1:18 am, 19 Ottobre 25 calendario

I fedelissimi di “Kirk” a Roma: nasce “Raise the Flag”, il movimento italiano

Di: Redazione Metrotoday
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In un clima politico sempre più polarizzato, Roma ha registrato un’inedita accelerazione: un giovane studente romano, Lorenzo Caccialupi, annuncia il lancio di un movimento ispirato a Charlie Kirk, l’attivista americano di destra recentemente assassinato. Il neonato progetto si chiamerà Raise the Flag, e si propone come avamposto ideale di un nuovo conservatorismo rivoluzionario made in Italy.

«È ora di riprenderci i nostri Paesi. Roma o morte», recita il messaggio rilanciato sui social, accompagnato da un video in cui Caccialupi mostra un cappello con la scritta “Make Italy Great Again”. Le sue parole sono un manifesto politico: «Difenderemo i nostri valori — famiglia, Dio, patria — e diremo basta all’immigrazione illegale», spiega, rivolto a decine di migliaia di follower con cui ha già costruito una base di consenso digitale.

L’evento dell’annuncio è singolare: alla capitale si sono presentati anche Steven Eugene Kuhn e Wesley Scott Alexander, figure autonome legate al network americano Turning Point, che in passato ha promosso Kirk come vate della destra oltreoceano. I due sarebbero stati visti a Roma in incontri con Caccialupi davanti al Pantheon, un gesto che — nella narrativa del movimento — ha il sapore di una “benedizione” internazionale.

Origini, simboli e narrazioni: chi è “Raise the Flag”

L’ispirazione parte da oltreoceano: Charlie Kirk, attivista conservatore con milioni di follower, assassinato il 10 settembre 2025, è già divenuto martire simbolico di una causa politica. In Italia, alcuni ambienti della destra hanno celebrato la sua figura: gli ultras della Lazio esibirono uno striscione nel derby con la scritta «La ragione non si uccide. RIP Charlie Kirk».

Caccialupi, universitario romano legato a correnti “identitarie”, ha investito questa figura con forte carica emotiva: nel video di annuncio rivendica di aver incontrato Kirk, di aver dibattuto con lui sui problemi italiani e di aver ricevuto l’incoraggiamento a “rendere di nuovo grande l’Italia”. Il movimento punta a convertire l’attenzione emotiva in militanza vera.

Tra i simboli annunciati: la bandiera come elemento centrale — da sventolare nelle piazze, negli eventi locali, nei luoghi di protesta. Il tricolore diventa, in questa retorica, un simbolo di “resistenza nazionale”. Il discorso di Caccialupi è costellato di richiami al controllo dei confini, alla difesa dell’identità culturale e alla critica all’immigrazione “illegale”.

L’annuncio di Raise the Flag non arriva in un vuoto politico. Sullo sfondo, la destra italiana governa con Giorgia Meloni e “Fratelli d’Italia” in prima fila; nel circuito giovanile meloniano si è già manifestata simpatia per Charlie Kirk: alla festa nazionale di Gioventù Nazionale, il leitmotiv “Siamo tutti Kirk” ha echeggiato durante gli eventi, con dibattiti in cui lo studente romano ha avuto voce.

Questo fermento testimonia una torsione identitaria e internazionale della destra italiana: la memetica politica, i simboli esportati dagli Stati Uniti, l’uso strategico dei social network come motore di mobilitazione. La nascita di un movimento italiano ispirato a Kirk — non semplice costola di Turning Point ma “tradotto” nel contesto italiano — può essere considerata una scommessa politica su un’ideologia che vuole elevarsi da fandom a struttura organizzata.

Idee che si incontrano

La nascita di movimenti giovanili di destra non è un fenomeno del tutto nuovo in Italia. Negli ultimi decenni, si sono affacciate sigle con vocazioni identitarie, post‑fasciste o correnti “nazionaliste” che hanno oscillato tra l’azione locale e il radicamento culturale.

Parallelamente, a livello internazionale, la destra contemporanea ha spesso costruito narrazioni “ibridate” con cultura pop, figure mediatiche, organizzazioni transnazionali capaci di convocare fedeli ideologici anche oltre il contesto nazionale. Il caso di Turning Point negli Stati Uniti è paradigmatico: un’infrastruttura di formazione politica giovanile che ha spesso costruito ponti con ambienti europei, importando slogan, modelli e strategie.

Ora, con Raise the Flag, uno di quei ponti sembra diventare mensurabile: un’operazione di “localizzazione” di un’idea globale, con l’obiettivo di crescere da Roma verso altre città italiane.

19 Ottobre 2025 ( modificato il 18 Ottobre 2025 | 1:41 )
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