5:50 pm, 17 Dicembre 25 calendario

🌐 Rapine ai cacciatori nel Reggino assaliti e derubati dei fucili

Di: Redazione Metrotoday
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Due rapine ai cacciatori nel Reggino all’alba, sette uomini assaliti e derubati dei fucili nelle campagne della Piana di Gioia Tauro: un’escalation di violenza che riaccende il dibattito sulla sicurezza rurale e le responsabilità delle forze dell’ordine in Calabria.

La tranquillità gelida delle prime ore del mattino nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è stata spezzata da scene che sembrano uscire da un film noir criminale: sette cacciatori, impegnati nella loro battuta di caccia all’alba, sono stati assaliti in due distinti episodi da bande armate e derubati dei loro fucili da caccia. Due gruppi di malviventi, mascherati, armati di fucili e pistole, hanno bloccato i veicoli dei cacciatori obbligandoli a consegnare le armi, in un crescendo di violenza che solleva interrogativi sulla sicurezza delle aree rurali e sul ritorno di un fenomeno criminale che sembra essersi intensificato nelle ultime settimane.

La dinamica degli assalti

Il primo episodio si è verificato nei pressi di Laureana di Borrello, lungo la strada provinciale che collega Rosarno a Laureana. Erano circa le 5:40 del mattino quando un’automobile sospetta — descritta da testimoni come una piccola vettura di colore verde — si è appostata sulla carreggiata costringendo due auto con cinque cacciatori a bordo a fermarsi. Quattro individui travisati sono scesi dal veicolo, puntando pistole e fucili contro le vittime. In pochi minuti i malviventi hanno prelevato i sette fucili da caccia in dotazione ai cacciatori prima di allontanarsi nelle campagne circostanti.

Pochi chilometri più in là, nella località di Melicucco, è avvenuto un secondo episodio simile: due cacciatori sono stati fermati da uomini armati e mascherati e costretti a consegnare i loro fucili. In entrambi i casi nulla di grave è accaduto ai cacciatori oltre il grande spavento e la perdita delle armi, ma la violenza dell’azione e la professionalità con cui è stata condotta la rapina hanno gettato un’ombra profonda sulla percezione di sicurezza nella zona.

   

Un fenomeno in aumento

Le rapine ai cacciatori non sono un fenomeno del tutto nuovo nella Piana di Gioia Tauro, una fertile area agricola dai contorni rurali ma non immune alle dinamiche criminali del territorio. Negli ultimi anni, episodi simili — sebbene sporadici — avevano già preoccupato le comunità locali e le associazioni venatorie. Tuttavia, l’uso di armi pesanti come i Kalashnikov e la coordinazione degli assalti indicano una pericolosa escalation.

Il panorama della criminalità nella zona del Reggino è complesso e stratificato. La presenza storica di organizzazioni mafiose ha spesso alimentato traffici illeciti, dall’armeria clandestina alla gestione di mercati neri, passando per estorsioni e controlli del territorio rurale con finalità criminali. La facilità di accesso ad armi rubate o trafficate illegalmente rappresenta una minaccia non solo per i cacciatori, ma per l’intera comunità: fucili da caccia sottratti possono facilmente finire sul mercato nero delle armi, contribuendo all’aumento della violenza armata.

Reazioni delle associazioni venatorie e locali

La risposta delle associazioni venatorie non si è fatta attendere. I rappresentanti dei cacciatori hanno chiesto un aumento dei controlli delle forze dell’ordine nelle aree rurali, insieme a pattugliamenti più costanti e coordinati, soprattutto nelle ore più vulnerabili della giornata come il primo mattino. “Non possiamo accettare che andare a caccia diventi un rischio per la nostra incolumità”, ha commentato un portavoce di una delle principali associazioni di categoria, sottolineando la necessità di interventi più incisivi per garantire sicurezza e tutela dei diritti dei cittadini.

Altri rappresentanti locali hanno evidenziato come episodi analoghi segnalati nei mesi scorsi fossero stati in qualche modo arginati grazie alla presenza delle forze dell’ordine e a reti di segnalazione tra cacciatori e comunità rurali. La ripresa di azioni così brutali, tuttavia, dimostra che esistono “punti deboli” nelle strategie di controllo del territorio che devono essere urgentemente colmati.

Lo sguardo della comunità: paura e reazioni

Nel cuore della Piana di Gioia Tauro, dove la caccia rappresenta non solo una tradizione, ma anche un’importante attività ricreativa e sociale, l’episodio ha generato preoccupazione tra residenti e frequentatori delle campagne. Alcuni cittadini hanno sottolineato come la percezione della sicurezza sia diminuita drasticamente, con molti che ora evitano di uscire presto la mattina o di recarsi in solitaria in aree isolate. Famiglie e proprietari terrieri sono particolarmente allarmati dal fatto che gli aggressori operino con efficienza e determinazione, suggerendo che dietro gli assalti possa esserci non semplice criminalità comune, ma gruppi più strutturati. 

Le cronache locali del passato ricordano casi simili di furti di armi, incluso il ritrovamento di arsenali nascosti o la cattura di armi rubate in casolari abbandonati, che testimoniano come la questione delle armi clandestine sia radicata nella zona. Nel giugno 2025, un abitante del reggino era stato arrestato dopo che nel suo casolare erano stati trovati fucili e pistole nascosti tra oggetti abbandonati, una delle armi risultata rubata in Lombardia anni prima. Questo episodio evidenzia come le armi sottratte ai cittadini possono spesso essere riutilizzate o riciclate in altri contesti criminali.

Il ruolo delle forze dell’ordine e le indagini in corso

Le autorità locali, in particolare i Carabinieri e le forze dell’ordine provinciali, hanno avviato indagini per identificare e arrestare i responsabili delle rapine. Gli investigatori stanno analizzando filmati di sorveglianza, testimonianze dei cacciatori vittime degli assalti e segnalazioni di veicoli sospetti nella zona nelle ore immediatamente precedenti agli eventi. La possibilità che gli assalitori facciano parte di gruppi criminali organizzati non è esclusa, vista la modalità operativa e l’uso di armi da fuoco di grosso calibro. 

Parallelamente, è stato chiesto ai cittadini di collaborare con le forze dell’ordine segnalando ogni movimento sospetto, soprattutto nelle ore più isolate e nei tratti di strada poco frequentati. La presenza di pattuglie straordinarie nelle zone rurali e il potenziamento degli strumenti tecnologici di sorveglianza sono tra le misure che potrebbero essere adottate nelle prossime settimane.

Sicurezza rurale e politiche pubbliche

La questione delle rapine ai cacciatori nel Reggino apre una riflessione più ampia sulla sicurezza nelle aree rurali del Sud Italia, dove la dispersione territoriale e la ridotta presenza istituzionale possono favorire il proliferare di fenomeni criminali. Politici e amministratori locali hanno sollecitato risposte concrete, non solo attraverso maggiore presenza delle forze dell’ordine, ma anche con programmi di sviluppo sociale e contrasto alle cause profonde della criminalità, tra cui disoccupazione giovanile, illegalità diffusa e carenze infrastrutturali. 

Nel frattempo, per i cacciatori reggini e per gli amanti della natura, la sfida resta duplice: continuare a svolgere le proprie attività in sicurezza e contribuire, attraverso comunità attive e responsabili, a un clima di legalità che possa ridurre il rischio di futuri episodi analoghi. Un compito complesso, che richiede la cooperazione di cittadini, istituzioni e forze dell’ordine per restituire serenità alle campagne della Piana di Gioia Tauro.

17 Dicembre 2025 ( modificato il 16 Dicembre 2025 | 18:23 )
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