9:30 am, 29 Dicembre 25 calendario

🌐 Il conflitto Russia‑Ucraina e le negoziazioni di pace

Di: Redazione Metrotoday
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Una nuova fase di tensione e speranza si profila all’alba del 2026 nei negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, che dura ormai da quasi quattro anni dalla invasione russa del febbraio 2022. Al centro del dibattito diplomatico tra Kiev e Washington c’è ora una proposta di garanzie di sicurezza statunitensi per l’Ucraina, un meccanismo destinato a diventare il cuore pulsante di un possibile accordo di pace. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, gli Stati Uniti hanno offerto impegni di protezione per un periodo di 15 anni, ma Kiev spinge per un vincolo molto più lungo — fino a 30-50 anni — per fronteggiare l’insicurezza generata dall’aggressione russa.

Un’offerta inedita

Le recenti dichiarazioni di Zelenskyy, rese dopo un incontro diplomatico con il presidente Donald Trump presso la residenza di Mar-a-Lago, segnano ciò che potrebbe essere storicamente il primo passo verso un accordo di pace sostenuto da garanzie esterne per Kiev. Secondo il presidente ucraino, il piano di pace su cui si sta lavorando prevede garanzie di sicurezza fornite dagli Stati Uniti per un periodo di almeno 15 anni, con possibilità di estenderle nel tempo, anche fino a 30, 40 o addirittura 50 anni — durata che Zelenskyy ritiene necessaria per stabilizzare definitivamente la regione.

Questa proposta arriva al termine di colloqui che includono un pacchetto di 20 punti che, nelle intenzioni di Washington e Kiev, potrebbe costituire la base per una tregua duratura e un processo di normalizzazione dopo la guerra più sanguinosa in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Tuttavia, i dettagli esatti su come verrebbero concretamente implementate queste garanzie non sono ancora stati resi pubblici.

L’offerta statunitense comprende, secondo Kiev, anche componenti di monitoraggio internazionale delle tregue e la possibile presenza di forze alleate come deterrente contro nuove aggressioni, sebbene Mosca abbia già avvertito che considera illegittima qualsiasi presenza militare occidentale sul suolo ucraino.

US offers Ukraine 15-year security guarantee as part of peace plan, Zelenskyy says

Un passaggio critico: storia e contesto

📌  Per comprendere il peso di questa proposta occorre tornare alle origini del conflitto. Nel 1994, in occasione del Memorandum di Budapest, Ucraina, Stati Uniti, Regno Unito e Russia firmarono un accordo in cui Mosca garantiva il rispetto della sovranità ucraina in cambio dell’abbandono di Kiev del suo arsenale nucleare. Tuttavia, la successiva invasione del 2014, con l’annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbas, e soprattutto la piena scala dell’offensiva iniziata nel 2022, hanno dimostrato i limiti di quelle promesse. La richiesta attuale di Zelenskyy di garanzie vincolanti e durature riflette proprio questa profonda sfiducia nei confronti degli accordi verbali o poco solidi nel tempo.

Negli anni seguenti all’invasione, Stati Uniti e alleati europei hanno fornito ingenti aiuti militari ed economici a Kiev, ma l’idea di un trattato formale che implichi un impegno di difesa automatico, simile all’Articolo 5 della NATO, è sempre stata oggetto di dibattito e riluttanza da parte di molti Paesi occidentali, preoccupati di un possibile confronto diretto con Mosca.

Washington: progressi ma ancora molta cautela

Il presidente Trump ha definito “storico” il progresso raggiunto nelle trattative, sostenendo che gli Stati Uniti e le parti coinvolte sono “più vicini che mai” a un accordo di pace, pur riconoscendo pubblicamente che diversi punti critici restano aperti, come lo status del Donbas e il futuro della centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto controllo russo. Nel piano negoziale ci sarebbero anche meccanismi per la supervisione internazionale di eventuali tregue e la creazione di zone demilitarizzate.

Trump ha insistito sulla necessità di un ruolo più attivo dell’Europa nelle garanzie di sicurezza, indicando che Washington non intende essere l’unico fornitore di protezione, e che l’accordo dovrà essere ratificato dal Congresso USA e dai parlamenti dei Paesi coinvolti.

Kiev spinge per garanzie “a lungo termine”

Per Kiev, tuttavia, 15 anni di impegno non bastano. Zelenskyy ha sottolineato che la guerra è in corso da quasi 15 anni — tenendo conto dell’inizio degli scontri nel Donbas nel 2014 — il che rende cruciale disporre di un impegno internazionale di difesa che superi largamente il ciclo politico di Washington e degli altri partner occidentali. L’idea di garanzie della durata di 30-50 anni rispecchia proprio questa strategia di lungo termine, pensata per scoraggiare qualsiasi futura aggressione russa e garantire stabilità istituzionale e sicurezza ai cittadini ucraini.

Il presidente ucraino ha anche evidenziato che tali garanzie sono condizione essenziale per porre fine allo stato di legge marziale e permettere lo svolgimento di elezioni regolari, nonché per avviare la massiccia ricostruzione del Paese.

Mosca: posizioni divergenti e richiamo alle “condizioni”

Sul fronte russo, la reazione rimane cauta e contraddittoria. Secondo fonti del Cremlino, Mosca ha accolto con favore il fatto che Stati Uniti e Russia concordino che i colloqui siano nella fase finale, ma continua a chiedere che Kiev soddisfi alcune condizioni in termini di controllo territoriale, in particolare in quelle aree dell’est ucraino che Mosca considera strategiche. La presenza di truppe straniere o garanzie formali fornite da Paesi occidentali è vista da Mosca come una provocazione e un’inammissibile ingerenza negli affari regionali.

Un fragile equilibrio internazionale

Le trattative in corso non si svolgono in un vuoto diplomatico. Accanto ai colloqui bilaterali tra Washington e Kiev, i leader europei, guidati dal presidente francese Emmanuel Macron, hanno annunciato incontri programmati a Parigi all’inizio di gennaio per definire concretamente come i Paesi europei contribuiranno alle garanzie di sicurezza. Questa dimensione multilaterale è vista come imprescindibile per rafforzare la credibilità di qualsiasi impegno futuro.

Ma l’incertezza resta. La strada verso un accordo di pace duraturo appare ancora lunga e irta di ostacoli: dalla definizione di confini di pace accettabili per tutte le parti, alla verifica dell’effettiva implementazione delle garanzie, fino alla possibilità che lo stesso accordo venga rispettato nel tempo da attori come Vladimir Putin, la cui coerenza nei rapporti internazionali è stata messa più volte in discussione.

Tra ottimismo e realismo diplomatico

Nel quadro del conflitto ucraino, l’offerta statunitense di garanzie di sicurezza per 15 anni rappresenta un punto di svolta — potenzialmente storico — nei negoziati di pace. Ma è una proposta che lascia intravedere tensioni profonde tra ciò che Kiev considera sufficiente per la sua sopravvivenza e ciò che Washington e gli alleati occidentali sono disposti a offrire.

 

29 Dicembre 2025
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