🌐 Il Texas sfida Wall Street e lancia la sua Borsa
Con l’approvazione della Texas Stock Exchange da parte della Securities and Exchange Commission e l’emergere di un nuovo centro finanziario noto come Y’all Street, il Texas sfida Wall Street e punta a ridisegnare la geografia dei mercati azionari americani, rompendo un duopolio che dura da decenni tra NYSE e Nasdaq e attirando capitali e big della finanza.
📌 New York non è più sola. Quando per oltre un secolo la Borsa di New York (NYSE) e il Nasdaq hanno rappresentato un duopolio incontrastato nei mercati azionari statunitensi, pochi avrebbero immaginato che quel dominio potesse essere messo in discussione. Eppure, nel cuore economico del Sud degli Stati Uniti, sta prendendo forma un progetto ambizioso che ora entra nella fase operativa: il Texas sfida Wall Street e lancia la sua Borsa con la nascita della Texas Stock Exchange (TXSE), lanciata da un gruppo di investitori che include giganti della finanza come BlackRock, Citadel Securities e J.P. Morgan, e ora ufficialmente approvata dalla Securities and Exchange Commission (SEC).
L’annuncio ufficiale di approvazione federale — arrivato il 30 settembre 2025 — ha segnato una pietra miliare per il settore dei mercati dei capitali americani: per la prima volta in decenni, una nuova borsa nazionale riceve il via libera per operare a pieno titolo, con l’obiettivo di avviare scambi e quotazioni nel primo trimestre del 2026.
Una sfida allo status quo
Per comprendere pienamente l’importanza di questo progetto, occorre fare un passo indietro. Per oltre trent’anni, i mercati azionari USA si sono consolidati attorno a due poli principali: il NYSE, con la sua storia che risale al 1792, e il Nasdaq, lanciato nel 1971 come il primo mercato completamente elettronico del mondo. Queste due piattaforme dominano ancora oggi la maggior parte degli scambi azionari, con un’influenza globale sui prezzi, la liquidità e le regole di quotazione.
Le precedenti tentativi di lanciare borse alternative o indipendenti si sono rivelati effimeri o troppo nicchiati, incapaci di scalzare l’egemonia di Wall Street. Ma l’ecosistema economico statunitense è cambiato radicalmente negli ultimi anni: con l’ascesa delle capitalizzazioni tecnologiche, la crescita demografica e imprenditoriale del Sud e dell’Ovest, e l’esplosione della finanza decentralizzata, le dinamiche delle piazze di scambio stanno evolvendo. È in questo contesto che nasce il progetto di Y’all Street.
Cos’è la Texas Stock Exchange
La TXSE non è semplicemente una borsa regionale: è concepita come una piattaforma nazionale, autorizzata per quotare società, gestire scambi e ospitare prodotti finanziari proprio come fanno NYSE e Nasdaq. Ma le ambizioni vanno oltre: i promotori puntano a creare un’alternativa competitiva e “pro-business”, con regole di quotazione che favoriscano l’accesso alle società in crescita, costi di compliance semplificati e una piattaforma tecnologica all’avanguardia.
Il progetto nasce da un mix di interesse privato e ambizione pubblica: Texas ha investito negli ultimi anni nella creazione di un ambiente economico favorevole, con tasse più basse, normative meno stringenti e una forte spinta verso la crescita imprenditoriale. Questo ha attratto molte società internazionali e compagnie statunitensi, incluse Tesla e SpaceX, che hanno spostato la loro sede in Texas, rafforzando l’idea che lo Stato possa competere con New York come hub finanziario.
I grandi investitori e la nuova frontiera dei capitali
Non sorprende che nomi come BlackRock, Citadel Securities, Charles Schwab e J.P. Morgan abbiano messo le loro risorse dietro il progetto TXSE. Secondo gli ultimi dati, la raccolta di capitali ha superato i 250 milioni di dollari, segno di fiducia nelle prospettive di crescita della nuova borsa e nella capacità di attirare flussi di trading significativi.
Il coinvolgimento di grandi istituzioni è considerato cruciale per assicurare liquidità elevata e volumi di scambio competitivi, che finora sono stati uno dei punti di forza delle piattaforme storiche. Senza flussi consistenti, una borsa difficilmente può attrarre aziende interessate alle quotazioni primarie, rendendo meno efficace la sfida a NYSE e Nasdaq.
Wall Street risponde
La risposta dell’establishment finanziario non si è fatta attendere. Con la nascita di TXSE, anche gli attori tradizionali stanno ridefinendo la loro strategia nel Lone Star State. Il New York Stock Exchange ha già lanciato una sua divisione locale, NYSE Texas, avviata nel marzo 2025, che ha già riscosso interesse con diverse “dual listing”, ossia quotazioni in parallelo con il mercato principale.
E non è tutto: anche il Nasdaq ha annunciato l’intenzione di creare una sua piattaforma texana, il Nasdaq Texas, prevista anch’essa per il 2026, offrendo un terzo hub di quotazione nella regione. Questo crea uno scenario inedito in cui Wall Street non è più un centro unico, ma parte di un ecosistema competitivo che include Dallas come nuovo epicentro finanziario.
Una posta in gioco enorme
Dietro la corsa per le borse ci sono interessi economici di proporzioni gigantesche. Le società quotate ricavano benefici diretti dalla visibilità nei mercati azionari, dall’accesso a capitali e dalla possibilità di attrarre investitori istituzionali e retail. Per gli Stati Uniti, una maggiore concorrenza tra borse potrebbe tradursi in costi di listing più bassi, maggiore trasparenza e una distribuzione più ampia delle opportunità di investimento.
D’altro canto, la prospettiva di un Texas che diventa un hub finanziario internazionale pone anche interrogativi: come si intrecciano le regole di governance tra exchange? Qual è l’impatto sui piccoli investitori, sulle normative di corporate governance e sulla standardizzazione delle pratiche di mercato? E soprattutto: cosa significa per Wall Street perdere progressivamente il ruolo di centro indiscusso del capitalismo finanziario americano?
Un vecchio sogno che diventa realtà
L’idea di creare una borsa in Texas non è nata in un giorno. Da anni analisti e opinion leaders discutevano del potenziale economico dello Stato — oggi la seconda economia degli Stati Uniti e l’ottava al mondo se considerata come un paese indipendente. Con il boom demografico, l’espansione tecnologica e un mercato del lavoro in piena espansione, molti vedevano il Texas come candidato naturale a un ruolo finanziario di peso.
Oggi, con l’approvazione della SEC e l’avvicinarsi del debutto operativo di TXSE, quel sogno è più vicino alla realtà. Il Texas sfida Wall Street con una proposta concreta, supportata da capitali importanti e da un ecosistema economico in salute.
Y’all Street è qui per restare?
La sfida lanciata con la nascita della Texas Stock Exchange mette in discussione quasi un secolo di dominio delle borse newyorkesi. Con tre piattaforme pronte a competere nello stesso territorio — NYSE Texas, Nasdaq Texas e TXSE — Dallas potrebbe diventare il secondo polo finanziario degli Stati Uniti, rompendo l’egemonia di Wall Street e aprendo una nuova era per i mercati dei capitali.
Se ciò avverrà, dipenderà non solo dalla capacità di attrarre società e investitori, ma anche da come queste borse sapranno innovare e rispondere alle esigenze di un mercato globale in continua evoluzione. Una cosa è certa: il Texas ha acceso la sfida, e Wall Street dovrà rispondere.
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