A Firenze un cane di 12 anni, ospite del canile Parco degli Animali, è morto per lo spavento causato dai botti esplosi vicino alla struttura: un caso che riaccende il dibattito sull’uso dei fuochi d’artificio e sui rischi per animali e persone fragili.
7:27 am, 30 Dicembre 25 
🌐 Firenze, cane muore d’infarto spaventato dai botti
Una tragedia silenziosa, consumata tra le mura di un canile, ma con riflessi che investono l’intera comunità cittadina: Nero, cane meticcio di circa 12 anni ospite del rifugio Parco degli Animali del Comune di Firenze, è morto a causa dello spavento provocato dall’esplosione di botti nei dintorni della struttura. Il decesso dell’animale – il cui cuore non ha retto al forte stress – ha scosso operatori, volontari e cittadini, sollevando interrogativi sulla gestione della tradizione pirotecnica e sulla tutela degli animali domestici e non.

Il dolore degli operatori e l’accaduto
Il rifugio, situato alle spalle del carcere di Sollicciano e vicino al borgo di Ugnano, ospita numerosi cani, molti dei quali anziani o con problemi di salute. Nero, in particolare, era conosciuto dagli operatori per la sua profonda paura nei confronti dei rumori forti: tuoni, scoppi e botti lo terrorizzavano da sempre.
In pieno periodo di Capodanno e dei preparativi per la notte di San Silvestro, alcune persone hanno fatto esplodere petardi potenti e fuochi d’artificio nei pressi del canile. Il boato ha provocato un’ondata di stress negli animali presenti nella struttura. Il mattino successivo, al rientro degli addetti, Nero è stato trovato senza vita nel suo box: il cuore, sottoposto ad uno stress improvviso, ha ceduto.
Il doloroso annuncio è stato condiviso attraverso un lungo post sui social dal personale del canile, che ha espresso “devastazione” e profonda amarezza per un evento che avrebbe potuto essere evitato. Gli operatori hanno voluto sottolineare quanto un singolo gesto – per qualcuno di divertimento – possa trasformarsi in un trauma irreversibile per animali indifesi.
Un problema che torna ogni anno
📌 La morte di Nero non è un caso isolato nel panorama italiano: ogni anno, con l’avvicinarsi del Capodanno, sono numerose le segnalazioni di animali domestici e selvatici feriti o in fuga a causa dello scoppio di fuochi d’artificio e petardi. I veterinari spiegano che lo stress acustico può provocare traumi profondi, disorientamento e, in casi estremi come questo, gravi malori cardiaci.
Già negli anni passati altre tragedie simili sono emerse dalla cronaca quotidiana: animali scappati in preda al panico, cani morti d’infarto per lo spavento durante feste pubbliche con fuochi d’artificio, e interventi dei soccorritori a Capodanno per recuperare animali feriti o disorientati.
Il contesto normativo e le reazioni locali
A Firenze, l’Amministrazione comunale ha adottato misure preventive per limitare i rischi legati ai botti nella notte di San Silvestro: è stata emanata una ordinanza che vieta la detenzione e l’esplosione di artifici pirotecnici – anche di libera vendita – in spazi pubblici o accessibili al pubblico tra le 19 del 31 dicembre e le 7 del 1° gennaio, con sanzioni fino a diverse centinaia di euro per i trasgressori. Parallelamente, Palazzo Vecchio ha lanciato una campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza per ridurre l’uso dei fuochi, mettendo in evidenza l’impatto che questi esercitano non solo sugli animali, ma anche sull’ambiente e sulla sicurezza pubblica.
Il caso di Nero ha riacceso il dibattito sulla necessità di rafforzare ulteriormente queste misure e di sviluppare un approccio responsabile alla tradizione pirotecnica. Le associazioni animaliste e i volontari ricordano che cani e gatti – ma anche fauna selvatica – possono vivere condizioni di forte stress durante le celebrazioni rumorose, con conseguenze che vanno da fughe disperate, incidenti stradali, fino a esiti fatali come quello registrato nella capitale toscana.
La narrazione collettiva attorno agli animali domestici sta cambiando: gli animali non sono più visti solo come proprietà, ma come esseri senzienti con diritti e bisogni specifici. Anche in Toscana, recentemente, si è aperto un fronte legislativo che riflette questa evoluzione culturale: per esempio, una legge regionale ha previsto che le ceneri degli animali possano essere sepolte insieme ai loro proprietari, un segno di quanto la relazione uomo-animale sia oggi riconosciuta dalla comunità.
La morte di Nero diventa così simbolo di una questione più ampia: quanto la tradizione dei botti sia compatibile con il rispetto degli esseri viventi e dell’ambiente? Mentre alcuni chiedono spettacoli pirotecnici più sicuri o addirittura l’abolizione dei botti, altri suggeriscono alternative creative come giochi di luci silenziosi o eventi musicali che mantengano vivo il senso di festa senza effetti collaterali traumatici per chi non può sopportare rumori forti.
Nero non era soltanto un cane: era un individuo con una storia, una personalità e una speranza di una vita migliore. Dopo anni trascorsi in attesa di una famiglia che finalmente lo adottasse, il suo destino si è tragicamente interrotto per uno spavento improvviso. La sua storia, raccontata con commozione dagli operatori del rifugio, è diventata un monito affinché episodi simili non si ripetano e affinché la comunità rifletta sul significato di una festa che non dovrebbe mai gravare sulla sofferenza di esseri indifesi.
30 Dicembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA






