8:26 am, 30 Dicembre 25 calendario

🌐 Gelo record negli USA: dal caldo semi-estivo al freddo artico

Di: Redazione Metrotoday
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Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno sperimentato un fenomeno meteorologico che ha fatto il giro del mondo: una ondata di gelo record ha fatto precipitare le temperature dal caldo estivo in poche ore al freddo artico intenso, colpendo decine di stati e mettendo sotto allerta decine di milioni di persone.

Questo evento, che ha portato termometri sotto lo zero in regioni dove fino a giorni prima si registravano valori miti e addirittura record di caldo, è stato definito da più parti come uno dei più rapidi e significativi cambiamenti meteorologici degli ultimi decenni negli USA.

Le immagini e i dati raccolti confermano che più di 190 milioni di americani hanno vissuto temperature al di sotto delle medie stagionali di 15‑25 gradi in vaste aree del Midwest, del Nord‑Est e persino nel Sud⁠‑⁠Est, con città e comunità costrette ad affrontare condizioni invernali molto prima dell’inizio ufficiale della stagione fredda.

Il crollo termico in poche ore

Quello che ha sorpreso meteorologi e cittadini non è solo l’arrivo dell’aria artica, ma la velocità con cui ha sostituito condizioni molto più miti. In alcune regioni, fino a pochi giorni prima, le temperature raggiungevano i 21–27°C, un tepore tipico di tardo autunno o addirittura di fine estate. Poi, una massa d’aria polare proveniente dalle Northern Plains ha iniziato a spingersi verso sud e verso est, causando un brusco crollo termico e nevicate intense nelle Plains settentrionali e oltre.

I dati delle stazioni meteorologiche mostrano che i termometri sono calati di oltre 25–35 gradi Fahrenheit (circa 15–20°C) in poche ore, con escursioni termiche estreme mai viste prima in alcune aree. Questo fenomeno ha portato a battuti record di freddo storico in città che non ricordavano minime così basse da decenni.

Storicamente, gli Stati Uniti hanno già affrontato ondate di freddo notevoli, come la North American cold wave di gennaio 2025, che aveva già causato temperature estremamente basse in molte regioni del paese a inizio anno, con impatti enormi su infrastrutture e comunità.

Record di freddo e impatto territoriale

Il gelo dell’autunno 2025 ha segnato valori anomali soprattutto nel Sud⁠‑⁠Est, dove città come Jacksonville, Tampa e regione della Florida occidentale hanno registrato temperature minime sottozero o prossime ad esso per la prima volta da molti decenni. A Tampa, ad esempio, si è registrato un minimo di 3–4 °C, battendo record che duravano da oltre un secolo.

Anche nel Midwest e nel Nord⁠‑⁠Est le temperature sono scese ben al di sotto delle medie storiche, con alcuni punti del Tennessee e dell’area dei Grandi Laghi che hanno visto valori di -15 °C o inferiori. Questi livelli, oltre a essere eccezionali per novembre, hanno sorpreso per la rapidità con cui si sono manifestati.

Quel che rende questo evento particolarmente degno di nota è che vaste aree del Sud degli Stati Uniti, normalmente protette da miti inverni, si sono trovate improvvisamente a fronteggiare temperature rigide e condizioni potenzialmente pericolose.

La “caduta delle iguane”: uno spettacolo curioso ma indicativo

Uno degli aspetti più commentati e curiosi è stato l’avviso emesso da autorità meteorologiche in Florida: il cosiddetto “falling iguana advisory”, ovvero un allarme per la caduta di iguane dagli alberi. Questi rettili a sangue freddo, quando la temperatura scende sotto i 4 °C, entrano in torpore e possono “cadere” dai rami perché incapaci di mantenere la presa con muscoli ormai rallentati dal freddo. Questo fenomeno, se da un lato ha suscitato l’ilarità dei social media, è anche un chiaro indicatore della portata delle temperature anomale in una regione subtropicale.

Le autorità degli Stati Uniti hanno lanciato allerte meteo per decine di milioni di persone, avvertendo potenziali rischi per la salute, la mobilità e le infrastrutture. Circa 49 milioni di cittadini sono stati inclusi nelle zone con allerta per temperature rigide, dalla regione delle Pianure settentrionali fino al Sud⁠‑⁠Est.

Queste condizioni hanno generato una serie di effetti a catena: ritardi e cancellazioni dei voli, aumentato rischio di incidenti stradali per gelo e neve, impatti sulle reti energetiche per la domanda improvvisa di riscaldamento e preoccupazioni per la fauna e l’agricoltura locale.

Vortice polare, jet stream e teleconnessioni

Per comprendere come un’ondata di freddo così intensa si sia diffusa su un territorio così vasto, è utile analizzare i meccanismi atmosferici coinvolti. Il vortice polare, una grande area di bassa pressione e aria fredda in alta quota sopra il Polo Nord, può indebolirsi o deformarsi, consentendo all’aria gelida di scivolare verso latitudini più basse. Questo è esattamente ciò che ha guidato l’attuale ondata di freddo, con un segmento di aria artica che si è “staccato” e ha attraversato il Canada scendendo negli Stati Uniti in diverse ondate.

Il fenomeno non è un caso isolato: pattern simili si sono verificati in passato in connessione con variazioni nel jet stream e dilatazioni del vortice polare che, come alcune ricerche suggeriscono, possono anche influenzare livelli di ozono e la qualità dell’aria nelle regioni interessate.

Il clima che cambia

La contraddizione apparente tra eventi di freddo estremo come questo e il riscaldamento globale più ampio può sembrare paradossale, ma è un fenomeno ampiamente riconosciuto dagli scienziati. Anche se il clima terrestre si sta riscaldando, con anni recenti classificati tra i più caldi mai registrati, la variabilità atmosferica continua a produrre sbalzi estremi di temperatura.

Secondo le analisi climatiche più recenti, novembre 2025 è stato uno dei mesi più caldi a livello globale, ma localmente si sono avuti eventi di freddo intenso come parte della variabilità meteorologica naturale amplificata dal cambiamento climatico.

Questa dinamica di “caldo record globale e freddo locale” può essere spiegata dal modo in cui il riscaldamento climatico influenza la distribuzione delle masse d’aria, indebolendo o alterando le correnti a getto che normalmente confinano l’aria fredda al Polo.

Gli Stati Uniti non sono nuovi a eventi di freddo marcato, come dimostrano diverse ondate storiche di gelo e tempeste invernali, incluse quelle che portarono forti nevicate nel gennaio 2025 anche in regioni limitrofe ai tropici del Golfo del Messico.

Tuttavia, la rapidità con cui il freddo si è stabilito in novembre 2025, battendo record decennali in molte città e investendo regioni meridionali come la Florida, suggerisce una dinamica meteorologica sempre più imprevedibile, con implicazioni tangibili per la gestione delle emergenze, la pianificazione urbana e le comunità più fragili.

Gli esperti avvertono che la variabilità climatica estrema potrebbe continuare nei prossimi mesi, con ulteriori ondate di aria polare possibili prima della fine dell’inverno, a causa di un vortice polare che resta in una configurazione instabile.

La recente ondata di gelo record negli USA è un promemoria potente di quanto il clima sia un sistema complesso, capace di produrre estremi in entrambe le direzioni: caldo e freddo. Mentre le ondate di freddo possono essere letali se non gestite correttamente – con rischi maggiori per anziani, senzatetto e comunità rurali – è altrettanto chiaro che il quadro atmosferico globale sta subendo trasformazioni su scala più ampia.

Affrontare queste sfide richiede una consapevolezza più profonda dei fenomeni meteorologici estremi, una pianificazione infrastrutturale adeguata e una risposta coordinata da parte delle autorità per proteggere le persone e gli ecosistemi in un clima in rapida evoluzione.

30 Dicembre 2025 ( modificato il 26 Dicembre 2025 | 21:36 )
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