🌐 Trump annuncia nuove navi da guerra
Nasce la “Golden Fleet”: la flotta d’oro con navi che porteranno il suo nome Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump svela un ambizioso piano per la costruzione di una nuova classe di navi da guerra che comporrà la cosiddetta Golden Fleet, con battaglie navali di dimensioni e capacità senza precedenti e unità che – eccezionalmente – porteranno il nome di Trump stesso. L’annuncio rilancia la potenza marittima americana, accende dibattiti interni e riapre questioni strategiche globali.
Una nuova era per la Marina
È stato in un evento tenutosi nel suo resort di Mar-a-Lago in Florida che Donald Trump ha presentato il progetto destinato a segnare una delle tappe più simboliche della sua amministrazione: la creazione di una nuova classe di navi da guerra per la Marina degli Stati Uniti, che egli stesso ha definito la “Golden Fleet” e che includerà battaglie navali di nuovissima generazione.
Alla conferenza stampa erano presenti figure di spicco dell’esecutivo, tra cui il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, il Segretario di Stato Marco Rubio e il Segretario della Marina John Phelan, mentre sullo sfondo comparivano immagini renderizzate delle future unità.

“Trump-class”: ritorno delle corazzate, ma con tecnologia moderna
Al centro dell’annuncio c’è la nuova classe di navi da guerra, denominata Trump-class, un nome che rompe con le tradizionali convenzioni della Marina statunitense, dove classi e navi prendono il nome da stati o figure storiche, non da un presidente in carica.
La prima nave sarà battezzata USS Defiant e sarà un’enorme unità di superficie da 30.000–40.000 tonnellate, progettata per essere tra le più potenti mai costruite, con armamenti avanzati come missili ipersonici, sistemi radar energetici diretti, laser ad alta potenza e potenziale capacità di trasportare missili da crociera armati di testate nucleari.
Secondo Trump, queste navi saranno “più grandi, più veloci e cento volte più potenti” di qualsiasi altra mai realizzata in precedenza, parole che sottolineano sia l’ambizione tecnologica sia la forte componente simbolica del progetto.
Una flotta d’oro per dominare i mari
Il concetto di “Golden Fleet” non si limita alla sola Trump-class. L’obiettivo è costruire una forza navale composta da 20–25 navi di varie categorie, con in testa le nuove corazzate e accompagnate da altre unità avanzate.
Trump ha descritto la Golden Fleet come un elemento chiave per rafforzare “la supremazia marittima americana” e dare nuova linfa all’industria cantieristica nazionale, in un momento in cui molte delle principali navi della flotta da superfice sono considerate obsolete o in difficoltà a causa di ritardi nei programmi di produzione.
La visione non è solo militare, ma anche economica: il Presidente ha promesso di esercitare maggiore controllo sulle aziende della difesa, criticando ritardi e costi e promettendo di accelerare la produzione.
Il confronto con investimenti navali del passato
Il ritorno alle “battleship” – le corazzate di superficie – richiama un’epoca passata della Marina. Dopo la Seconda guerra mondiale, infatti, questo tipo di nave fu progressivamente dismesso perché ritenuto obsoleto rispetto alla portata strategica degli aerei imbarcati e dei missili a lungo raggio. L’ultima corazzata statunitense fu la USS Missouri, ritirata nel 1992.
Negli ultimi decenni, la US Navy ha puntato su navi più agili e versatili, come i cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke e le portaerei multiruolo. Con il nuovo programma, l’Amministrazione Trump vuole ridefinire questo equilibrio, rispondendo anche alle crescenti tensioni globali e alle sfide emergenti in aree come l’Indo-Pacifico. Tensioni diplomatiche e scenari globali
L’annuncio delle nuove navi da guerra giunge in un momento di aumento delle tensioni internazionali. Gli Stati Uniti, infatti, stanno intensificando pressioni su varie fronti, tra cui un più aspro confronto con il Venezuela, dove Washington ha imposto blocchi e sequestri di navi per far rispettare sanzioni, e le relazioni strategiche con la Cina rimangono un tema chiave della politica di difesa americana.
Alle critiche circa l’utilizzo delle “battleship” come strumento militare moderno, la Casa Bianca ha risposto sostenendo che queste nuove navi non sono dirette contro un singolo Paese ma rappresentano una capacità di deterrenza globale.
Costi e utilità
Non mancano però le critiche all’interno degli Stati Uniti. Analisti e membri del Congresso hanno sollevato dubbi sulla fattibilità tecnica, sui costi di un progetto così ambizioso e sulla sua utilità nel contesto della guerra moderna, dove flotte più leggere e distribuite possono offrire vantaggi tattici rispetto alle corazzate pesanti.
Altri osservatori sottolineano come il gesto di nominare navi dopo un presidente in carica sia senza precedenti e rifletta la volontà di Trump di imprimere un segno personale sulle istituzioni statali, in linea con recenti rinominazioni di strutture federali e opere pubbliche.
L’impatto sull’industria navale
I piani prevedono che la costruzione delle prime due navi inizi immediatamente, con il completamento stimato in circa due-tre anni per le prime unità, mentre l’intera flotta potrebbe richiedere un decennio per essere operativa.
La mossa potrebbe anche rivitalizzare alcuni cantieri navali americani e riportare posti di lavoro nel settore, oltre a spingere per un’efficienza maggiore nella produzione di sistemi d’arma avanzati, come quelli ipersonici e laser.
La creazione della Golden Fleet e delle navi Trump-class rappresenta un progetto ambizioso che combina politica, strategia militare e simbolismo personale. Se diventerà un’eredità duratura dell’era Trump dipenderà non solo dall’avanzamento tecnico e finanziario, ma anche dal contesto geopolitico in cui verrà inserita questa nuova era della marina americana.
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