12:19 pm, 25 Dicembre 25 calendario

🌐 Bombardieri russi sorvolano mare di Norvegia e Barents

Di: Redazione Metrotoday
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Un gruppo di bombardieri strategici russi Tu‑95MS ha compiuto un volo di oltre sette ore sopra le acque neutrali del Mare di Norvegia e del Mare di Barents, scatenando l’attivazione di caccia dell’Alleanza Atlantica per monitorare la formazione. È l’ultimo episodio di una serie di manovre aeree di Mosca che tengono alta la tensione tra NATO e Russia.

Un volo di fronte gelido, sotto cieli artici, ha riacceso ieri le luci delle tensioni militari tra Russia e NATO nel Nord Europa: i bombardieri strategici russi Tu‑95MS hanno sorvolato per più di sette ore le acque del Mare di Norvegia e del Mare di Barents, in una missione che Mosca definisce «programmata» e «di routine». In risposta, caccia di paesi membri della NATO si sono levati in volo per monitorare il passaggio dei velivoli, in una situazione che ricorda i momenti più acuti della guerra fredda e che evidenzia come l’Artico sia diventato uno dei fronti più caldi della sicurezza europea.

Secondo il ministero della Difesa russo, i bombardieri Tu‑95MS — noti alle codificazioni occidentali come “Bear” — hanno volato su acque neutrali rispettando il diritto internazionale, ma in alcune fasi del percorso sarebbero stati scortati da caccia di Paesi ‘stranieri’, termine con cui Mosca ha indicato gli aerei NATO intervenuti per intercettare o sorvegliare la formazione.

Un volo strategico e simbolico nell’Artico

📌   I Tu‑95MS rappresentano un elemento distintivo della capacità di proiezione strategica russa: velivoli a lungo raggio in grado di trasportare armi convenzionali e nucleari, con autonomia sufficiente per spingersi in zone remote e sensibili come quelle artiche. Il volo di ieri, durato oltre sette ore, è stato seguito con attenzione dalle forze alleate, che hanno fatto decollare più volte i propri caccia per «identificare, monitorare e accompagnare» i bombardieri durante il loro percorso.

Il ministero russo ha sottolineato che tali missioni sono pianificate e si svolgono regolarmente in diverse parti del mondo — incluse le acque internazionali dei mari artici, dell’Atlantico settentrionale, del Pacifico e del Baltico — e che sono conformi alle normative internazionali sul volo in spazi neutrali. Tuttavia, la percezione occidentale è diversa: l’attività aerea strategica di Mosca nei pressi dello spazio aereo di paesi NATO viene vista come un test continuo della capacità di reazione dell’Alleanza e un atto di pressione geopolitica.

La reazione della NATO e il monitoraggio aereo

In risposta alla presenza dei bombardieri russi, i paesi membri della NATO hanno mobilitato i propri sistemi di Difesa Aerea e caccia intercettori. Aerei da combattimento provenienti da basi in Norvegia, Regno Unito e altri stati alleati si sono alzati in volo per monitorare la rotta dei Tu‑95MS, mantenendo una distanza di sicurezza ma garantendo un monitoraggio costante delle manovre russe.

Tali operazioni rientrano nella cosiddetta missione di Air Policing, che prevede il pattugliamento e la protezione degli spazi aerei degli stati membri, soprattutto nelle regioni più esposte come il Baltico e il Nord Atlantico. In passato simili intercettazioni sono state frequenti: ad esempio, nei primi mesi del 2025 caccia norvegesi F‑35 avevano intercettato bombardieri russi Tu‑95 nei pressi dello spazio aereo NATO nella regione artica, e Jet alleati avevano accostato velivoli russi anche sul Mar Baltico in missioni analoghe.

La presenza di caccia occidentali accanto agli aerei russi non indica necessariamente ostilità, ma piuttosto una prassi consolidata: identificare visivamente gli aerei, verificarne il comportamento e assicurarsi che non violino lo spazio aereo nazionale, mantenendo così la stabilità in un’area che, pur essendo geograficamente isolata, è diventata un punto cruciale per la sicurezza transatlantica.

Un contesto di tensione crescente

L’episodio di ieri non è isolato, ma si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e l’Alleanza Atlantica. Negli ultimi mesi, voli di bombardieri e aerei da guerra russi sono stati segnalati ripetutamente in aree internazionali vicino allo spazio aereo di paesi membri, spingendo la NATO a rinforzare la sua prontezza operativa e a intensificare le missioni di sorveglianza. Queste incursioni aeree non implicano sempre violazioni dello spazio nazionale, ma spesso servono come messaggi politici e test di reazione.

L’Artico e il Nord Atlantico sono aree strategiche non solo per motivi militari, ma anche economici: la crisi climatica ha aperto nuove rotte marittime e accesso a risorse naturali, mentre la guerra in Ucraina ha spinto Mosca e i paesi occidentali a rivalutare la loro posizione geopolitica in regioni un tempo considerate secondarie. La combinazione di fattori — militari, economici e ambientali — ha trasformato il teatro artico in un terreno di competizione tra grandi potenze.

Nel corso del 2025, missioni simili avevano già attirato l’attenzione internazionale: in ottobre caccia F‑35 norvegesi erano decollati per intercettare Airbus russi lungo le rotte settentrionali; nel corso dell’anno, altri jet NATO avevano intercettato velivoli militari russi sul Mar Baltico e lungo la frontiera nord‑orientale dell’Alleanza. Queste operazioni di intercept sono diventate parte della routine operativa, ma anche sintomo di una relazione sempre più tesa tra Mosca e l’Occidente, segnando un ritorno a dinamiche di deterrenza e controllo che ricordano la guerra fredda.

La risposta della NATO non si limita alle semplici intercettazioni: esercitazioni congiunte, potenziamento delle basi nel Nord e rafforzamento dei sistemi di difesa antiaerea sono elementi di una strategia più ampia per assicurare la sicurezza dei paesi membri e dissuadere qualsiasi tentativo di pressione militare diretta.

Oltre il dialogo e le tensioni

Le autorità di Bruxelles e dei governi europei hanno spesso ribadito la necessità di mantenere aperti i canali diplomatici con Mosca per prevenire escalation accidentali, soprattutto in scenari come quello di ieri dove voli di bombardieri strategici attraversano aree internazionali. Tuttavia, la realtà operativa sembra allontanarsi da un semplice dialogo: le esigenze di sicurezza collettiva e deterrenza richiedono risposte rapide e coordinate, rafforzando la presenza militare nei punti più vulnerabili dell’Europa settentrionale.

La missione di ieri, pur definita «routine» da Mosca, è simbolo di un mondo in cui la competizione tra grandi potenze non conosce tregua nemmeno durante le festività. Mentre i caccia monitorano i cieli artici, i leader politici e militari riflettono su come preservare la stabilità internazionale in un’epoca di rivalità e incertezza, consapevoli che ogni volo strategico porta con sé un messaggio tanto militare quanto politico. 

25 Dicembre 2025 ( modificato il 26 Dicembre 2025 | 12:27 )
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