8:48 am, 19 Dicembre 25 calendario

🌐 Salmonella nelle mense aziendali: 18 intossicati in Veneto

Di: Redazione Metrotoday
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È scattato l’allarme sicurezza alimentare nel Nord‑Est italiano dopo che almeno 18 persone sono state colpite da un’intossicazione da salmonella collegata a pasti serviti in mense aziendali della provincia di Padova e di altre aree del Veneto.

Secondo quanto ricostruito dalle autorità sanitarie, l’origine dell’epidemia è da ricondurre a un piatto di pasta con verdure crude contaminata, preparato in un centro cottura e distribuito in diverse mense aziendali e consumato da lavoratori nei giorni scorsi. L’intossicazione ha creato apprensione per le condizioni di salute dei contagiati e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza degli alimenti serviti in strutture collettive.

📌 Il focolaio ha avuto impatti sanitari variabili: dodici delle persone colpite sono state ricoverate negli ospedali del Padovano, con sintomi gastrointestinali e febbre, mentre altri casi sono stati segnalati tra Treviso, Venezia e Rovigo. L’indagine delle autorità sanitarie ha portato all’attivazione del sistema europeo di allerta rapido per alimenti (RASFF) dopo che l’analisi dei campioni ha riportato la presenza dello stesso ceppo di Salmonella Strathcona in diversi lotti e alimenti sospetti.

  

La salmonella è un batterio responsabile di infezioni gastrointestinali diffuse, che possono causare vomito, diarrea, febbre e, in casi più gravi, disidratazione e complicanze sistemiche. Il contagio avviene principalmente per l’ingestione di alimenti contaminati, quali uova crude, carni poco cotte, verdure non adeguatamente lavate o prodotti che, per qualche motivo, hanno subito un’infezione batterica lungo la catena di trasformazione o distribuzione.

Il ceppo coinvolto nel focolaio veneto, Salmonella Strathcona, è noto alle autorità sanitarie europee: si tratta di una variante che già da anni viene monitorata per la sua predilezione a causare casi di salmonellosi in più Paesi dell’Unione. Tra il 2023 e il 2025 sono stati segnalati oltre 400 casi confermati in almeno 17 nazioni europee collegati a questa variante in focolai di diversa origine, spesso collegati a prodotti freschi come pomodori o altri ingredienti crudi.

Tracciabilità della filiera 

🔎 L’origine dell’intossicazione nel Veneto è stata rintracciata grazie alla collaborazione tra le autorità sanitarie locali e i laboratori di controllo igienico‑sanitario. Il centro cottura coinvolto si forniva da un grossista di Montegrotto Terme, a sua volta legato a fornitori di materie prime in Sicilia. La contaminazione, definita dagli investigatori “intermittente”, era presente in alcuni lotti di materia prima ma non in altri; questo tipo di diffusione irregolare è tra i principali ostacoli nelle indagini su focolai alimentari.

L’attività dei servizi di igiene degli alimenti si è concentrata sulla catena di approvvigionamento dal produttore al consumatore, con particolare attenzione alla manipolazione e al trasporto degli ingredienti freschi. Controlli aggiuntivi sono stati intrapresi anche nelle mense scolastiche della provincia, dove si sono riscontrati episodi isolati di corpi estranei nei cibi, come capelli o frammenti di plastica all’interno dei pasti, sebbene senza casi di salmonellosi associati a questi episodi.

Un fenomeno più ampio

L’episodio veneto si inserisce in un quadro più ampio di criticità legate alla salmonellosi in Italia e in Europa. Secondo dati dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, negli ultimi anni la salmonella è stata tra le principali cause di malattie trasmesse da alimenti. In Italia, tra il 2019 e il 2023 sono stati riportati migliaia di casi di salmonellosi, con un trend che evidenzia una preponderanza di casi rispetto ad altre zoonosi monitorate. 

Non si tratta di un problema nuovo: focolai legati a salmonella sono stati documentati negli anni recenti in contesti diversi, tra cui mense scolastiche, centri di ristorazione collettiva e locali pubblici. Un esempio del 2025 in Emilia‑Romagna ha visto più di cinquanta persone colpite da salmonella dopo aver consumato pasti sospetti, con necessità di indagini a livello regionale per identificare l’origine dell’epidemia. 

Lo scenario è replicato in altri Stati europei: focolai sono periodicamente associati a produzioni alimentari contaminate, come ortaggi freschi o prodotti dieterati, e la cooperazione transnazionale tramite sistemi come RASFF è fondamentale per condividere informazioni e tracciare l’origine dei batteri.

La prevenzione nelle mense collettive

Le mense aziendali, scolastiche o pubbliche rappresentano uno degli ambiti più delicati per la prevenzione delle intossicazioni alimentari. Secondo studi scientifici, le preparazioni di pasti in grandi quantità comportano rischi specifici, soprattutto quando gli alimenti possono rimanere a temperature non sicure o subire contaminazioni incrociate tra ingredienti crudi e cotti.

Nonostante i rigorosi controlli previsti dalla normativa europea e nazionale, episodi come quello veneto ricordano come errori minimi nella gestione della filiera – dalla selezione delle materie prime alla conservazione dei cibi preparati – possano avere conseguenze rapide e diffuse sulla salute di chi consuma tali pasti.

Il problema è ancora più evidente in contesti internazionali: un precedente studio pubblicato sul caso di un focolaio in una mensa di lavoro in un altro paese ha mostrato come salse preparate o insalate di pasta possano essere veicolo di salmonella, con decine di casi confermati e ospedalizzazioni tra il personale coinvolto.

Allerta e risposta sanitaria: come si muovono le autorità

La risposta al focolaio è stata rapida: le autorità sanitarie competenti hanno isolato i lotti sospetti, sospeso temporaneamente alcune forniture e avviato approfondimenti epidemiologici per isolare il ceppo e capire i punti critici della catena di distribuzione. Il sistema di allerta rapido europeo ha permesso di condividere i dati con altri Paesi nel caso si verifichino casi analoghi, facilitando un’azione coordinata nella lotta contro la diffusione di batteri pericolosi negli alimenti. 

Viene inoltre ribadita la necessità di un ruolo attivo da parte dei Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione nel monitoraggio continuo di mense e caterers, con verifiche periodiche e formazione costante del personale addetto alla preparazione e alla manipolazione degli alimenti.

Prevenzione: cosa possono fare i cittadini

Oltre alle attività istituzionali, un ruolo chiave nella prevenzione delle intossicazioni alimentari spetta anche ai consumatori e alle aziende stesse. Alcuni consigli di buon senso includono:

  • Lavare accuratamente frutta e verdura prima della preparazione.

  • Tenere gli alimenti a temperature sicure, evitando zone calde dove i batteri possono proliferare.

  • Separare gli ingredienti crudi da quelli cotti per evitare contaminazioni incrociate.

  • Consumare cibi freschi entro i termini di conservazione indicati.

Un monito per la sicurezza alimentare collettiva

Il focolaio di salmonella in Veneto è un chiaro promemoria che, nonostante i progressi nella legislazione e nel controllo igienico sanitario, la sicurezza alimentare resta un tema cruciale e quotidiano. Le intossicazioni alimentari possono scatenarsi rapidamente e diffondersi su più territori quando una contaminazione non viene intercettata in tempo, con conseguenze pratiche per la salute pubblica, la fiducia dei consumatori e l’operato delle strutture che preparano pasti per grandi gruppi di persone.

La collaborazione tra autorità sanitarie locali, istituti di controllo e sistemi di allerta internazionale è la chiave per affrontare questi focolai, ma resta indispensabile un’attenzione costante da parte di produttori, distributori e consumatori per ridurre al minimo il rischio di nuovi casi di salmonellosi.

19 Dicembre 2025 ( modificato il 18 Dicembre 2025 | 22:51 )
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