🌐 A CAPODANNO IL PICCO DELL’INFLUENZA, CONTAGI IN IMPENNATA
L’Italia non si prepara soltanto ai festeggiamenti di Capodanno: una delle più intense stagioni influenzali degli ultimi anni sta raggiungendo il suo picco proprio tra Natale e il Nuovo Anno. I dati più recenti della sorveglianza epidemiologica mostrano una circolazione virale in forte crescita, con quasi un milione di nuovi casi di infezioni respiratorie acute – tra cui un’ampia quota di influenza – registrati nell’ultima settimana monitorata.
L’incremento delle infezioni, particolarmente marcato tra i più piccoli, e il dominio di un nuovo ceppo del virus influenzale rendono questa ondata un tema centrale di preoccupazione per cittadini, medici e istituzioni sanitarie.
L’ondata influenzale: circolazione virale intensa
Secondo l’ultimo rapporto della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’8 al 14 dicembre si sono registrati circa 950 mila nuovi casi di infezioni respiratorie acute in una sola settimana, segnando un aumento significativo rispetto alla settimana precedente nelle varie fasce d’età. Complessivamente, dall’inizio della sorveglianza stagionale sono stati documentati circa 5,8 milioni di casi di sindromi respiratorie come febbre, tosse e malessere generale.

La tendenza è chiara: l’incidenza delle infezioni cresce in modo sostenuto, con un più elevato tasso di casi tra i bambini sotto i cinque anni, seguìto da aumenti anche nelle altre classi d’età. Questo andamento è tipico delle stagioni influenzali, ma quest’anno si somma a un contesto di circolazione di più virus respiratori, tra cui influenza vera e propria e altri agenti virali, che nei sistemi di sorveglianza compaiono spesso insieme.
Variante K: un protagonista virale
Una delle novità di questa stagione è il ruolo dominante della cosiddetta variante K del virus influenzale A/H3N2, un sottogruppo geneticamente distinto rispetto ai ceppi stagionali tipici. Questa variante, individuata in aumento di frequenza nei campioni analizzati, è associata a una trasmissibilità maggiore, sebbene al momento non vi siano evidenze solide che determini forme di malattia più gravi rispetto agli altri ceppi influenzali circolanti.
La diffusione della variante K ha attirato l’attenzione dei virologi e degli operatori sanitari, proprio perché accompagna l’aumento dei casi respiratori e influenza il pattern stagionale dell’epidemia. Gli esperti avvertono che le aggregazioni tipiche del periodo festivo – cenoni, incontri familiari e spostamenti – rischiano di accelerare ulteriormente la trasmissione virale, spingendo la curva epidemica verso il picco nei giorni immediatamente antecedenti il Capodanno.

Il contesto europeo
Non solo in Italia: l’intera Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha visto l’inizio anticipato della stagione influenzale di alcune settimane rispetto alla media storica, con un richiamo forte alla sorveglianza e alla vaccinazione. La circolazione precoce del virus nei mesi autunnali ha anticipato l’ondata e messo sotto pressione i sistemi di monitoraggio e cura.
Ancora più lontano, anche negli Stati Uniti e in altre nazioni la stagione influenzale mostra intensità sostenuta: nell’ultima settimana sono stati registrati numeri elevati di casi e accessi ospedalieri, segnale che la tendenza globale dei virus respiratori è verso un’attività elevata in questo periodo dell’anno.
Le cause di un picco anticipato
Diversi fattori biologici e comportamentali contribuiscono a un picco influenzale così prossimo a Capodanno. Da un lato, alcune varianti virali – come la K – presentano mutazioni che ne aumentano la diffusione tra le persone, soprattutto nei contesti chiusi e affollati tipici dei mesi freddi. Dall’altro, le temperature rigide e le abitudini sociali invernali favoriscono il contagio. Gli incontri in famiglia, gli spostamenti per le festività e i bambini che trascorrono tempo a scuola e in asili amplificano la trasmissione.
L’esperienza delle stagioni precedenti mostra che l’influenza tende a raggiungere il suo massimo tra la fine di dicembre e la prima metà di gennaio, un periodo in cui anche altre infezioni respiratorie sono al culmine. Ciò non significa solo un numero elevato di casi: spesso si osserva un aumento degli accessi in pronto soccorso e delle ospedalizzazioni, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione come anziani e bimbi piccoli.

Sintomi e impatto clinico
I sintomi influenzali – febbre alta, dolori muscolari, tosse e stanchezza – non sono una novità per gli italiani, ma quest’anno alcuni medici di base e specialisti hanno segnalato la comparsa più frequente di manifestazioni gastrointestinali associate all’influenza, un elemento che potrebbe confondere i pazienti e ritardare la diagnosi corretta. Questo cambiamento di quadro clinico non è esclusivo dell’Italia: anche in altri paesi si osservano pattern simili, dove i virus respiratori possono causare sintomi misti.
Dal punto di vista sanitario, il numero crescente di casi influenza anche la pressione sui servizi sanitari: le visite ai pronto soccorso per sintomi respiratori aumentano, così come le richieste di assistenza da parte di persone con condizioni croniche che si aggravano in presenza di infezione virale.
Vaccinazione e prevenzione
In un contesto così dinamico, la vaccinazione contro l’influenza stagionale rimane uno dei principali strumenti di prevenzione. Anche se il vaccino può non fermare completamente tutti i casi, riduce significativamente il rischio di complicazioni gravi e di ospedalizzazione, soprattutto nelle fasce più vulnerabili. Le autorità sanitarie italiane e internazionali continuano a raccomandare la vaccinazione, insieme a misure di igiene personale come lavaggio frequente delle mani e l’uso di mascherine in ambienti affollati.

Un bilancio a fine anno
Alla vigilia del Capodanno, quando molte famiglie si preparano a celebrare il passaggio al nuovo anno, l’influenza sta tagliando traguardi epidemiologici importanti: casi in crescita, un possibile picco imminente e un’effettiva incidenza elevata nei più piccoli e negli anziani. L’esperienza di questa stagione influenzale ricorda come i virus respiratori continuino a rappresentare una sfida sanitaria stagionale, richiedendo un equilibrio tra vita sociale e precauzioni sanitarie.
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