8:17 pm, 20 Dicembre 25 calendario

🌐  Sudan, crisi umanitaria senza precedenti

Di: Redazione Metrotoday
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Crisi umanitaria in Sudan, conflitto devastante e appello delle ong italiane per un intervento urgente.
La guerra civile in Sudan, scoppiata nell’aprile 2023, è oggi definita dalle Nazioni Unite e dalle principali organizzazioni umanitarie come la più grave crisi umanitaria del mondo. Con oltre 150.000 morti, milioni di sfollati e un’emergenza alimentare e sanitaria senza precedenti, associazioni italiane e comunità sudanese in Italia lanciano un accorato appello al governo e agli organi di stampa italiani per un’azione immediata e continua attenzione mediatica.

Il conflitto che ha messo in ginocchio una nazione

📌 Da oltre due anni il Sudan è teatro di una guerra civile devastante tra le forze armate governative (Sudanese Armed Forces, SAF) e il potente gruppo paramilitare delle Rapid Support Forces (RSF), nato dall’eredità delle milizie janjaweed. Il conflitto è esploso il 15 aprile 2023 nella capitale Khartoum e si è rapidamente esteso alle regioni occidentali e centrali del Paese.

I numeri sono spaventosi: più di 150.000 persone sono state uccise, milioni sono state costrette a fuggire dalle loro case e oltre 30 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria.

Le regioni del Darfur e del Kordofan restano tra le più colpite, con combattimenti che hanno causato bombardamenti indiscriminati, attacchi alle infrastrutture civili, mercati, scuole e ospedali.

https://www.hrw.org/sites/default/files/styles/embed_xxl/public/media_2023/07/202307ccd_sudan_darfur_misterei_closeup6.jpg?itok=C3sUIMGyUna popolazione sotto attacco

Le testimonianze raccolte dalle organizzazioni umanitarie descrivono un quadro di violenza sistematica e indiscriminata contro i civili. Attacchi con droni, bombardamenti e scontri urbani hanno reso insicuri anche gli spazi più elementari della vita quotidiana.

Episodi recentemente segnalati — come l’attacco con droni del 4 dicembre che ha colpito un ospedale e un asilo a Kalogi, uccidendo oltre 100 persone, inclusi numerosi bambini — sono emblematici della crescente brutalità del conflitto.

Relazioni della World Health Organization (OMS) evidenziano che nel corso del 2025 oltre 1.600 persone sono state uccise in attacchi contro strutture sanitarie nel paese, sottolineando la totale disgregazione dell’assistenza sanitaria nel mezzo della guerra.

Mentre i combattimenti si intensificano, anche le stesse Nazioni Unite e organizzazioni per i diritti umani denunciano rapimenti, violenze sessuali, detenzioni arbitrarie e il reclutamento forzato di minori, in un escalation che sta mettendo in ginocchio la popolazione civile.

La tragedia di El Fasher: una ferita aperta

🔎   Una delle pagine più drammatiche del conflitto è la caduta di El Fasher, principale città del Darfur settentrionale, avvenuta a ottobre 2025. Dopo un lungo assedio, le RSF hanno preso controllo della città e, secondo fonti investigative, decine di migliaia di civili sono stati uccisi o dispersi nel massacro successivo, definito da esperti come una delle atrocità più gravi della guerra.

Il massacro di El Fasher è stato accompagnato da testimonianze di violenze etniche sistematiche, con gruppi minoritari come i Masalit nel mirino di attacchi e pulizie etniche che ricordano i tragici scenari del passato in Darfur.

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Malnutrizione, malattie e fame

La crisi umanitaria è aggravata da un crollo delle risorse essenziali e dalla diffusione di epidemie. Secondo i dati delle agenzie ONU, oltre 30 milioni di persone in Sudan si trovano in difficoltà, con milioni costretti a vivere senza accesso a cibo sicuro, acqua potabile, servizi sanitari e scuole.

Le stime indicano livelli di fame di tipo catastrofico in diverse aree, dove la mancanza di aiuti e l’interruzione delle coltivazioni tradizionali hanno lasciato larghi strati della popolazione in condizioni di estrema insicurezza alimentare.

Nel quadro emergenziale si inserisce anche un’epidemia di colera che si è estesa dal 2024, causando migliaia di infezioni e lasciare le strutture sanitarie, già sotto pressione dalla guerra, incapaci di far fronte a ulteriori ondate di malattie.

Pur di fronte a questo scenario catastrofico, le relazioni internazionali mostrano gravi contraddizioni. Diverse indagini indipendenti hanno evidenziato il sostegno di attori esterni al conflitto, come gli Emirati Arabi Uniti, che avrebbero fornito armi e risorse alle RSF, sebbene tali accuse siano oggetto di negazioni da parte delle autorità coinvolte.

In questo contesto, associazioni italiane e comunità sudanese in Italia chiedono con forza azioni concrete da parte del governo italiano, tra cui la sospensione delle esportazioni militari verso Paesi coinvolti nel conflitto e iniziative diplomatiche urgenti per aprire corridoi umanitari.

Aiuti promessi 

Il ministro degli Esteri italiano ha annunciato uno stanziamento di oltre 125 milioni di euro per la crisi sudanese e l’invio di aiuti alimentari destinati a migliaia di bambini, attraverso canali umanitari e missionari presenti in varie regioni colpite. Tuttavia, le organizzazioni sottolineano l’importanza di consegnare realmente gli aiuti in modo rapido ed efficace, superando ostacoli logistici e sicurezza.

Un conflitto dimenticato

Mentre altre emergenze globali dominano l’agenda dei media internazionali, la situazione in Sudan corre il rischio di rimanere sottorappresentata, nonostante le dimensioni e la gravità dello sfollamento, della fame e della violenza. Organismi come l’International Rescue Committee hanno inserito Sudan ai primi posti nella loro Emergency Watchlist per il terzo anno consecutivo, sottolineando la necessità di un’azione globale immediata e coordinata.

20 Dicembre 2025
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