Record svizzero: 95mila € di multa per eccesso di velocità

In Svizzera, l’eccesso di velocità è considerato più che una semplice violazione del codice stradale. È una questione di equità. Il caso degno di cronaca riguarda un multimilionario, sorpreso a 77 km/h in una zona urbana con limite di 50 km/h: per lui è scattata una maxi multa di 90.000 franchi (circa 95.000 €), con una parte immediata e una sospesa, prontamente applicata in caso di recidiva. Il sistema elvetico, basato sulla capacità economica del colpevole, divide ma funziona come deterrente. E se guardiamo all’Europa, norme simili emergono in Finlandia, Germania e oltre.
Quando la velocità provoca una “stangata” vera
Il caso arriva da Losanna, nel Canton Vaud. Un automobilista tra i 300 più facoltosi della Svizzera è stato pizzicato a 77 km/h in un’area urbana limitata a 50. È stato quindi condannato a una sanzione che si distingue per severità e originalità: 10.000 franchi da saldare subito, più 80.000 sospesi per eventuali violazioni future. In totale, quasi 95.000 € di multa, un record nel Paese. Il principio alla base? Le sanzioni sono rapportate al reddito, al patrimonio, allo stile di vita dell’automobilista, in un’ottica che vuole rendere le multe realmente dissuasive per chi può permettersi cifre elevate.
Un modello che funziona (e fa discutere)
Il sistema svizzero non è isolato: prevede ammende proporzionate alle capacità economiche dell’infrattore, un principio condiviso anche da Finlandia, Germania, Austria e Paesi nordici. Questo approccio mira a garantire che le multe non diventino un costo quasi simbolico per i più ricchi. Un caso eclatante in Finlandia è quello di Anders Wiklöf, multimilionario che ha ricevuto una multa record di 121.000 € per aver superato il limite di 30 km/h. In passato, era già stato multato per 95.000 € nel 2013 e 63.680 € nel 2018.
Proporzionalità VS uguaglianza formale
Il sistema elvetico si basa su un principio forte: non tutti i trasgressori sono uguali, quindi anche le pene devono essere proporzionate. Da una parte, si celebra come un deterrente efficace che sfida l’indifferenza della ricchezza; dall’altra, solleva critiche per l’eccessiva disparità tra colpiti dalla stessa violazione. Il Canton Vaud, per ora, non intende modificarlo. Come spiega una fonte ufficiale, le pesanti sanzioni per i recidivi, a prescindere dal loro status, riflettono una linea ferma di contrasto agli eccessi alla guida.
Italia a confronto: multe salate, ma entro certi limiti
In Italia, le sanzioni per eccesso di velocità restano severe rispetto al reddito medio, ma si mantengono in cifre comprensibili, nonostante possano incidere per circa il 10% dello stipendio mensile. Una violazione fino a 15 km/h sopra il limite costa circa 173 €, in un Paese con stipendio medio di circa 1.700 €. I casi svizzeri e finlandesi, al contrario, arrivano a livelli molto più elevati, rendendo evidente come un approccio proporzionale modifichi radicalmente il concetto di punizione.
Un dibattito aperto: giustizia sociale o punizione estrema?
Proponenti: per loro, un sistema proporzionale è necessario per evitare che i facoltosi ignorino il codice stradale, garantendo equità sostanziale.
Critici: obiettano che una differenza così marcata tra chi guadagna poco e chi molto possa apparire ingiusta o eccessiva.
L’ultima parola spetta ai cittadini dei Cantoni e alla politica, ma la tendenza verso multe proporzionali non sembra destinata a fermarsi.
Il caso dei 95.000 € di multa a Losanna diventa simbolo di una giurisprudenza che vuole essere più forte della possibilità di pagare. È un sistema costruito sulla capacità contributiva, che ridisegna il significato di deterrente oggi. Una soluzione per certi versi drammatica, ma che impone una riflessione: una multa deve essere sentita per diventare efficace.
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