8:58 am, 27 Dicembre 25 calendario

🌐 Morto Perry Bamonte, chitarrista e tastierista dei The Cure

Di: Redazione Metrotoday
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La scomparsa di Perry Bamonte dopo una breve malattia durante il Natale riporta l’attenzione sulla carriera e l’eredità di uno dei musicisti più discreti e influenti della storica band inglese.

Il mondo della musica internazionale piange la scomparsa di Perry Archangelo Bamonte, storico chitarrista e tastierista dei The Cure, morto all’età di 65 anni durante le vacanze di Natale dopo una breve malattia nella sua casa in Inghilterra. La notizia, confermata dal comunicato ufficiale della band pubblicato sul sito del gruppo, ha immediatamente scosso fan, colleghi e critici musicali in Europa, negli Stati Uniti e oltre, segnando un momento di profonda riflessione sul ruolo di Bamonte nella lunga storia di uno dei gruppi più iconici del rock e della new wave degli ultimi quattro decenni.

“È con enorme tristezza che confermiamo la morte del nostro grande amico e compagno di band Perry Bamonte, venuto a mancare a casa dopo una breve malattia durante il periodo natalizio”, si legge nella nota. “Silenzioso, intenso, intuitivo, costante ed estremamente creativo, ‘Teddy’ è stato una parte vitale della storia dei Cure. I nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia. Ci mancherà moltissimo.”

Da roadie a musicista: una carriera luminosa alla corte dei Cure

La storia di Bamonte con i The Cure è un esempio emblematico di come un musicista possa crescere all’interno di un progetto artistico e contribuire in modo sostanziale al suo suono e alla sua identità. Nato a Londra nel 1960, Bamonte entrò nel mondo della band britannica prima ancora di salire sul palco: nella metà degli anni ’80 lavorò come tecnico per chitarre e roadie, occupandosi dell’attrezzatura e del supporto tecnico durante le tournée.

La consacrazione arrivò nel 1990, quando fu ufficialmente reclutato come membro a pieno titolo della formazione. Questa fase coincide con una delle ere più creative e apprezzate della band guidata da Robert Smith, frontman carismatico e voce inconfondibile dei Cure. Bamonte si rivelò subito un musicista poliedrico: oltre alla chitarra, suonò tastiere, basso a sei corde e percussioni, diventando essenziale per l’arrangiamento di molte tracce e la resa dal vivo dei classici del repertorio.

Fu Wish (1992) il primo album su cui Bamonte comparve, un disco che sancì il passaggio dei Cure da culto alternativo a fenomeno globale, grazie a singoli entrati nell’immaginario collettivo come “Friday I’m in Love” e “High”. Successivamente partecipò a importanti lavori della band come “Wild Mood Swings” (1996), “Bloodflowers” (2000) e l’album omonimo del 2004, contribuendo in studio e in tour a oltre 400 concerti in tutto il mondo.

Gli ultimi anni e il tour del 2022–2024

Dopo aver lasciato la band nel 2005 a seguito di un rinnovamento della formazione, Bamonte proseguì comunque la sua carriera musicale in altri contesti, ma fu accolto nuovamente nel gruppo nel 2022 per la tournée Shows of a Lost World. Questo ritorno non fu solo un tributo alla sua lunga storia con i Cure, ma anche l’occasione per condividere quasi 90 nuovi concerti con il pubblico europeo e americano, culminati con un memorabile show a Londra il 1° novembre 2024.

Proprio questo tour segnò uno dei momenti più celebrati degli ultimi anni, con una miscela di nostalgia e rinnovata energia che vide la band reinterpretare i suoi pezzi più amati di fronte a platee entusiastiche. Inoltre, il concerto londinese venne immortalato nel film musicale The Cure: The Show of a Lost World, distribuito nelle sale cinematografiche e disponibile in formato home video nel corso del 2025, permettendo a nuovi fan di avvicinarsi all’eredità della band e al contributo di Bamonte.

Oltre i Cure

Pur legato soprattutto alla sua lunga esperienza con i Cure, Bamonte fu un musicista dall’identità ricca e multiforme. Oltre alla musica, nutriva una passione per l’illustrazione e la cultura della pesca con la mosca, tanto da contribuire come direttore artistico alla rivista Fly Culture, dedicata agli appassionati del settore.

Nel corso della sua carriera, partecipò anche a progetti con altre band, tra cui il gruppo Love Amongst Ruin, formato insieme ad altri musicisti di spicco, che gli permise di esplorare territori sonori diversi dal goth rock e di consolidare il suo ruolo di musicista versatile.

La reazione dei fan 

La notizia della morte di Bamonte ha avuto un impatto immediato sulla comunità di fan dei Cure e sulla scena musicale internazionale. Eventi di culto come la tradizionale “Cure Christmas Party” a San Francisco, una festa dedicata alla musica del gruppo britannico, hanno assunto quest’anno un significato più commemorativo, trasformandosi in momenti di ricordo collettivo per il chitarrista scomparso.

Sui social network si sono moltiplicate le testimonianze di affetto: messaggi di fan da tutto il mondo, racconti personali legati alle esperienze in concerto e ricordi affettuosi su come la musica di Bamonte abbia accompagnato momenti significativi della vita di molti. La sua figura, pur discreta fuori dal palco, era profondamente amata all’interno della comunità dei fan dei Cure, che lo ricordano come una presenza gentile e generosa.

I Cure e l’evoluzione del rock

La carriera dei Cure attraversa decenni di evoluzione sonora, dal post‑punk delle origini agli intrecci gotici e pop che ne hanno decretato l’influenza su intere generazioni di musicisti e appassionati. Perry Bamonte ha incarnato quella transizione con eleganza e dedizione, contribuendo in modo determinante a plasmare il timbro di una band capace di coniugare soddisfazioni di pubblico e riconoscimenti critici in oltre quarant’anni di attività.

Progetti come Disintegration, pubblicato poco prima del suo ingresso ufficiale ma presente nelle esibizioni live della formazione in cui Bamonte trovò la sua strada, e Wish, rappresentano tappe fondamentali di un percorso che ha influenzato non solo il rock britannico ma anche il panorama internazionale. La capacità di fondere atmosfere cupe con melodie memorabili ha reso i Cure un simbolo del goth, della new wave e dell’indie rock.

Nel corso dei prossimi giorni è atteso anche un tributo ufficiale da parte della band durante le anteprime delle programmazioni live del 2026, mentre fan e musicisti allo stesso modo continuano a celebrare la vita e il lavoro di un artista la cui musica ha toccato oltre tre generazioni.

27 Dicembre 2025
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