Il ciuccio per adulti: la nuova tendenza che conquista — e divide — tra celebrità e benessere

Un accessorio neonatale trasforma la sua funzione nelle mani degli adulti. Dalla Cina al Brasile, la mania del ciuccio come strumento antistress si diffonde tra influenze social e star come Neymar e, in passato, Justin Bieber. Tra sollievo emotivo, esibizione estetica e campanelli d’allarme per la salute, emerge un trend tra conforto infantile e rischio reale.
Un ritorno all’infanzia: quando il ciuccio diventa una scossa regressiva
La mania del ciuccio per adulti trova origine nella Cina e ha rapidamente fatto il giro del mondo, anche grazie alla visibilità offerta dai social come TikTok. Questo piccolo oggetto neonatale, reinterpretato in chiave adulta, viene utilizzato da molti come valvola anti-ansia, un gesto che, pur paradossale, richiama quella sensazione primordiale di sicurezza e protezione tipica dell’infanzia. Psicologi come Mariane Pires Marchetti interpretano questo fenomeno come espressione di una regressione simbolica, con cui mente e corpo cercano rapidità autoregolatrice nei confronti del vissuto emotivo intenso.
Celebrità in prima fila: Neymar, Tevez, e il ciuccio come statement
La tendenza non risparmia il mondo delle celebrità: secondo la stampa brasiliana, anche Neymar sarebbe un appassionato del ciuccio per adulti.
Ancor prima, nel 2016, Justin Bieber fu fotografato a Saint-Tropez con un ciuccio in bocca, scatenando curiosità e interpretazioni differenti — da provocazione fashion a tentativo ludico di smettere di fumare. In campo, anche Carlos Tevez fece parlare di sé utilizzando il ciuccio durante celebrative esultanze – un gesto reso emblematico e mediatico.
Tra sollievo e salute: cosa dicono esperti e medici
Chi usa il ciuccio come antistress ne riconosce la sensazione calmante simile a quella infantile, utile in momenti di forte ansia, per migliorare il sonno o per tamponare comportamenti come il tabagismo. Ma i dentisti non tardano a lanciare avvertimenti: l’uso prolungato può portare a morso aperto, alterazioni nella deglutizione e nella postura linguale, dolori mandibolari e, nei casi peggiori, problemi respiratori o lesioni orali. Gli esperti suggeriscono metodi alternativi e meno invasivi per gestire ansia e astinenza — dallo stress ball alla meditazione — affinché il vero problema sia affrontato e non mascherato.
Moda o messaggio sociale? Le molte sfaccettature del trend
Il ciuccio come accessorio adulto diventa, per alcuni, trasgressione; per altri, simbolo di protesta o di ritorno all’ironia. Ma dietro a ogni foto virale o post provocatorio, c’è il bisogno reale di comfort immediato in una società che procede a ritmi incessanti. Ecco perché psicoanalisti e sociologi definiscono questo fenomeno come espressione di un nuovo stile comunicativo, in cui il corpo torna a farsi veicolo simbolico di emotività.
Tra social media e cultura pop: perché il trend cresce
La viralità su piattaforme come TikTok è il carburante che ha trasformato un comportamento marginale in un meme collettivo. Celebrità, video esilaranti, challenge e oggetti dai colori sgargianti contribuiscono a trasformare un gesto intimo in evento condiviso, alimentando discussioni pubbliche su salute mentale, stile e identità. Il mix tra riflessione psicologica e cultura pop rende il ciuccio un simbolo ambizioso di una generazione che oscilla tra leggerezza e inquietudine.
Il ciuccio per adulti emerge come simbolo ambivalente: da una parte oggetto di sollievo emotivo, dall’altra potenziale rischio per la salute. Celebrità e social lo amplificano, mentre professionisti psicologi e medici mettono in guardia. L’invito, quindi, è doppio: non demonizzare chi vi ricorre, ma nemmeno sottovalutare i segnali del corpo. Il vero conforto deriva dalla consapevolezza e da strumenti più solidi per affrontare stress e dipendenze, anziché cercare rifugio nella regressione simbolica.
Ritornare all’infanzia consapevolmente: psicologia della regressione e tendenze di auto-soothing nella contemporaneità
Il bisogno di rifugio emotivo in tempi turbolenti trova nuove forme: dal ciuccio per adulti ai libri da colorare, fino alle coperte ponderate. Questi strumenti, più che semplici trend, rappresentano modalità di auto-soothing legate a meccanismi difensivi profondi. Un viaggio tra teoria psicologica e cultura pop alla scoperta di come adulti cercano conforto nel familiare.
Il meccanismo difensivo della regressione: una risposta all’ansia
La regressione, nel linguaggio della psicologia, è un meccanismo difensivo inconscio che spinge l’individuo a tornare a uno stadio di sviluppo precedente per affrontare tensioni affettive insostenibili. Non si tratta di una regressione patologica, ma di una strategia momentanea per recuperare uno stato emotivo più gestibile. Laddove il disturbo è intenso, questo ritorno all’infanzia può offrirne una temporanea mitigazione.
Similmente, gli oggetti di transizione, concetto sviluppato dallo psicoanalista Donald Winnicott, rappresentano ponti tra il mondo interno e quello esterno. Possono essere un peluche, una coperta o un elemento sensoriale che fornisca rassicurazione durante momenti di stress emotivo.
Il ciuccio per adulti: quando un semplice oggetto diventa simbolo di comfort
Il ritorno ludico alla suzione – tipico dei neonati – appare oggi in modi paradossali nell’adulto: il ciuccio diventa amuleto, rassicurazione. A fronte di ansia, insonnia o necessità di gestire sensazioni sgradevoli, si rivolge a un gesto primitivo e rassicurante. Tuttavia, i risvolti clinici non sono trascurabili: l’uso prolungato può causare malocclusioni, alterazioni del morso, posture linguali scorrette e difficoltà nella deglutizione.
Altre tendenze analoghe: dal libro da colorare alla coperta ponderata
Negli ultimi anni, diverse tendenze legate all’auto-calmamento sono emerse:
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Libri da colorare per adulti: inizialmente proposti per alleviare stress, promuovere mindfulness e stimolare rilassamento. Studi indicano benefici nel ridurre ansia e favorire un senso di quiete, specialmente se la pratica è ripetitiva e meditativa.
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Coperte ponderate (weighted blankets): creano un senso di abbraccio contenitivo tramite pressione distribuita sul corpo. Possono aiutare nel sonno e nel controllo dell’ansia, sebbene non siano adatte a tutti – in particolare persone con problemi respiratori o tendenze claustrofobiche.
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Chewing gum (gomme da masticare): rivelate in studi clinici come efficaci nel ridurre lo stress e migliorare la concentrazione, grazie al ciclo ripetitivo della masticazione.
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Strumenti fidget (fidget spinner, stress ball ecc.): utili per la gestione dell’ansia e per mantenere la concentrazione, soprattutto in soggetti con ADHD. Tuttavia l’efficacia varia, e alcuni studi evidenziano limiti o benefici solo temporanei.
Questi strumenti condividono un elemento comune: attivano sensazioni note, tattili o motorie, capaci di creare una barriera emotiva temporanea tra l’individuo e lo stress.
Contesto culturale: tra terapia alternativa, moda e social media
Queste pratiche prendono forza anche grazie alla cultura pop e ai social network. Memi virali, influencer, video ASMR evidenziano il potere visivo e simbolico dell’infanzia evocata. Lungi dall’essere solo abitudini innocue, rappresentano un linguaggio emotivo: chi usa un libro da colorare o una coperta ponderata sta comunicando bisogno di sicurezza, di rallentamento, di consolazione.
Occorre però distinguere tra pratica consapevole e fuga passiva. Non basta automatizzare il gesto: è importante riconoscere il bisogno emotivo sopravvenuto, e affrontarlo con strumenti più robusti, se necessario – terapia, mindfulness strutturata, supporto sociale.
Verso un benessere consapevole: come approcciare con equilibrio
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È fondamentale vedere questi strumenti come gesti simbolici, tali da segnalare un bisogno emotivo da ascoltare e non da nascondere.
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Se l’oggetto diventa indispensabile per funzionare, occorre chiedersi: qual è la reale fonte di stress?
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L’alternativa salutare è includere nella routine azioni come la respirazione profonda, il dialogo, l’attività fisica, la meditazione. Questi strumenti possono accompagnare, ma non sostituire, l’elaborazione emotiva.
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