11:54 am, 27 Dicembre 25 calendario

🌐 Russia, controllo Internet e WhatsApp nel mirino

Di: Redazione Metrotoday
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Mosca intensifica la stretta sul web: limitazioni a WhatsApp, blocchi di app straniere e leggi che ampliano il controllo digitale segnano la costruzione di un modello di internet sempre più isolato, con impatti profondi su privacy, libertà di espressione e società.

A poche ore dalle festività di fine anno, la Russia ha aumentato la pressione su Internet e in particolare sul servizio di messaggistica WhatsApp, che ha denunciato restrizioni nella qualità del servizio e minacce di blocco totale qualora non si conformasse alla legislazione nazionale. La decisione rappresenta l’ultimo capitolo di una campagna prolungata di controllo digitale che avvicina il Paese a un modello di rete nazionale isolata, paragonato da alcuni osservatori a un “Grande Firewall” alla cinese, nonostante Mosca neghi l’intenzione di separarsi dall’internet globale.

La vicenda, che vede WhatsApp e altre piattaforme sotto attacco regolatorio, torna sotto i riflettori dopo che il regolatore delle comunicazioni Roskomnadzor ha confermato severe limitazioni sulla piattaforma, con chiamate voce e video già rallentate o bloccate in molte regioni e la minaccia di completa sospensione del servizio entro il 2026 se non saranno soddisfatte le richieste russe.

Un’escalation di restrizioni: non solo WhatsApp

📌 La situazione di WhatsApp non è un caso isolato, ma parte di un quadro più ampio di limiti sempre più stringenti all’accesso e all’uso di servizi online non controllati dalle autorità. Negli ultimi due anni, Russia ha bloccato o limitato l’accesso a decine di migliaia di siti web e app straniere, tra cui Instagram, Facebook, YouTube e piattaforme di messaggistica come Signal e Viber, costringendo gli utenti ad affidarsi a VPN o servizi domestici controllati dallo Stato.

Il numero di risorse internet ufficialmente bloccate o soggette a restrizioni continua ad aumentare: secondo il ministero digitale russo, decine di migliaia di siti sono stati oscurati perché ritenuti non conformi alle norme nazionali su “contenuti estremisti” o perché rifiutavano di fornire dati agli organi di sicurezza.

Queste mosse fanno parte di un progetto più ampio di sovranità digitale: la costruzione di un internet nazionale in cui gli utenti russi siano sempre più indirizzati verso servizi digitali locali — sotto stretto controllo statale — come l’app di messaggistica “MAX”, promossa dal Cremlino come alternativa a WhatsApp o Telegram.

Dietro le motivazioni ufficiali

Le autorità russe giustificano le restrizioni come misure necessarie per combattere crimini online come frodi, terrorismo e “sabotaggio” operati attraverso piattaforme di comunicazione estere, accusate di non collaborare adeguatamente con forze dell’ordine o di non condividere dati sui propri utenti. Questa narrativa è stata ripetuta più volte da Roskomnadzor e dai media statali, che presentano la stretta come tutela della sicurezza nazionale.

Gli sviluppatori e i dirigenti di WhatsApp, da parte loro, hanno respinto queste accuse, ribadendo che la crittografia end‑to‑end è fondamentale per la privacy degli utenti e che la completa rimozione del servizio dal mercato russo priverebbe milioni di cittadini di un mezzo di comunicazione sicuro. Secondo il servizio, costringere gli utenti a utilizzare app meno sicure o strumenti statali di messaggistica potrebbe compromettere la riservatezza delle loro conversazioni.

In risposta, gruppi di utenti russi di WhatsApp e Telegram hanno presentato una class action contro Roskomnadzor e il ministero digitale sostenendo che le restrizioni violano i diritti costituzionali alla comunicazione segreta e alla libertà di informazione.

Un “internet sovrano” che ricorda altri modelli globali

L’idea di controllare capillarmente il traffico online e le piattaforme di comunicazione non è nuova in Russia. Da oltre un decennio il governo ha adottato leggi che impongono requisiti di “landing” (registrazione locale e requisiti di conformità per aziende estere), penalizzazioni per chi cerca contenuti vietati e obblighi di conservazione dei dati. Con il tempo, queste norme si sono intensificate fino a creare un clima in cui accedere liberamente a una parte significativa del web globale è sempre più difficile.

La progressiva chiusura delle piattaforme estere e l’incremento dei controlli ricordano il modello di internet adottato in Cina, dove un “Grande Firewall” separa di fatto l’ecosistema digitale interno da quello internazionale. Anche se il Cremlino nega formalmente l’intenzione di disconnettere completamente il Paese dalla rete mondiale, la combinazione di blocchi, limiti tecnici e regolamentazione stringente crea un effetto simile: un’internet interna sempre più polarizzata verso contenuti e servizi controllati dallo Stato.

L’impatto sulla società russa

Per gli utenti, queste modifiche non sono semplici fastidi tecnici: milioni di russi si affidano a WhatsApp come principale strumento di comunicazione quotidiana per lavoro, relazioni sociali e informazioni. Il rallentamento del servizio, il blocco delle chiamate o il possibile arresto completo delle funzionalità costringono le persone a cercare alternative, spesso meno sicure o non diffuse allo stesso modo, complicando la vita di chi utilizza le app per attività essenziali.

Parallelamente, l’aumento dei controlli favorisce l’uso di VPN e strumenti per aggirare i blocchi, anche se le autorità cercano di limitare anche questi metodi, penalizzando pubblicità e uso di servizi di elusione. Ma non tutti sanno utilizzare tali strumenti, e metà della popolazione potrebbe restare confinata in un ecosistema digitale di sola fruizione limitata e controllata.

Libertà di espressione e diritti digitali in gioco

Organizzazioni per i diritti digitali osservano con preoccupazione l’espansione del controllo statale su internet. Le limitazioni all’accesso, la censura e l’inclusione di servizi crittografati come obiettivo politico vanno oltre le “normative anti‑crimine”, configurando un sistema che può limitare la libertà di espressione, l’accesso all’informazione e la privacy individuale.

Il rapporto annuale sulla libertà online evidenzia un trend globale di restrizioni digitali, ma la Russia emerge come uno dei casi in cui la libertà nel cyber spazio ha subito una delle contrazioni più significative, con un impatto diretto sulla capacità dei cittadini di comunicare liberamente e di accedere a informazioni non filtrate dallo Stato.

Il futuro di WhatsApp e della rete russa

Con la pressione delle autorità che non accenna a diminuire, il destino di WhatsApp in Russia appare incerto: sebbene alcune funzionalità siano già fortemente compromesse, un blocco totale entro il 2026 sembra contemplato dalle stesse dichiarazioni ufficiali.

La creazione di un ecosistema digitale interno sempre più solido — con app nazionali, controllo dei dati e responsabilità di piattaforme locali verso il governo — potrebbe segnare una nuova era per l’internet russo, in cui la libertà digitale e la privacy degli utenti sono subordinate alla sicurezza e alla sovranità nazionale.

27 Dicembre 2025 ( modificato il 26 Dicembre 2025 | 12:00 )
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