1:35 am, 18 Ottobre 25 calendario

Cinque insufficienze, dieci note disciplinari, cinque in condotta, bocciata in prima media

Di: Redazione Metrotoday
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Una studentessa di prima media in provincia di Venezia è stata assegnata alla “ripetenza” al termine dell’anno: cinque materie valutate con insufficienza, dieci note disciplinari, tre richiami, due sospensioni e un giudizio negativo in condotta. La madre ha impugnato la decisione con due ricorsi al TAR, sostenendo che la scuola non avrebbe considerato la diagnosi di misofonia della figlia né predisposto un piano didattico personalizzato (PDP). Il Tribunale amministrativo ha però respinto entrambi i ricorsi, giudicando legittima la decisione della scuola.

Secondo il resoconto ricavato dalla stampa, la ragazza è stata bocciata non solo per i voti insufficienti, ma anche per un persistente problema disciplinare. L’istituto scolastico, sollecitato dal TAR, ha trasmesso relazioni dettagliate che documentano il percorso: ritardi, assenze, comportamenti oppositivi e rifiuto delle regole, oltre alla molteplicità delle note disciplinari.

La madre ha sollevato che la scuola non avrebbe valutato adeguatamente la diagnosi di misofonia – disturbo che rende fortemente fastidiosi alcuni suoni — e che non avrebbe predisposto un PDP per attenuarne l’impatto sul rendimento scolastico. Tuttavia, il TAR ha affermato che la famiglia avrebbe dovuto segnalare tempestivamente il disturbo, e che spettava alla scuola decidere, in base alle informazioni ricevute, se attivare supporti specifici. Non ha ravvisato irregolarità nella procedura scolastica né nei criteri valutativi.

La scuola, dal canto suo, aveva suggerito più volte la consulenza del servizio psicologico scolastico. Secondo i giudici, la famiglia ha agito in ritardo, affidandosi a uno specialista solo verso la fine dell’anno, riducendo il margine di intervento. La bocciatura è stata confermata.

Bocciature, ricorsi e diritti degli studenti

Questa vicenda si inserisce in un panorama scolastico contraddittorio, in cui la ripetenza è sempre meno frequente, ma quando avviene è spesso accompagnata da contenziosi.

    Nel 2023, un caso clamoroso: una studentessa di un liceo di Trento, esclusa dall’esame di maturità per 5 insufficienze, aveva ottenuto dal TAR la riammissione. Tuttavia, all’orale è stata bocciata e non ha conseguito il diploma.

    In un altro episodio, una studentessa era stata bocciata per due materie; il TAR ha annullato la decisione e ha disposto la sua promozione, ravvisando lacune nel regolamento di istituto.

    Spesso, nei ricorsi contro bocciature, i genitori allegano che non siano state attivate le misure compensative o personalizzate, o che non siano stati rispettati i diritti allo studio.

Tuttavia, le sentenze dei TAR tendono a respingere i ricorsi se la scuola è in grado di dimostrare che ha agito secondo le procedure e ha documentato il percorso educativo. È raro che un ricorso contro una bocciatura venga accolto se non ci sono errori formali evidenti o omissioni gravi.

Il TAR ha ritenuto che una diagnosi, per poter “pesare” nel percorso scolastico, debba essere comunicata in tempo utile. Se la famiglia segnala una condizione solo in un secondo momento, la scuola ha meno possibilità di organizzare interventi.

Il diritto a un piano didattico individualizzato è riconosciuto per gli studenti con bisogni educativi speciali. Ma non sempre è chiaro se la sua mancata attivazione costituisca una violazione automatica dei diritti dello studente, soprattutto se non vi sono prove che la scuola ne fosse stata adeguatamente informata.

Comportamenti contestati e sanzioni rappresentano elementi che possono influenzare il giudizio complessivo sul percorso scolastico. In casi “estremi”, come quello in esame, agiscono come fattori aggravanti insieme alle difficoltà di apprendimento.

Il ruolo del consiglio di classe e della valutazione collegiale

Le decisioni di ammissione o bocciatura sono frutto di deliberazioni collegiali, che dovrebbero considerare più elementi: rendimento, percorso globale, comportamento. Ciò rende complicato contestare una decisione che appaia ben motivata da relazioni dettagliate.

Per molte famiglie e studenti, questo caso è un segnale: la scuola può applicare regole rigide anche in presenza di fragilità personali. Ciò che manca a volte è un dialogo preventivo e una condivisione tempestiva tra famiglia, insegnanti e servizi di supporto.

Dietro un “5 insufficienze e dieci note” ci sono studenti, fragilità, famiglie che chiedono attenzione. Il sistema scolastico è chiamato a saper vedere oltre i numeri, a tutelare chi “fa fatica” e a garantire che ogni studente abbia diritto a un percorso il più possibile equilibrato di crescita.

18 Ottobre 2025
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