đ Kyriakou il magnate dellâEgeo compra i giornali di John Elkann
Per anni figura chiave di un impero mediatico e finanziario costruito tra Atene, Londra e New York, Kyriakou è oggi protagonista di unâoffensiva strategica che potrebbe portarlo, attraverso il suo Antenna Group, a rilevare il gruppo editoriale GEDI â che comprende testate storiche come La Repubblica, La Stampa, radio nazionali e piattaforme digitali â dalla holding Exor guidata da John Elkann.
Dalle navi ai media
đ  Theodore M. Kyriakou, classe 1974, non è un outsider improvvisato. Figlio di Minos Kyriakou, armatore e fondatore dellâAntenna Group nel 1989, ha ereditato da una delle famiglie piĂš influenti della Grecia una base industriale e finanziaria solida. LâAntenna Group nasce come network televisivo nazionale, ma nel tempo si espande in numerosi paesi e settori, diventando uno dei principali attori europei e globali dei media, con interessi in broadcasting, radio, contenuti digitali, piattaforme streaming e produzioni televisive.Â
Kyriakou ha studiato negli Stati Uniti, laureandosi cum laude in Business Internazionale e Fisica alla Georgetown University, dove ha sviluppato una visione internazionale che oggi lo vede parte di consigli di amministrazione di societĂ finanziarie e tecnologiche, tra cui la Raine Group, e membro di board accademici internazionali.
Alla guida del K Group, conglomerato che aggrega investimenti in media, shipping, real estate, asset management e tecnologia, Kyriakou ha trasformato unâattivitĂ locale in un attore globale con presenza in Europa, Nord America e Australia.Â
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GEDI nel mirino
La notizia che ha scatenato il dibattito pubblico italiano è arrivata allâinizio di dicembre 2025: Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, avrebbe avviato trattative in esclusiva con Antenna Group per la cessione del gruppo editoriale GEDI.
GEDI controlla alcune delle testate giornalistiche piĂš lette dâItalia (La Repubblica, La Stampa), le principali radio nazionali (Radio Deejay, Radio Capital e m2o), siti di news e piattaforme digitali come HuffPost. Lâofferta di Kyriakou â stimata tra i 120 e i 140 milioni di euro â è comparabile a quella di altri potenziali acquirenti, ma è stata giudicata solida dai vertici di Exor.
Il rischio di una vendita allâestero ha provocato forti reazioni in Italia: le redazioni sono state in agitazione, con scioperi e appelli per tutelare lâindipendenza editoriale e i livelli occupazionali nelle testate storiche. Il governo italiano è intervenuto chiedendo garanzie su pluralismo e salvaguardia dei posti di lavoro.
La stampa sotto i riflettori
đ Dalle pagine della stampa italiana emergono diverse preoccupazioni. Alcuni osservatori sottolineano come Kyriakou â soprattutto nel contesto italiano â sia poco conosciuto al grande pubblico, con un passato da imprenditore dei media piĂš consolidato nei Balcani e nei mercati esteri che non nel cuore dellâindustria editoriale europea.
Fonti giornalistiche riportano voci di possibili tagli dellâorganico di redazione qualora lâoperazione andasse in porto, in un settore giĂ duramente provato dai bilanci in rosso e dalla transizione digitale.
Nonostante le rassicurazioni pubbliche sul rispetto delle linee editoriali storiche e sullâimportanza di garantire pluralismo e indipendenza, lâincertezza resta alta tra intellettuali, sindacati e istituzioni.

Sky, La7 e altri scenari
Lâambizione di Kyriakou non si limita alle testate di GEDI. Secondo alcune ricostruzioni, il magnate starebbe valutando opportunitĂ anche nel settore televisivo italiano, con uno sguardo rivolto potenzialmente a Sky Italia, la piattaforma satellitare e streaming con difficoltĂ finanziarie, e con possibilitĂ di sinergie con emittenti come La7.
Questa visione di espansione non è casuale: lâobiettivo di Kyriakou è quello di consolidare la presenza di Antenna Group nei mercati occidentali e rafforzare un network di media che possa competere con gli attori tradizionali globali. Per un gruppo nato in Grecia, il salto verso il centro dellâEuropa e del Mediterraneo rappresenta una sfida ambiziosa, che trascende il semplice acquisto di asset editoriali e punta a ridisegnare equilibri e alleanze nel settore dellâinformazione e dellâintrattenimento.
Un profilo controverso ma strategico
Lâavventura italiana di Kyriakou è vista da alcuni come lâingresso di un nuovo player capace di dare slancio alla ristrutturazione di un settore in difficoltĂ . Per altri, invece, essa porta con sĂŠ ombre sul futuro dellâindipendenza dei giornali e sullâinfluenza di capitali esteri nelle testate nazionali.
In unâepoca in cui i media tradizionali lottano per sopravvivere alla trasformazione digitale e alle nuove piattaforme, lâoperazione potrebbe segnare una svolta: non solo per La Repubblica e La Stampa, ma per lâintero ecosistema dellâinformazione italiana.
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