1:14 pm, 1 Novembre 25 calendario

Leonardo Apache La Russa non sarà processato per violenza sessuale

Di: Redazione Metrotoday
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La vicenda investigativa che ha coinvolto Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, ha giunto un nuovo, delicato capitolo: la Procura di Milano ha richiesto l’archiviazione per l’accusa di violenza sessuale nei suoi confronti e nei confronti dell’amico — e anch’egli indagato — Tommaso Gilardoni. Il gip ha accolto la richiesta, stabilendo che «non fu violenza sessuale». Resta però aperto il fronte del cosiddetto revenge porn, ovvero la divulgazione di immagini o video sessualmente espliciti senza consenso.

La genesi dell’indagine

La vicenda ha avuto inizio a seguito della denuncia di una giovane di 22 anni che, nei mesi successivi alla serata del 18/19 maggio 2023, ha raccontato di essersi risvegliata nella casa del giovane La Russa senza ricordare gli eventi della notte precedente. La notte in questione si era aperta con una serata nel locale milanese Apophis Club, nel centro di Milano.

La ragazza ha dichiarato di aver bevuto alcuni drink e di aver perso memoria, di aver trovato se stessa nel letto della casa di La Russa, percependo di aver subito qualcosa che non ricordava. Analisi genetiche avevano rilevato tracce biologiche maschili sui suoi vestiti.

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa e dell’amico Tommaso Gilardoni.

Nei giorni e nei mesi successivi si sono susseguiti accertamenti complessi : analisi della presenza di sostanze stupefacenti e alcol nella ragazza, videosorveglianza, analisi dei telefoni cellulari dei due indagati, per capire se fosse stata realizzata e diffusa materiale intimo senza consenso.

Ad esempio, la ragazza sosteneva che le sarebbero state somministrate sostanze senza che fosse in grado di prestare consenso, ed è stato depositato un dossier di consulenza tossicologica che individua tracce compatibili con l’assunzione di GHB in un arco temporale compatibile con la nottata incriminata.

Dall’altro lato, la difesa dei due giovani ha sempre negato che si trattasse di una aggressione o di abuso, sostenendo invece che si fosse verificato un rapporto consensuale e che non emergessero elementi per configurare una violenza sessuale in senso penale.

La decisione della Procura e del Gip

L’8 aprile 2025 la Procura di Milano ha formalmente chiesto l’archiviazione per l’ipotesi di violenza sessuale nei confronti della ragazza da parte di La Russa e Gilardoni, rilevando l’assenza di elementi tali da ritenere che i due avessero percepito «la mancanza di una valida volontà della ragazza».

In particolare, le pubbliche ministere hanno motivato la richiesta indicando che “non vi è in atti la prova che gli indagati … abbiano percepito … la mancanza di una valida volontà della ragazza”. È stato inoltre considerato che “dalle immagini girate con i cellulari emerge la ragionevole traccia della percezione di una partecipazione consapevole” della giovane.

Il gip ha accolto la richiesta, archivando la posizione dei due per la violenza sessuale.

Tuttavia, l’indagine resta aperta per il reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn). Nel corso della serata del 19 maggio 2023, pare che un video esplicito sia stato inviato via WhatsApp da La Russa a Gilardoni, e successivamente da Gilardoni ad altri, senza il consenso della ragazza.

L’avvocato della ragazza ha depositato opposizione alla richiesta di archiviazione, sostenendo che gli elementi raccolti non sono stati sufficientemente valutati e che lo stato di alterazione della giovane (alcol, droghe) avrebbe dovuto escludere la capacità di autodeterminarsi.

Il procedimento per il reato di revenge porn è dunque destinato a proseguire: la giovane ha chiesto una provvisionale di 50.000 euro in sede civile in attesa del giudizio.

In questo scenario, pur non essendo archiviato l’intero fascicolo, la parte più grave dell’accusa – quella di stupro – è stata formalmente abbandonata in via penale per mancanza di prova della mancata volontà della parte lesa.

Perché è un caso rilevante

Questo caso ha assunto rilevanza pubblica non soltanto per i soggetti coinvolti — un giovane figlio di un esponente politico di alto livello — ma anche per le implicazioni più ampie in tema di consenso, abuso sessuale, responsabilità digitale e privacy dei giovani.

  Consenso : quanto incide lo stato di alterazione (alcool, droga) sulla capacità di autodeterminazione? In che misura la legge può o deve valutare la consapevolezza?

    Responsabilità digitale : la diffusione di immagini sessualmente esplicite senza consenso è un fenomeno in crescita; questo caso riporta all’attenzione il tema del revenge porn anche tra giovani “bene”.

    Meritocrazia e politica : il fatto che sia coinvolto il figlio di una carica istituzionale ha attirato l’attenzione e alimentato commenti sul privilegio e sul potere mediatico.

  Dinamiche sociali e culturali : la gestione mediatica della vicenda, le ricostruzioni giornalistiche, le accuse di “messe sotto accusa” di volti pubblici — tutto contribuisce a riflettere su come la società e la giustizia trattano casi di violenza sessuale così come accuse legate ad essa.

Le parole dei protagonisti

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenne pubblicamente in una fase iniziale della vicenda, dichiarando di aver interrogato il figlio e di essere «certo che non abbia compiuto atti penalmente rilevanti», pur rimproverando il giovane per «aver portato a casa una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato».

Dall’altra parte, il padre della ragazza denunciatrice definì la figlia «devastata», sottolineando che da quella notte la giovane aveva cambiato vita.

Considerazioni

    Il ­revenge porn come fenomeno emergente: questa parte del procedimento richiama l’attenzione su una tipologia di reato che, specie tra i giovani, sta assumendo dimensioni rilevanti. Il fatto che protagonisti siano giovani con profili social e circoli notturni rende il tema ancora più attuale.

    Il potere e la visibilità sociale: la vicenda coinvolge il figlio di una figura istituzionale di primo piano. Questo aspetto ha amplificato la risonanza mediatica e sollevato interrogativi su come vengano trattati i casi nelle “cerchie alte”.

    La cultura della responsabilità: dietro la cronaca emerge un tema educativo : come si comportano i giovani in contesti di consumo di alcol/droga, come interagiscono, quale cultura del rispetto e del consenso viene promossa?

    In termini di impatto sociale, il caso continuerà ad essere citato come riferimento per le domande che pone sul consenso, sulle dinamiche digitali e sul comportamento giovanile in contesti notturni.

    Anche se archiviato per la violenza sessuale, il caso lascia una traccia forte nella percezione pubblica e nei dibattiti mediatici, secondo cui non tutte le storie si risolvono con un processo penale — ma le dinamiche che le generano meritano comunque attenzione e riflessione.

La decisione del gip rappresenta il punto di arrivo di una lunga indagine che ha attraversato testimonianze, analisi tossicologiche, controlli digitali, dichiarazioni pubbliche e questioni morali. Da un lato, la scelta della Procura di archiviare l’accusa più grave segna la mancanza di elementi che permettessero un rinvio a giudizio per violenza sessuale. Dall’altro, la prosecuzione del filone revenge porn ricorda che il dibattito non è chiuso: la diffusione di contenuti sessualmente espliciti senza consenso rimane una frontiera aperta della giustizia e della cultura.

Il caso è uno specchio della società contemporanea : giovani, locali notturni, uso di alcol o droghe, rapporti sessuali, filmati, messaggistica. Ma è anche un banco di prova per il sistema giudiziario e mediatico — nel capire quali valori soppesare, quali prove acquisire, come tutelare le vittime, come garantire il diritto alla difesa.

1 Novembre 2025 ( modificato il 2 Novembre 2025 | 13:21 )
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