo della persona che vi è soggetta — il silenzio o la mancanza di reazione non valgono più come consenso implicito.

Fino ad oggi, la legge francese definiva lo stupro e la violenza sessuale principalmente sulla base della presenza di violenza, coercizione, minaccia o sorpresa.

Questo significava che, in assenza di quegli elementi, anche una relazione in cui fosse contestata la volontà della parte lesa poteva risultare difficilmente perseguibile come reato di stupro.

La nuova norma, che modifica l’articolo 222-22 del Codice penale, cambia radicalmente la prospettiva: «qualsiasi atto sessuale non consensuale» è considerato reato.

La decisione arriva in un momento in cui in Francia si stanno susseguendo scandali legati alla violenza sessuale, tra cui il caso emblematico di Gisèle Pélicot, vittima di droga e stupri ripetuti, che ha dato nuovo impulso alle richieste di riforma.

Il lungo percorso verso la riforma

Per capire fino in fondo la portata della novità, bisogna considerare i passi precedenti:

    Nel 2021 la Francia aveva già varato una legge che fissava l’età minima del consenso sessuale a 15 anni. In quell’occasione si stabilì che qualunque rapporto sessuale con un minorenne di età inferiore a 15 anni sarebbe stato trattato come stupro, con pene fino a 20 anni di carcere, salvo alcune clausole “Romeo e Giulietta”.

    Nonostante ciò, la giurisprudenza e l’applicazione della legge incontravano ancora difficoltà: era spesso difficile dimostrare che mancasse il consenso, se non vi era violenza evidente o minaccia. In altri termini, il “no” non sempre bastava.

    In gennaio 2025, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) condannò la Francia perché aveva ritenuto “colpevole” una donna che si rifiutava di avere rapporti sessuali col marito, basandosi sulla nozione tradizionale di “dovere coniugale”. La decisione ha acuìto la questione del consenso nel matrimonio.

Questi elementi hanno preparato il terreno per la riforma attuale, che representa il passaggio da una cultura della violenza a una cultura del consenso.

Cosa prevede la nuova legge

I punti centrali della riforma sono i seguenti:

    La definizione legale di consenso: “libero, informato, specifico, previo e revocabile”.

    Il silenzio o la mancanza di reazione non possono essere interpretati come consenso.

    L’esistenza di violenza, minaccia, coercizione o sorpresa rimane comunque aggravante, ma la legge non si limita più soltanto a questi elementi.

    La legge si allinea ora con altri Paesi europei che già hanno introdotto la nozione di consenso come elemento centrale nei reati sessuali, tra cui

Anche se molto “occulta” nei titoli dei giornali, la ragione è semplice: la vecchia normativa aveva lasciato ampie zone grigie. In casi in cui la vittima non aveva resistito o non era stata esplicitamente minacciata, ma semplicemente non aveva prestato consenso, il procedimento penale si bloccava.

Sul piano giudiziario, la riforma dovrebbe:

    Facilitare la condanna di chi compie atti sessuali senza consenso, anche in assenza di violenza fisica evidente.

    Sollevare le forze dell’ordine e la magistratura dalla necessità di dimostrare coercizione: la mancanza di consenso diventa di per sé elemento fondante del reato.

    Spingere verso una migliore formazione degli operatori coinvolti (polizia, carabinieri, magistrati) sul tema del consenso e dei nuovi orientamenti.

    Promuovere, infine, un cambiamento sociale: strumenti educativi nelle scuole, nelle università, nelle campagne pubbliche per diffondere la cultura della volontà condivisa e dell’autonomia corporea.

Alcuni gruppi di difesa avvertono che l’introduzione della nozione di consenso potrebbe spostare l’onere della prova sulla vittima — ovvero: dimostrare di aver detto “no”, di non essere stata in grado di dare consenso, anziché che l’aggressore abbia agito contro la volontà.

    In ambito minorile, già la legge del 2021 aveva fissato che un rapporto sessuale con un minorenne al di sotto dei 15 anni è automaticamente considerato stupro, salvo eccezioni specifiche.

Il caso Pélicot

Il caso di Gisèle Pélicot ha segnato un passaggio decisivo. La donna fu drogata, resa incosciente e subì violenze ripetute da decine di uomini, tra il 2011 e il 2020: la sentenza ha sollevato in Francia un’ondata di protesta e la percezione che la legge non fosse più adeguata a punire certe dinamiche predatrici.

È stata così spinta la macchina legislativa verso il riconoscimento del consenso come elemento centrale. La legge approvata può essere letta come una diretta risposta: “non basta che non ci sia violenza visibile, serve che ci sia volontà reciproca”.

Oltre l’aspetto sanzionatorio, il vero obiettivo è culturale: far comprendere che sesso non significa solo «non dire no», ma dire «sì» consapevolmente. In tal senso, la legge può diventare anche uno strumento educativo, una pietra miliare per cambiare mentalità.

In un Paese come la Francia, tradizionalmente considerato libero nelle sue questioni sessuali, questo passaggio assume un valore simbolico importante: segna l’inizio di una stagione in cui l’autonomia corporea, la volontà e il rispetto reciproco diventano assi portanti anche nelle relazioni intime.

Questo non significa che d’ora in poi tutto sarà semplice: la giustizia, l’istruzione, il sistema sociale dovranno mettersi in moto per tradurre in pratica ciò che la legge esprime.

Con l’approvazione della legge sul consenso, la Francia compie un passo decisivo in materia di diritti e giustizia: non è più sufficiente dimostrare violenza o coercizione perché un atto sessuale sia punito, ma sarà necessario mostrare che la persona abbia agito senza un consenso libero e informato.

È una trasformazione che riguarda i tribunali, certo, ma anche la vita quotidiana, le relazioni, la cultura di interazione tra generi. Se la legge sarà accompagnata da politiche educative, formazione e risorse per le vittime, allora potrà davvero diventare un motore di cambiamento profondo.

2 Novembre 2025
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