8:26 am, 28 Dicembre 25 calendario

🌐 Etna, attività eruttiva: cenere e fontane di lava

Di: Redazione Metrotoday
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L’eruzione continua sull’Etna: emissione di cenere, esplosioni stromboliane e flussi lavici scuotono la Sicilia nella vigilia di Capodanno

Il vulcano Etna è ancora protagonista di una vivace attività eruttiva nella giornata del 27 dicembre 2025, con segnali di intensificazione nei crateri sommitali e ripercussioni visibili fino alle comunità costiere della Sicilia orientale. Cenere vulcanica, esplosioni stromboliane intermittenti e tracce di ricaduta sui versanti nord-orientali del vulcano segnano un fenomeno in corso che richiama l’attenzione di autorità scientifiche e residenti. 

Le ultime rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) mostrano un’attività persistente, con esplosioni quasi continue al cratere di Nord-Est e emissioni di cenere sospinte dai venti verso nord-est, fino a località come Piano Provenzana e Taormina. È in corso anche un piccolo flusso lavico sulla parte alta della cosiddetta Sciara del Fuoco, visibile dalle telecamere di sorveglianza, che testimonia un fenomeno più complesso di semplice emanazione gassosa.

Lungo i versanti settentrionali, sporadiche esplosioni stromboliane sono state osservate anche nel cratere Bocca Nuova, con lanci di materiale incandescente diverse decine di metri sopra il bordo craterico, senza al momento segnalazioni di danni diretti alle infrastrutture o alle persone.

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Un fenomeno atteso ma sempre imprevedibile

L’Etna è uno dei vulcani più attivi al mondo e il suo stato di attività permanente è documentato da millenni: le eruzioni sono registrate a partire dal 1500 a.C., con centinaia di episodi che nel corso dei secoli hanno modellato non solo il paesaggio geologico, ma anche la storia umana della Sicilia orientale. 

Nonostante questa familiarità con le eruzioni, ogni episodio presenta caratteristiche proprie: la recente fase è dominata da attività stromboliana, cioè esplosioni cicliche che proiettano lava, lapilli e cenere. Queste dinamiche sono tipiche dell’Etna e, sebbene di solito non rappresentino una minaccia grave per le comunità a valle, richiedono sempre un controllo attento delle emissioni e delle condizioni atmosferiche.

Le cosiddette fontane di lava, come quelle osservate in eruzioni precedenti, offrono spettacoli suggestivi alle luci del crepuscolo e di notte, ma ricordano anche la potenza del fenomeno. Negli anni recenti l’Etna ha prodotto eruzioni ripetute, tra cui significative attività nel corso del 2025, con emissioni di colate laviche e nuvole di cenere che hanno raggiunto quote elevate nell’atmosfera.

La nube di cenere e gli effetti sul territorio

Nella giornata odierna la nube generata dall’eruzione è stata spinta dai venti in direzione nord-orientale, rendendo possibile la caduta di cenere vulcanica in alcune aree abitate e turistiche, come Piano Provenzana e Taormina. La presenza di cenere, seppur in quantità modeste, comporta disagi per la circolazione stradale, la respirazione e le superfici esterne di automobili e edifici.

Le autorità locali e la protezione civile monitorano costantemente i livelli di emissione e la direzione delle correnti per aggiornare eventuali allerte o restrizioni di accesso alle zone più vicine ai crateri. Finora nessuna evacuazione è stata disposta, ma si raccomanda prudenza ai residenti e ai visitatori nelle aree più soggette alla ricaduta di materiale piroclastico. 

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Eruzioni che hanno segnato la Sicilia

L’Etna non è nuovo a fasi prolungate di attività e la sua storia eruttiva è segnata da eventi di grande impatto. L’eruzione del 1669, ad esempio, è una delle più imponenti nella memoria storica: una serie di colate laviche devastarono vaste aree della piana di Catania, raggiungendo e distruggendo villaggi lungo il suo percorso.

Nel corso del XX secolo e all’inizio del XXI, l’attività è stata marcata da numerosi episodi stromboliani e colate laviche che hanno spesso interessato le aree alte del vulcano, talvolta raggiungendo le pendici abitate. Nel 2001 un’eruzione prolungata per settimane aprì diverse bocche sul versante, con flussi che costrinsero le autorità a interventi di mitigazione.

Un equilibrio tra monitoraggio e incertezza

La scienza vulcanologica continua a migliorare gli strumenti di previsione, ma restano limitazioni intrinseche nella capacità di prevedere con precisione l’evoluzione di un’eruzione. Recenti studi hanno esplorato nuovi metodi per anticipare eventi parossistici analizzando segnali sismici e cambiamenti sotterranei, con l’obiettivo di affinare i modelli predittivi e aumentare la sicurezza delle popolazioni prossime ai vulcani attivi.

Il monitoraggio costante delle deformazioni del suolo, delle emissioni gassose e dell’attività sismica permette agli scienziati di rilevare segnali premonitori, ma un aumento dell’attività non sempre porta a scenari di pericolo immediato. Ogni eruzione, infatti, è influenzata da una complessa serie di fattori magmatici e geotettonici.

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Tra meraviglia e cautela

Per i siciliani e i turisti, l’Etna resta una attrazione naturale di grande fascino, pur nella consapevolezza dei rischi associati alla sua natura dinamica. La presenza di cenere può rendere necessario l’uso di mascherine nei centri abitati e la pulizia delle strade durante le fasi più attive. Le autorità assicurano che tutte le misure di sicurezza siano attive e che la rete di sorveglianza operi 24 ore su 24.

Gli esperti dell’INGV mantengono un livello di allerta per l’evoluzione dell’attività, sottolineando che la situazione va interpretata come una fase di attività sostenuta ma non eccezionale rispetto alla storia recente dell’Etna. Tuttavia, ogni cambiamento nei parametri monitorati potrebbe richiedere una nuova valutazione delle conseguenze potenziali.

28 Dicembre 2025 ( modificato il 27 Dicembre 2025 | 18:30 )
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