Lo “scherzetto” dello specchietto colpisce Stefano De Martino

Stefano De Martino, noto conduttore televisivo ed ex ballerino, è rimasto vittima ieri pomeriggio di un furto con destrezza in pieno centro a Milano. L’episodio, che ha fatto rapidamente il giro dei media, ha sollevato non solo scalpore, ma anche riflessioni sul fenomeno crescente dei furti di lusso nelle grandi città. Ecco la ricostruzione, il contesto, le analogie con altri casi e le prospettive.
Cosa è successo
L’episodio si è svolto attorno alle 17:00 del 18 settembre in via Gian Carlo Castelbarco, quartiere Bocconi. De Martino era alla guida della sua Mercedes quando è stato avvicinato da due uomini su uno scooter. Usando la tecnica già nota del “trucco dello specchietto”, i malviventi hanno urtato il lato esterno dell’auto, provocando un contatto con lo specchietto retrovisore.
Quando il conduttore ha abbassato il finestrino della vettura per riposizionarlo, ne ha approfittato uno dei rapinatori, nascondendosi dietro un casco integrale, per sfilargli dal polso l’orologio: un Patek Philippe di valore stimato in circa 40.000-50.000 euro. De Martino ha cercato di trattenere l’orologio, opponendo resistenza, ma in quel momento uno dei rapinatori lo ha minacciato: «Lasciami o ti sparo». Di fronte alla minaccia, ha desistito. Dopo pochi istanti i due fuggiaschi si sono dileguati.
Immediata la reazione di De Martino che ha chiamato la Polizia e formalizzato denuncia. A occuparsi del caso è la Squadra Mobile di Milano che ha già avviato gli accertamenti: raccolta testimonianze, visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza nella zona, verifiche se ci sia stata qualche forma di pedinamento preliminare.
Chi è Stefano De Martino
Stefano De Martino è diventato noto al pubblico grazie alla sua partecipazione come ballerino al talent Amici, per poi intraprendere una carriera da conduttore. Attualmente è al timone di Affari Tuoi su Rai, una trasmissione con una platea ampia e un profilo pubblico molto alto. Ha origine partenopea, 35 anni, è una figura mediatica costantemente sotto i riflettori — questa notorietà, come in altri casi, può rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Patek Philippe e orologi di lusso
L’orologio sottratto è un Patek Philippe, marchio tra i più prestigiosi al mondo di orologeria. I modelli più ambiti della Maison svizzera possono raggiungere cifre astronomiche, e anche quelli più “semplici” valgono comunque cifre impegnative. Il valore stimato nel caso di De Martino è di circa 40.000 euro, cifra che sottolinea non solo il danno economico, ma anche l’impatto simbolico: non è solo l’oggetto, ma ciò che rappresenta: status, visibilità, identificazione.
Il trucco dello specchietto: modus operandi noto e preoccupante
Non si tratta di una tecnica nuova. In molte città italiane — e in particolare a Milano — il trucco dello specchietto è stato già utilizzato con successo dai malviventi. Il meccanismo è semplice ma efficace:
Avvicinamento su scooter
Urto dello specchietto dell’auto della vittima (o simulazione di danneggiamento) per provocare distrazione;
Quando la vittima abbassa il finestrino o sporge il braccio per sistemare il danno, colpo fulmineo: sfilamento di oggetto prezioso, orologio, bracciale, talvolta collana;
Fuga immediata in scooter, sfruttando la rapidità, il traffico, eventuali percorsi laterali o vie meno sorvegliate.
Il rischio per la vittima è duplice: non solo la perdita del bene, ma anche l’eventualità che la situazione degeneri, come accade spesso con minacce («ti sparo»), uso del casco per evitare identificarne le fattezze, rapidità dell’azione.
Milano sotto assedio: la scia dei furti di lusso
Stefano De Martino non è l’unica “vittima famosa” in questi ultimi mesi. Diverse cronache parlano di rapine e furti di orologi di alta gamma:
Un passante derubato in via Sant’Andrea di un cronografo valutato 75.000 euro.
Un doppio colpo recente che ha fruttato, fra Richard Mille e Patek Philippe, ben 380.000 euro.
Episodi analoghi che coinvolgono noti volti pubblici o turisti, specie nei quartieri centrali, nelle zone dello shopping di lusso, o nei momenti in cui le persone sono in auto in zone trafficate.
Questa escalation ha attirato l’attenzione non solo delle forze dell’ordine, ma anche dell’opinione pubblica, che da un lato stigmatizza la sicurezza cittadina, dall’altro chiede maggiori controlli e deterrenti.
Le reazioni di De Martino
Dal punto di vista personale, l’episodio ha scosso De Martino. Non è solo il danno materiale, ma il senso di vulnerabilità in un momento di vita pubblica impegnativa: la conduzione di programmi televisivi, la pressione degli ascolti, la presenza costante sui social. Qualcosa che aggiunge stress e fa riflettere su quanto anche figure pubbliche siano esposte, spesso senza poter voltare le spalle alla normalità.
Dal punto di vista professionale, non sembra che ci siano state conseguenze immediate per la sua carriera o per impegni lavorativi. Tuttavia, episodi simili possono portare a sensazioni di insicurezza, a precauzioni maggiori, a cambiamenti di abitudini (evitare di indossare gioielli vistosi in certi momenti, circolare in auto con meno visibilità, etc.).
Aspetti legali e investigativi
Le autorità competenti (la Squadra Mobile di Milano) stanno gestendo il caso. Alcuni punti chiave:
Analisi dei filmati delle telecamere: individuare i due scooter, tracciare i percorsi di fuga, possibilmente riconoscere i caschi, eventuali abiti o dettagli del veicolo.
Ascolto di testimoni nella zona: passanti, automobilisti, chi magari abbia visto il fatto o movimenti sospetti.
Verifiche se De Martino sia stato pedinato; può essere che l’interessato sia stato notato prima, magari identificato come persona che indossa oggetti di prestigio.
Ricerca dell’orologio, che potrebbe essere nascosto, rivenduto sul mercato nero, esportato, oppure tenuto nascosto.
L’elemento della minaccia — «lasciami o ti sparo» — potrebbe aggravare la posizione dei rapinatori, sebbene non sia ancora chiaro se l’arma fosse reale. Anche questo aspetto dovrà essere accertato, per capire se si configuri rapina aggravata.
Il fenomeno: perché sta crescendo
Diversi fattori contribuiscono all’aumento di furti analoghi:
Visibilità sociale e ostentazione: in città come Milano, città di moda, media e visibilità, indossare oggetti di prestigio è più frequente — e più rischioso.
Mancanza di deterrenti efficaci: se il tasso di impunità è alto, se la denuncia è fatta ma il recupero è raro, i potenziali rapinatori percepiscono basso rischio rispetto al potenziale guadagno.
Tecnica consolidata: il trucco dello specchietto è solo una delle molte tecniche usate; bande specializzate studiano movimenti, momenti, orari, zone con traffico che rallenta, con poca illuminazione o pochi testimoni.
Mercato del ricettato: oggetti di lusso rubati, se ben nascosti, documentati male, possono essere facilmente “lavati” o venduti sul mercato nero. Se l’orologio è famoso, può essere difficile rivenderlo, ma ci sono canali che lo accettano sotto voce.
Attrattività del bene: piccoli oggetti di gran valore, facili da nascondere, facili da trasportare — orologi, gioielli — sono target ideali.
Celebrità e orologi
Charles Leclerc, pilota di Formula 1, è stato rapinato di un Richard Mille in Toscana: gli fu chiesto un selfie, e approfittando dell’occasione glielo strapparono via dal polso. I responsabili furono poi identificati e condannati.
Il rapper Fedez ha denunciato la scomparsa di un orologio in una villa in Versilia.
Molti altri casi, anche non così clamorosi, coinvolgono gente comune, turisti, persone che circolano nei quartieri centrali, vittime di borseggi simili o furti su auto in sosta.
Milano sotto la lente
Il caso De Martino ha già innescato reazioni politiche e sociali, che chiedono:
- Maggiore presidio della sicurezza nelle zone centrali e nei quartieri come Bocconi, dove il traffico, la frequentazione e la mobilità sono alte.
- Potenziamento delle telecamere di sorveglianza e coordinamento con polizia locale e forze dell’ordine per controlli mirati.
- Campagne di informazione: che invitino i cittadini a evitare di esporre oggetti di valore, a parcheggiare in luoghi sorvegliati, a essere prudenti se avvertono di essere seguiti.
- Misure di prevenzione specifiche per automobili: vetri oscurati, sistemi di allarme, evitare di uscire in zone isolate, uso di orologi meno vistosi in certi momenti.
Ci sono molti aspetti del caso che restano da chiarire:
° Se la minaccia (“ti sparo”) sia stata reale (arma visibile) o una intimidazione verbale.
° L’identità dei rapinatori: se siano parte di bande già note, se vengano da fuori Milano, se siano “trasfertisti” ossia criminali che operano in varie città seguendo la domanda di orologi di lusso.
° Se l’orologio possa essere recuperato: può essere cambiato aspetto, magari rimosso il logo, venduto in mercati esteri, nascosto.
° L’eventuale incremento di queste rapine con l’avvicinarsi delle stagioni di punta (moda, eventi, turismo), che possono creare opportunità per i malviventi.
Sicurezza, visibilità e rischio
La vicenda di Stefano De Martino non è un episodio isolato, ma rappresenta un punto di contatto fra la vita pubblica e la vulnerabilità quotidiana. Essere personaggi noti può esporre più che proteggere. Anche il semplice guidare in un quartiere trafficato può diventare un rischio se si indossa un oggetto di valore.
Esiste un paradosso: più sei visibile, più il pubblico ti riconosce, più sei un target. Ciò non significa rinunciare alla libertà, ma significa che le precauzioni non sono solo personali, ma devono essere supportate da una città che protegge, da leggi che puniscono, da servizi di sicurezza che funzionano.
Stefano De Martino si ritrova a fare i conti con una brutta esperienza: la sottrazione violenta del suo Patek Philippe attraverso una tecnica ormai nota ma neppure per questo meno crudelmente efficace. È un segnale che mette sotto i riflettori quanti rischi corrano oggi i cittadini — vip e non — nella quotidianità, quando un accessorio facile da portare diventa un bersaglio.
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