Sinner dice no alla Coppa Davis: “Scelta difficile, ma serve tempo per prepararmi”.

Jannik Sinner non parteciperà alle Final Eight di Coppa Davis 2025. L’azzurro, numero uno italiano e tra i primi del ranking mondiale, ha deciso di rinunciare alla competizione a squadre che si terrà a Málaga, motivando la scelta con la necessità di “una settimana in più di preparazione” in vista della nuova stagione. Una decisione che ha scatenato un acceso dibattito nel mondo del tennis e tra i tifosi, divisi tra comprensione e delusione.
Con un comunicato sobrio e diretto, il campione altoatesino ha spiegato:
“È stata una scelta difficile, perché la Coppa Davis rappresenta tanto per me. Ma dopo un anno così intenso, devo ascoltare il mio corpo e pianificare con attenzione la prossima stagione. Una settimana in più di preparazione può fare la differenza”.
Il peso di un’assenza pesante
La notizia è caduta come un fulmine su un gruppo azzurro che, solo un anno fa, aveva riportato in Italia la Coppa Davis dopo 47 anni. Sinner era stato l’eroe di Málaga 2024, autore di una cavalcata straordinaria culminata con la vittoria in finale contro l’Australia. Il suo contributo fu determinante: dal match epico contro Novak Djokovic in semifinale, salvando tre match point, fino ai punti decisivi che riportarono la “Insalatiera d’argento” nel nostro Paese.
Per questo la sua rinuncia assume un peso simbolico e tecnico enorme. Senza di lui, la squadra capitanata da Filippo Volandri perde il proprio punto di riferimento, sia in termini di risultati sia di leadership.
Secondo indiscrezioni, la decisione era nell’aria già da settimane: dopo l’eliminazione al Masters di Shanghai, Sinner avrebbe comunicato alla Federazione la volontà di chiudere la stagione in anticipo per concentrarsi sulla preparazione del 2026.
Un 2025 logorante: 11 mesi ad altissima intensità
Per capire la scelta di Sinner, bisogna guardare alla stagione che ha appena vissuto. Un anno lunghissimo, iniziato a gennaio con gli Australian Open e proseguito senza pause tra tornei indoor, Masters 1000, Grand Slam e Olimpiadi di Parigi.
L’altoatesino ha giocato oltre 70 partite ufficiali nel 2025, conquistando tre titoli, tra cui il Masters 1000 di Miami, e confermandosi ai vertici del tennis mondiale. Ma anche per un atleta abituato alla disciplina maniacale, la fatica si accumula.
Le ultime settimane hanno mostrato segni di logoramento: ritiri precauzionali, lievi fastidi muscolari e la necessità di non compromettere la preparazione invernale. Lo staff di Sinner, guidato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill, avrebbe insistito sulla necessità di una pausa completa.
“Scegliere di fermarsi non è un segno di debolezza, ma di maturità”, avrebbe spiegato una fonte vicina al team. “Il calendario ATP non perdona, e chi punta al numero uno non può permettersi di arrivare a gennaio già stanco”.
Volandri comprensivo ma dispiaciuto
Il capitano della nazionale, Filippo Volandri, ha reagito con equilibrio, pur non nascondendo il dispiacere:
“Jannik ha sempre dimostrato quanto tenga alla maglia azzurra. Capisco la sua decisione, anche se ovviamente ci mancherà tantissimo. Dovremo trovare nuove energie e responsabilità nel gruppo”.
La formazione italiana, orfana del suo leader, potrà comunque contare su un gruppo solido: Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego e Flavio Cobolli sono i nomi più probabili per Málaga. Tutti giovani, talentuosi e motivati, ma nessuno con l’esperienza e la freddezza di Sinner nei momenti decisivi.
Tra comprensione e delusione
Sui social, le reazioni non si sono fatte attendere. Molti tifosi hanno espresso sostegno e solidarietà: “Ha dato tutto per l’Italia, merita di pensare anche a sé”, scrivono in tanti. Altri, invece, faticano ad accettare la rinuncia di un campione nel pieno della forma, temendo che la sua assenza possa ridurre le ambizioni azzurre.
In generale, la sensazione è che Sinner stia tracciando una linea netta tra obblighi patriottici e pianificazione professionale. È una scelta moderna, in linea con l’approccio di molti top player che gestiscono la propria carriera con attenzione chirurgica.
La vicenda riaccende anche il dibattito sul formato della Coppa Davis, rivoluzionato negli ultimi anni ma ancora al centro delle critiche. Il nuovo sistema, con fasi finali condensate e spostate a fine stagione, ha trasformato la storica competizione in un impegno logisticamente complesso per i top player.
Molti campioni, da Djokovic a Alcaraz, hanno più volte messo in discussione la tempistica del torneo, collocato subito dopo il Tour Finals e a ridosso della pausa invernale. Un periodo in cui la maggior parte dei tennisti preferisce fermarsi per recuperare.
Sinner stesso lo ha detto chiaramente:
“Il calendario è diventato sempre più pesante. Serve trovare un equilibrio tra la voglia di rappresentare il proprio Paese e la necessità di prendersi cura del proprio corpo”.
Dal punto di vista tecnico, l’Italia perde un’arma formidabile. Con Sinner in campo, la squadra azzurra partiva favorita in qualsiasi incontro. Senza di lui, le chance di difendere il titolo si riducono, ma non svaniscono del tutto.
Volandri potrà contare su un gruppo giovane e affiatato, cresciuto insieme e già abituato alla pressione delle grandi occasioni. Arnaldi e Musetti, in particolare, hanno dimostrato nel corso della stagione di poter reggere il confronto con i migliori, anche se la mancanza di un “numero uno” di riferimento rischia di pesare psicologicamente.
Il capitano punterà sulla compattezza del gruppo e sullo spirito di squadra, elementi che già nel 2024 avevano fatto la differenza.
Dietro la scelta di Sinner non c’è solo la stanchezza fisica, ma anche una visione strategica. L’altoatesino e il suo team stanno pianificando il futuro a lungo termine, con l’obiettivo dichiarato di puntare al numero uno del mondo e a un titolo Slam nel 2026.
In fondo, anche Roger Federer e Rafael Nadal, in momenti diversi delle loro carriere, hanno dovuto fare scelte simili. Sinner sta semplicemente percorrendo la stessa strada, con la maturità di un atleta consapevole dei propri limiti e obiettivi.
Il messaggio è chiaro: Sinner non abbandona la maglia azzurra, ma sceglie di fermarsi per tornare più forte. “Rappresentare l’Italia resta un orgoglio — ha concluso — ma per dare il massimo bisogna essere al cento per cento”.
Parole che lasciano aperta la porta a un ritorno nel 2026, magari con nuove motivazioni e obiettivi più ambiziosi. Intanto, la squadra italiana dovrà reinventarsi e trovare nuove certezze senza il suo fuoriclasse.
Il coraggio di dire no
Rinunciare non è mai semplice, soprattutto quando si è l’uomo simbolo di un movimento sportivo. Ma nel gesto di Sinner c’è qualcosa di più profondo di una semplice scelta logistica: c’è la consapevolezza di chi ha imparato a dire “no” per crescere, per proteggere il proprio futuro e per arrivare pronto alle sfide che contano davvero.
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